home |
chiesa |
il quartiere |
notizie |
le persone |
manifestazioni |
missioni |
ANSPI |
parrrochie amiche |
siti di interesse |
|
"Andate per tutto il mondo: ed essi partirono" un riferimento per la fede cristiana |
Era figlio di Zebedeo e Salomé. Secondo la tradizione sembra che sia
nato in un luogo vicino a Nazaret, chiamato Saffa. Insieme a suo padre e a
suo fratello era pescatore sul lago Tiberiade.
In quei giorni apparve Gesù
di Nazaret. Predicava il "Regno di Dio", si presentò come l'atteso Messia
ed invitò alcuni ad andare con Lui. Così chiamò i due fratelli Giacomo e Giovanni
(Mc.1,19). Essi lasciarono il padre e la barca e tutti insieme lo seguirono.
Accompagnarono Gesù durante i tre anni della sua vita pubblica; alcuni fatti
mostrano come San Giacomo facesse parte della cerchia dei tre più intimi.
Gesù disse: "Siate miei testimoni, a Gerusalemme, in tutta la
Giudea, in Samaria e fino ai confini della terra" (Atti 1,8). Bisognava,
cioè, annunciare al mondo il Vangelo. Dove avrebbe dovuto andare Giacomo?
A Finisterre, con il compito più difficile...
Dalla morte di Gesù al giorno del suo martirio, decapitato intorno
all'anno 44 a Gerusalemme do Erode Agrippa (Atti 12,2), passarono circa 10
o 12 anni, periodo nel quale predicò in Spagna. Tradizioni scritte
dei primi secoli e racconti presenti in molti luoghi della Galizia e di tutta
la Spagna parlano della sua predicazione.
Nel Medioevo ci fu un fenomeno religioso sorprendente che creò come una base
comune di tipo culturale a quell’unità di popoli che oggi noi chiamiamo Europa.
Riassumendo quel fenomeno Goethe diceva: "L’Europa è nata in pellegrinaggio
e la sua lingua materna è il cristianesimo". E’ il pellegrinaggio a San Giacomo
di Compostella in Spagna, a cui è dedicato un interessante sussidio dal titolo
Santiago de Compostela, antica e nuova forma del pellegrinaggio, a cura dell’Ufficio
per la Pastorale del Turismo e dei Pellegrinaggi, che in 64 fitte pagine,
descrive il Santuario, la sua storia e il suo significato. Ma soprattutto
ripercorre il Camino verso Santiago con i riferimenti storici e tecnici per
intraprenderlo. L’occasione è stata il recente raduno dei Giovani d’Europa
dal 4 all’8 agosto che ha visto una vasta partecipazione anche di giovani
e meno giovani ambrosiani.
(da "Terra Ambrosiana" - n. 4/1999 pagg. 20-21)
back
Il ruolo di San Giacomo nel Medioevo, oltre che per la rete di opere d’arte sorte lungo i "camini", tutte ispirate agli stessi canoni romanico/gotici, appare decisivo soprattutto per l’opera dei pellegrini stessi, portatori di una cultura unitaria con un interscambio di beni che vanno dalla fede comune - cioè una stessa visione della vita e dei valori ispirati al cristianesimo - alla letteratura e poetica cavalleresca, ai primi tentativi di lingua volgare, alle iniziative delle autonomie comunali, allo stimolo per mercati e commerci...: si tratta di un vero risveglio, quasi una "Università itinerante" a carattere popolare che, uniti ai fermenti di riforma della Chiesa, faranno del secolo XII un primo "rinascimento"! Tanto più che le vie "francigene" che conducevano a Roma, divenivano in senso inverso una rete di unità verso il nord per tutta l’Europa.
E il flusso verso San Giacomo non fu mai interrotto. Dopo secoli di pausa
nel periodo della Riforma, ha ripreso recentemente con forme insospettate
proprio alla scoperta di una radice comune per quell’Europa dei popoli che
è alla ricerca di una sua anima nativa. Il Papa Giovanni Paolo II vi
andò pellegrino per l’Anno Santo Jacopeo nel 1982 e vi ricondusse tutta
la gioventù d’Europa nel 1989. "Io vescovo di Roma e pastore della
Chiesa universale, da Santiago lancio a te, vecchia Europa, un grido pieno
d’amore: ritrovati, sii te stessa! Ritorna alle tue radici, rivivi quei valori
che resero gloriosa e benefica la tua presenza negli altri continenti. Ricomponi
la tua unità spirituale. Gli antichi cammini di Santiago furono l’alveo
ordinario della marea di pellegrini europei di ogni età ed estrazione
che nel Medioevo, camminando verso la tomba dell’Apostolo, si trovarono ad
essere i primi depositari della coscienza europea". Nel 1993 sette milioni
furono i pellegrini a Compostella; e se ne prevedono di più per questo
1999 di nuovo "Anno Santo compostellano". Il Consiglio d’Europa
nel 1987 valorizzava l’itinerario verso San Giacomo come momento culturale
privilegiato dell’Europa, e l’Unesco ne tutelava i beni artistici come "patrimonio
dell’umanità".
(da "Terra Ambrosiana" - n. 4/1999 pagg. 20-21)
back
Differenti sono state le motivazioni che hanno messo in marcia sui vari sentieri
d’Europa milioni di persone dirette al luogo considerato ultima meta terrena
del "peregrinare" dell’apostolo Giacomo. Non si può non ricordare che Dante
indica il titolo di "pellegrino" come specifico ed esclusivo di coloro che
andavano a Compostela; Dante infatti ricorda che "la sepoltura di San Giacomo
era la più lontana dalla sua patria di qualsiasi altro apostolo". Nessuno
tra gli apostoli, quindi, fu più "pellegrino" – più straniero – di Giacomo
nella sua terra di missione e di sepoltura, e così sarebbero stati anche i
devoti a lui diretti.
Molteplici le motivazioni del pellegrino: riconoscenza per la grazia ottenuta,
espiazione delle proprie colpe, desiderio di acquisire indulgenze, ricerca
del miracolo, piacere di girare il mondo e curiosità. Non va in ogni modo
dimenticato che fino al 1500 la Spagna fu l’unica nazione europea il cui suolo
vedeva lo scontro sia religioso che militare fra gli uomini della Cristianità
e l’Islam.
A differenza di tanti altri luoghi di culto mete di pellegrinaggi Santiago
ha mantenuto intatto nei secoli il suo fascino e il suo richiamo; e questo
nonostante le varie vicissitudini che il "viaggio" ha incontrato fin dal Medioevo:
Anche questo XX secolo, secolo della modernità e della tecnica, continua
a vedere moltitudini di persone che ripercorrono, magari con nuovi mezzi,
gli antichi cammini. Alle ragioni originali altre se ne sono aggiunte: il
turismo religioso, quello culturale, la curiosità, la ricerca di un pizzico
d’avventura; ma non solo queste. Negli ultimi decenni comunque le antiche
motivazioni sono nell’essenziale e nell’intimo ancora presenti.
Pochi anni fa un Papa venuto da Oriente ha guidato migliaia di giovani a piedi,
a cavallo e in bicicletta su quei cammini sterrati e polverosi. [...] L’Infinito
personale che è Dio un giorno ha preso un volto preciso, Gesù di Nazaret.
"Solo in lui – dice Pascal – si può leggere il vero volto di Dio e l’autentico
volto dell’uomo". Incontrarlo è scoprire una verità, possedere una speranza.
In fondo l’uomo bussa alla porta del Mistero, cerca spazi di speranza, oasi
di verità e punti di riferimento morale dove rifondare identità e senso del
vivere. Questa schiera innumerevole di fedeli, che in un flusso continuo anche
se differente nel migliaio di anni che la vede protagonista, ha necessariamente
lasciato un’impronta di sé lungo i vari cammini.
Centri di ristoro, luoghi di culto punteggiavano la strada, mulattiere e ponti
venivano via via creati per superare le gole o i torrenti di montagna, e gli
artigiani spesso erano gli stessi pellegrini che portavano le loro tecniche
dai più disparati luoghi della Cristianità. Non ci stupisce perciò trovare
il luminoso barocco spagnolo ospitare severi cristi lignei germanici. Gli
antichi sentieri mano a mano si trasformavano in strade di comunicazione anche
commerciali, gli ostelli per pellegrini in alberghi per turisti e commercianti
; il tessuto sociale dei luoghi attraversati dalle strade si modificava. Questo
se da un lato snaturava le motivazioni spirituali originarie, dall’altro manteneva
la vitalità dei luoghi stessi e perciò la memoria e il futuro di quell’ antica
avventura. L’essere pellegrino è quindi riscoprirsi in cammino, e penetrare
così lo spirito del luogo; soprattutto percepire il significato che il luogo
stesso ha per le tradizioni e la vita della comunità locale. Il turismo religioso,
infatti, va oltre il puro e semplice viaggiare e il conoscere, per trasformarsi
in un’esperienza interiore che lascia una traccia nell’esistenza.