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La Chiesa di San Giacomo

Una chiamata e una risposta

Era figlio di Zebedeo e Salomé. Secondo la tradizione sembra che sia nato in un luogo vicino a Nazaret, chiamato Saffa. Insieme a suo padre e a suo fratello era pescatore sul lago Tiberiade.
In quei giorni apparve Gesù di Nazaret. Predicava il "Regno di Dio", si presentò come l'atteso Messia ed invitò alcuni ad andare con Lui. Così chiamò i due fratelli Giacomo e Giovanni (Mc.1,19). Essi lasciarono il padre e la barca e tutti insieme lo seguirono. Accompagnarono Gesù durante i tre anni della sua vita pubblica; alcuni fatti mostrano come San Giacomo facesse parte della cerchia dei tre più intimi.

"Andate per tutto il mondo: ed essi partirono" (Mc.16, 15-20)

Gesù disse: "Siate miei testimoni, a Gerusalemme, in tutta la Giudea, in Samaria e fino ai confini della terra" (Atti 1,8). Bisognava, cioè, annunciare al mondo il Vangelo. Dove avrebbe dovuto andare Giacomo? A Finisterre, con il compito più difficile...
Dalla morte di Gesù al giorno del suo martirio, decapitato intorno all'anno 44 a Gerusalemme do Erode Agrippa (Atti 12,2), passarono circa 10 o 12 anni, periodo nel quale predicò in Spagna. Tradizioni scritte dei primi secoli e racconti presenti in molti luoghi della Galizia e di tutta la Spagna parlano della sua predicazione.

un riferimento per la fede cristiana

Era sorto così. Giacomo "il maggiore", tra i primi discepoli di Gesù, fratello di Giovanni evangelista, morì, primo tra gli apostoli, come martire nel 42 (At 12,2) per mano di Erode Agrippa a Gerusalemme. Già dal VI sec. abbiamo testimonianze di un suo culto diffuso in Spagna. Prodigiosamente nell’812 si trovò il suo corpo, decapitato, in un sepolcro in Galizia. Fu in quell’epoca - nella stretta dell’invasione araba - che San Giacomo divenne riferimento per la salvaguardia della fede cristiana minacciata dall’Islam, e poi bandiera per la "reconquista ". Ci sono immagini di "Santiago matamoros ". Il nome "Compostela" deriva forse dai segnali di una stella apparsa ad aiutare l’identificazione della tomba. Dante vedrà la "via lattea" nel cielo come una strada che porta ad occidente, al sepolcro di San Giacomo. L’attuale basilica nasce nel 1075. Si sa però di un primo grande pellegrinaggio già dal 950; poi del nascere di itinerari con ospizi per pellegrini e precise guide "turistiche" per indicarne i percorsi protetti. Nel 1170 fu fondato anche un particolare ordine cavalleresco per la scorta dei pellegrini: "l’Ordine di Santiago della spada rossa". Nasce così il "Camino " che, per opera soprattutto dei monaci di Cluny (cfr. Liber sancti Jacobi o Codice Callistino fatto a Cluny nel 1135), fu veicolo di unità spirituale per la nascente cristianità europea. Lungo l’itinerario d’avvicinamento erano segnate croci, chiese, monasteri e soste per riti penitenziali, devozioni a varie reliquie che aiutavano a vivere il pellegrinaggio come eccezionale occasione di conversione. Sulla mantella del pellegrino jacobeo si poneva la conchiglia, e in mano "il bordone". Nei secoli XII e XIII San Giacomo eclissò Gerusalemme, proibita ai cristiani, e Roma stessa, che riprenderà il suo posto a partire dal 1300 con l’istituzione del Giubileo.

(da "Terra Ambrosiana" - n. 4/1999 pagg. 20-21)                         back

San Giacomo di Compostela: una meta anche "ambrosiana"

Nel Medioevo ci fu un fenomeno religioso sorprendente che creò come una base comune di tipo culturale a quell’unità di popoli che oggi noi chiamiamo Europa. Riassumendo quel fenomeno Goethe diceva: "L’Europa è nata in pellegrinaggio e la sua lingua materna è il cristianesimo". E’ il pellegrinaggio a San Giacomo di Compostella in Spagna, a cui è dedicato un interessante sussidio dal titolo Santiago de Compostela, antica e nuova forma del pellegrinaggio, a cura dell’Ufficio per la Pastorale del Turismo e dei Pellegrinaggi, che in 64 fitte pagine, descrive il Santuario, la sua storia e il suo significato. Ma soprattutto ripercorre il Camino verso Santiago con i riferimenti storici e tecnici per intraprenderlo. L’occasione è stata il recente raduno dei Giovani d’Europa dal 4 all’8 agosto che ha visto una vasta partecipazione anche di giovani e meno giovani ambrosiani.

(da "Terra Ambrosiana" - n. 4/1999 pagg. 20-21)                         back

I pellegrinaggi nel tempo

Il ruolo di San Giacomo nel Medioevo, oltre che per la rete di opere d’arte sorte lungo i "camini", tutte ispirate agli stessi canoni romanico/gotici, appare decisivo soprattutto per l’opera dei pellegrini stessi, portatori di una cultura unitaria con un interscambio di beni che vanno dalla fede comune - cioè una stessa visione della vita e dei valori ispirati al cristianesimo - alla letteratura e poetica cavalleresca, ai primi tentativi di lingua volgare, alle iniziative delle autonomie comunali, allo stimolo per mercati e commerci...: si tratta di un vero risveglio, quasi una "Università itinerante" a carattere popolare che, uniti ai fermenti di riforma della Chiesa, faranno del secolo XII un primo "rinascimento"! Tanto più che le vie "francigene" che conducevano a Roma, divenivano in senso inverso una rete di unità verso il nord per tutta l’Europa.

E il flusso verso San Giacomo non fu mai interrotto. Dopo secoli di pausa nel periodo della Riforma, ha ripreso recentemente con forme insospettate proprio alla scoperta di una radice comune per quell’Europa dei popoli che è alla ricerca di una sua anima nativa. Il Papa Giovanni Paolo II vi andò pellegrino per l’Anno Santo Jacopeo nel 1982 e vi ricondusse tutta la gioventù d’Europa nel 1989. "Io vescovo di Roma e pastore della Chiesa universale, da Santiago lancio a te, vecchia Europa, un grido pieno d’amore: ritrovati, sii te stessa! Ritorna alle tue radici, rivivi quei valori che resero gloriosa e benefica la tua presenza negli altri continenti. Ricomponi la tua unità spirituale. Gli antichi cammini di Santiago furono l’alveo ordinario della marea di pellegrini europei di ogni età ed estrazione che nel Medioevo, camminando verso la tomba dell’Apostolo, si trovarono ad essere i primi depositari della coscienza europea". Nel 1993 sette milioni furono i pellegrini a Compostella; e se ne prevedono di più per questo 1999 di nuovo "Anno Santo compostellano". Il Consiglio d’Europa nel 1987 valorizzava l’itinerario verso San Giacomo come momento culturale privilegiato dell’Europa, e l’Unesco ne tutelava i beni artistici come "patrimonio dell’umanità".

(da "Terra Ambrosiana" - n. 4/1999 pagg. 20-21)                         back

L'importanza del pellegrinaggio

Differenti sono state le motivazioni che hanno messo in marcia sui vari sentieri d’Europa milioni di persone dirette al luogo considerato ultima meta terrena del "peregrinare" dell’apostolo Giacomo. Non si può non ricordare che Dante indica il titolo di "pellegrino" come specifico ed esclusivo di coloro che andavano a Compostela; Dante infatti ricorda che "la sepoltura di San Giacomo era la più lontana dalla sua patria di qualsiasi altro apostolo". Nessuno tra gli apostoli, quindi, fu più "pellegrino" – più straniero – di Giacomo nella sua terra di missione e di sepoltura, e così sarebbero stati anche i devoti a lui diretti.
Molteplici le motivazioni del pellegrino: riconoscenza per la grazia ottenuta, espiazione delle proprie colpe, desiderio di acquisire indulgenze, ricerca del miracolo, piacere di girare il mondo e curiosità. Non va in ogni modo dimenticato che fino al 1500 la Spagna fu l’unica nazione europea il cui suolo vedeva lo scontro sia religioso che militare fra gli uomini della Cristianità e l’Islam.
A differenza di tanti altri luoghi di culto mete di pellegrinaggi Santiago ha mantenuto intatto nei secoli il suo fascino e il suo richiamo; e questo nonostante le varie vicissitudini che il "viaggio" ha incontrato fin dal Medioevo:

Anche questo XX secolo, secolo della modernità e della tecnica, continua a vedere moltitudini di persone che ripercorrono, magari con nuovi mezzi, gli antichi cammini. Alle ragioni originali altre se ne sono aggiunte: il turismo religioso, quello culturale, la curiosità, la ricerca di un pizzico d’avventura; ma non solo queste. Negli ultimi decenni comunque le antiche motivazioni sono nell’essenziale e nell’intimo ancora presenti.
Pochi anni fa un Papa venuto da Oriente ha guidato migliaia di giovani a piedi, a cavallo e in bicicletta su quei cammini sterrati e polverosi. [...] L’Infinito personale che è Dio un giorno ha preso un volto preciso, Gesù di Nazaret. "Solo in lui – dice Pascal – si può leggere il vero volto di Dio e l’autentico volto dell’uomo". Incontrarlo è scoprire una verità, possedere una speranza. In fondo l’uomo bussa alla porta del Mistero, cerca spazi di speranza, oasi di verità e punti di riferimento morale dove rifondare identità e senso del vivere. Questa schiera innumerevole di fedeli, che in un flusso continuo anche se differente nel migliaio di anni che la vede protagonista, ha necessariamente lasciato un’impronta di sé lungo i vari cammini.
Centri di ristoro, luoghi di culto punteggiavano la strada, mulattiere e ponti venivano via via creati per superare le gole o i torrenti di montagna, e gli artigiani spesso erano gli stessi pellegrini che portavano le loro tecniche dai più disparati luoghi della Cristianità. Non ci stupisce perciò trovare il luminoso barocco spagnolo ospitare severi cristi lignei germanici. Gli antichi sentieri mano a mano si trasformavano in strade di comunicazione anche commerciali, gli ostelli per pellegrini in alberghi per turisti e commercianti ; il tessuto sociale dei luoghi attraversati dalle strade si modificava. Questo se da un lato snaturava le motivazioni spirituali originarie, dall’altro manteneva la vitalità dei luoghi stessi e perciò la memoria e il futuro di quell’ antica avventura. L’essere pellegrino è quindi riscoprirsi in cammino, e penetrare così lo spirito del luogo; soprattutto percepire il significato che il luogo stesso ha per le tradizioni e la vita della comunità locale. Il turismo religioso, infatti, va oltre il puro e semplice viaggiare e il conoscere, per trasformarsi in un’esperienza interiore che lascia una traccia nell’esistenza.

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