Ciao
p. Michele,
che dire, non ci sono parole per spiegare
l'esperienza del ritiro. Almeno personalmente posso dire di aver veramente
vissuto, o fatte mie, le bellissime catechesi da te tenute riguardanti la
Pasqua. Abbiamo iniziato con il Salmo 26:"Ascolta Signore la mia voce, io
grido: abbi compassione e rispondimi, cerco i lineamenti del tuo volto nei
volti delle persone incontrate; aiutami a riconoscere il tuo volto nei
crocifissi della storia, nei volti sfigurati per le lacrime e il dolore,
in quelli tristi perchè hanno perso ogni speranza, in quelli arrabbiati
perchè hanno fame e sete della giustizia, sei tu l'unico che mi può
aiutare, scomodami dalle false sicurezze....". Parole come queste mi hanno
toccato il cuore, o semplicemente mi hanno fatto scoprire la Verità.
Rispecchiano esattamente la preghiera che io stessa vorrei rivolgere al
Signore. Quindi fondamentale è stato questo inizio, in cui ognuno di noi
chiedeva attraverso questo salmo al Signore la grazia di essere ascoltati
e guidati. Siamo poi passati da questa richiesta di aiuto al Signore ad un
salmo molto rassicurante, il 138: "Signore tu mi scruti e mi conosci, tu
sai quando seggo e quando mi alzo, la mia parola non è ancora sulla lingua
e tu, Signore già la conosci tutta. Se salgo in cielo là tu sei, se scendo
agli inferi, eccoti. Se prendo le ali dell'aurora per abitare
all'estremità del mare,anche là mi guida la tua mano e mi afferra la tua
destra; per te le tenebre sono come luce, sei Tu che hai creato le mie
viscere e mi hai tessuto nel seno di mia madre. Scrutami Dio e conosci il
mio cuore, provami e conosci i miei pensieri: vedi se percorro una via di
menzogna e guidami sulla via della vita.....". Anche queste sono solo
alcune delle parole del salmo, che però risultano preziosissime, perchè mi
fanno finalmente vedere la mia vita con gli occhi di Dio, danno un senso
alla mia persona, mi ricordano che sono stata creata con un fine, che c'è
un progetto per ognuno di noi, che penso sia la volontà, la possibilità,
dataci da Dio ovviamente, di partecipare del Suo Amore. E che cosa c'è di
più grande? Cosa si può desiderare di più?
Quindi non solo questo ritiro mi ha insegnato a
PREGARE con il cuore e con la mente, ma soprattutto cosa significa e
quanto valore ha la preghiera: utilissimi i tre momenti attraverso i quali
dividere la preghiera, riportati sul foglietto che ci hai consegnato: il
primo spazio, in cui si invoca lo Spirito Santo esprimendogli il problema
che si ha tra le mani; il secondo spazio, in cui si legge la parola della
domenica o del giorno interrogandoci: Gesù cosa vuoi da me e cosa
disapprovi in me? il terzo spazio dedicato al padre, in cui prendi qualche
decisione pratica abituandoti in questo modo ad amare con i fatti. perché
la preghiera deve portare all'azione. S. Giovanni ci invita ad
abbandonarci totalmente al Signore quando preghiamo e che se ci rivolgiamo
a lui con fiducia, chiedendo che sia fatta la sua volontá e non la nostra,
sapendo che lui ci ascolta, abbiamo anche la certezza di possedere giá
quello che gli abbiamo chiesto.
Immagini, discussioni, momenti di condivisione mi
hanno indotto a capire che con “Pasqua” si intende che la resurrezione del
Signore è la rinascita ad una nuova vita, la mèta raggiunta dopo una
strada in salita, la luce dopo il buio, la calma dopo la tempesta, la
gioia che segue la sofferenza. ecco allora l'importanza, il fine della
nostra vita, ecco allora che le croci e le sofferenze di ogni giorno
vengono viste con una nuova ottica, non più quella della disperazione e
quindi della morte o dell'inferno giá su questa terra, ma la visione di un
fine anche dietro il dolore, la consapevolezza che dopo questo dolore ci
attende sicuramente una gioia ancora più grande. e se non riusciamo a
mettere in pratica questo
é
perché la nostra carne, la nostra umanitá ci fa rendere conto di quanto
siamo fragili e di conseguenza di quanta umiltá è necessaria per
comprendere che senza l'aiuto di dio non possiamo far nulla. una volta
capito questo, sarà lui a riempirci, a guidarci, sostenerci e solo se ci
affidiamo a lui non avremo più paura di nulla, perché lui stesso ha
sofferto, ha patito, ha sopportato, ha dato la sua vita, il suo sangue e
morendo ha detto ad ognuno di noi: io ti amo!!!!e gioco tutto me stesso
per te perché tu vali il mio sangue. Quindi se con la passione, si è fatto
uomo, partecipando e prendendosi tutti i nostri peccati, con la
resurrezione, inseparabile e inevitabile conseguenza della sofferenza, ha
portato a compimento la sua promessa: io sono la via, la veritá, la vita.
Per tutte queste cose voglio ringraziarti p.
Michele perché quello che stai dando e trasmettendo a noi giovani è più
di quanto tu possa immaginare. Questo ritiro è stato frutto di un cammino
di gruppo, un gruppo partito con poche persone e che ora invece si sta
allargando. Un gruppo che sta credendo nei valori che tu, strumento di
Cristo, ci hai insegnato, per questo non posso che dirti grazie, perchè
neanche noi ci aspettavamo di crescere così tanto.
Daniela T.
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