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LE NOSTRE TERRE RUSTICHE

Dopo il meraviglioso risveglio dell'anno mille, la città e la campagna si erano emulate nell'ascesa dell'artigianato, nell'impulso all'agricoltura, nello sviluppo dei commerci, nella istituzione di savi ordinamenti; la potenza del dominio vescovile aveva raggiunto il suo apogeo; Zelo e Foromagno col rispettivo territorio sono saldamente legati alla pieve, dove il <capitano>; detiene il potere per conto dell'arcivescovo.
Un atto pubblico, a noi riserva tutta l'importanza primaria: è la prova precisa della esistenza ed efficienza di una comunità rurale; a Linate nell'anno 1150 c'è il Comune che ha dei rappresentanti. Il tutto ci autorizza a credere che lo stresso ordinamneto sarà esistito in altre località contermini, come Zelo e Foromagno. L'analisi del medesimo induce anche ad altre considerzioni: i rustici insorgono contro i diritti feudali; questo sarebbe uno dei primi esempi del moto di reazione della campagna, soffocato poi dall'imperversare della guerra col Barbarossa.

LA CHIESA DI SAN GIORGIO AL PALAZZO NEL '700 Il monastero di Sant'Ambrogio diviene per alcune località il vero signore feudale (dominus loci); una certa singolarità è rappresentata dagli interessi tenaci che ha sui beni di Zelo e Foromagno una nota chiesa milanese tutt'ora esistente: quella di San Giorgio in Palazzo. Un diffuso fenomeno religioso sociale della nostra campagna è poi costituito dall'ordine degli Umiliati, che si afferma in modo così decisivo, da compiere una vera e propria rivoluzione del sistema precedente.
Attraverso tutti questi movimenti terrieri assistiamo al differenziarsi ed al caratterizzarsi della società milanese che trasformano anche quella rurale. I possessori di Triulzio e di Bolgiano, di Linate e Zeloforomagno, tutte di legge longobarda, si mescolano per affinità originaria e successive parentele, coi giudici imperiali, coi monetarii ed i negociatores, e dal di fuori vengono a stabilirsi man mano in città. Hanno dapprincipio una dipendenza ecclesiale in quanto, con la dissoluzione della vecchia società, si sono premurati di riparare sotto le ali dl dominio vescovile.
Poi cercheranno la protezione dei loro interessi comuni alle nascenti corporazioni, mentre si farà sempre più netta la separazione fra i ceti cittadini , fra città e campagna, preludio dei grandi conflitti di quell'epoca e della successiva. i comune rustico, che come abbiamo visto affonda in profondità le sue radici, prenderà parte alla lotta.

Le campagne di Zeloforomagno come le altre della pieve e dei paesi vicini attraversarono nuovamente una delle ore più dure della loro storia, perchè le messi erano andate distrutte, le vite tagliate, la popolazione rustica paralizzate nel suo lavoro , nella sua produttività, nel suo commercio con Milano assediata; quando poi i rustici non furono cacciati dalle loro cascine preda del saccheggio e degli incendi, vessati dalla soldaglia o uccisi.
Le conseguenze politico sociali della fine delle brame imperiali nella lotta contro i comuni, furono incalcolabili; per la nostra storia locale, affiora un antico documento di manipolazione nella proprietà fondiaria, che porta il nome di Zeloforomagno alla ribalta di riflessi giuridici, i quali hanno interessato largamente gli studiosi.



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