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IL DUECENTO E GLI SFORZA

La civiltà cittadina è stata innanzitutto una civiltà rurale, a cui hanno concorso questi nostri paesi antichi, piccoli agglomerati di casolari come Zelo e Foromagno.
La città di Milano era popolata di mercanti i quali, abbiamo visto da inequivocabili documenti, popolavano coltivandole o trafficavano sulle pingui terre del nostro villaggio; Zelo e Foromagno e gli altri luoghi della pieve come Triulzio, Bolgiano e Monserchio, Linate per quella di Mezzate, erano tanti piccoli centri propulsori di una attività fortemente redditizia che dalla campagna si trasferiva nell'ecomomia della città.
Agli albori del secolo XIV nasce la figura classica del fittabile che concorre alla riunione in grandi fondi rustici delle pezzette di terra che il proprietario, (persona fisica od ente ospedaliero o monastico) affittava ai singoli contadini, o ai medesimi faceva lavorare per proprio conto diretto.
L'anno 1272, tale Grasselli riceveva con regolare contratto, l'investitura della decima totale ed il diritto di decimare che la chiesa di Zelo aveva sul completo territorio dei luoghi di Zelo e Zeloforomagno. Era probabilmente già un fittabile, che versava al prete una somma forfettaria, in cambio del diritto di esigere partitamente una pecentuale dei raccolti dai contadini e massari sottoposti.
Le contese degli appartenenti alle grandi famiglie, desiderose di aumentare la loro potenza, si riverberavano sul territorio circostante, nella campagna dove queste famiglie possedevano i loro feudi di investitura imperiale od arcivescovile. Molto turbolente furono le vicende che videro primeggiare i famosi personaggi della storia di Milano, ed a cui anche quella dei paesi circostanti come Zelo e Foromagno è strettamente legata.
Nel 1422 Filippo Maria Visconti, duca di Milano, dà facoltà a Vitaliano Borromeo di fortificare la "Peschiera" complesso rurale già proprietà dei frati negri, monaci agostiniani. I VISCONTI DI ZELOFOROMAGNO Dieci anni dopo il Borromeo ottenne il permesso ducale per costruire "fossato, ponte levatoio e porta nel palazzo detto la Peschiera". Il castello fu sede strategica di Francesco Sforza tra il 1448 e 1450, durante le operazioni militari per la conquista del ducato milanese e più tardi ebbe a soggiornarvi Luigi XII re di Francia, ospite dei Borromeo, una delle più llustri famiglie patrizie milanesi arricchitasi con l'attività bancaria.
Fu proprietà personale di San Carlo Borromeo, che sin giovinetto ebbe a passarvi i periodi estivi, come anche suo cugino, il "cardinal Federico"di manzoniana memoria.
La famosa pace di Lodi, venne segnata in gran segretezza il 9 Aprile, essa portò ad un lungo periodo di tranquillità che permise a Francesco Sforza, uno degli uomini più grandi del suo secolo di dedicarsi ad opere di benessere per il suo stato. Le nostre campagne, non più violate dalle truppe degli opposti eserciti rifiorirono, avviandosi alla costituzione di quei grandi fondi rustici ed alle ulteriori bonifiche idrauliche che ne hanno fatto la ricchezza giunta fino ai giorni nostri.
Durante il dominio sforzesco, vi sono assai stretti rapporti dei Borromeo con la casa ducale, ed attraverso di essi molti avvenimenti riflettono anche sulla storia locale del nostro territorio. La nemesi storica che perseguiterà i rampolli dell'ambizioso primo duca Sforza, segna la caduta della loro dinastia dopo ottantacinque anni (1450-1533).
Era il sangue dei Visconti, signori e duchi di Milano, passato negli sforza per il tramite illegitimo di Bianca Maria, figlia di una amante, che si sperdeva, cancellandosi il loro già potente stato dal novero delle potenze italiane, per giacere oppresso sotto il dispotico governo straniero. Uno di quei tanti rami della famosa famiglia continuò a proliferare e vivere per circa due secoli ancora sulla nostra terra di Zeloforomagno, all'ombra di quella antichissima chiesa di S.Martino.

ISCRIZIONE POSTA NELLA CHIESA DI ZELOFOMAGNO
Il compianto Parroco don Emilio Malerna ci ha trasmesso nel Liber chronicus della nostra chiesa una preziosa annotazione, che riportiamo integralmente <Della casa parrocchiale non si hanno memorie precise. uno scritto riporta la seguente iscrizione: lapide posta a ponente della Casa parrocchiale dietro il Coro della Chiesa>.
Un'altra nota, riportando la stessa iscrizione, la dice posta dietro il Coro della Chiesa, e vi pone la data 30 maggio 1844; Facta est trigesimo 1844>. <Questa iscrizione- continua il Parroco Maverna nel suo scritto - ricorda pure la Chiesa precedente procurata da Galeazzo Visconti nel 1519, la quale poi venne sostituita dall'attuale, iniziata nel 1692. Ricorda pure il cappellano, il quale avrà avuto la sua casa, alla quale, da quento sembra, vennero aggiunti altri locali dietro il coro della chiesa.
La parte verso ponente non è altro che il fienile adattato al bisogno>.



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