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STORIA E LEGGENDA |
La scena più diffusa della vita di S.Martino di Tours è quella della sua elemosina; giovinetto non ancora battezzato, quale militare nella guardia imperiale a cavallo, si sofferma colpito dalla pietà verso un mendicante seminudo; e non avendo in quel mentre altro da dargli, taglia con un colpo di spada il proprio mantello, e ne cede la metà a quel povero. Un senso di gentilezza ciconda la figura del giovane cavaliere, entrato nella milizia a quindici anni per volere del padre, che era ufficiale veterano dell'esercito romano. Vide la luce infatti tra il 316 ed il 317 a Sabaria, una città di guarnigione della frontiera dell'impero d'Occidente, ai limiti della pianura ungherese; ossia l'antica Panoniada dove poi discesero in Italia i Vinnili o Longobardi; nè si sa se fosse anch'esso barbaro o latino, originario dell'Italia settentrinale o dell'Illirico. Fu appunto nel grado di cirtor, ossia gregario nella ronda di notte in servizio di ispezione ai corpi di guardia, che avvenne il famoso fatto; poi, secondo i biografi, gli apparve in sogno Cristo che diceva agli angeli:<Martino, ancora catecumeno mi hai coperto col tuo mantello> . Ricevette quindi il Battesimo, mentre era nella guarnigione di Amiens, il giorno di Pasqua dell'anno 339. A quarant'anni lascio la vita da militare, e deciso a coronare il sogno della sua giovinezza, si fece monaco. Tale rimase per un decennio, iniziato agli studi teologici ed agli ordini sacri; predicando e lottando contro l'arianesimo dominante, fu in Pannonia, in Italia (a Milano), in Liguria ed a Roma. Alfine fu eletto a voce di popolo vescovo di Tours: un episcopato che durò ventisei anni, e divenne famoso per la sua azione fra le più significative ed efficaci: la evangelazzazione delle Gallie. Il suo merito più grande è la penetrazione del cristianesimo nelle campagne, ancora generalmente pagane. è noto il suo contegno fermissimo che tenne sempre di fronte alle autorità civili, rivendicando la piena autonomia del magistero ecclesiastico. Morì a Candes, mentre si trovava in visita pastorale ad una parrocchia l'8 novembre dell'anno 397. Divenne il santo nazionale, ed il suo culto fu diffuso soprattutto dai Franchi. É evidente che l'influsso derivante dalla sua permanenza nell'Italia settentrionale, ove si allargò la notorietà della prodigiosa sua vita e della predicazione contro gli eretici, sta alla base del culto che lo seguì dopo la sua morte. Così a Milano, e forse anche per le nostre campagne.
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