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I ROMANI NELLE NOSTRE TERRE E IL CRISTIANESIMO


Come scarsi in genere sono i ritrovamenti del periodo preistorico in questa terra, la stessa cosa va detta, per le località lungo il corso del Lambro e dell'Adda, anche per i ritrovamenti celtici. L'anno 222 avanti Cristo, 532° di Roma, le legioni dei consoli Gneo Cornelio Scipione e M.Claudio Marcello danno l'assalto al baluardo gallico dopo un memorabile assedio; la nostra terra diventa romana e tale resta, anche quando la fierezza degli insubri si oppone con ripetute ribellioni all'invasore; nuove leggi, e cultura, e cittadinanza sono i fattori dello sviluppo politico di Milano.
URNA CINERARIA D'EPOCA ROMANA La romanità si sente ovunque pulsare; forse nella bellezza della terra; forse in quel rustico connubio di antichi elementi d'arte e di civiltà con l'apparato agreste di nostri villaggi e cascinali, dove un capitello romano regge il soffitto di una stalla o di un mulino, come innumerevoli sarcofaghi fungono qua e là da abbeveratoi per il bestiame; forse infine perchè la gran parte dei nomi di paesi e di piccole località ripete la sua origine degli antichi abitatori Celti, e soprattutto dai Romani, apportatori di sviluppo, di lavoro edi civiltà.
Poniamo in testa il nostro Agello, un piccolo ager, un piccolo campo: il toponimo si è poi trasformato strada facendo lungo il corso dei secoli in Azello, quindi Zello, ed infine Zelo; la seconda parte del toponimo stesso, ossia Foromagno, non è altro che un'aggregazione, perchè indica una località distinta dalla precedente.
Esso potrebbe ricondursi al latino Forum magnum, di facile accezione; e tale infatti è stato il significato che gli si è voluto dare fino alcuni anni or sono; un significato prevalentemente curiale. Senonchè esso contrastava con la realtà; un nome troppo altisonante per un minuscolo villaggio; pertanto storici e glottologi sostengono una diversa interpretazione. Trionfo della romanità sulla nostra terra, più nelle opere civili che in quelle guerresche, quindi mentre Milano cresceve e si abbelliva di palazzi, templi e monumenti, l'agro milanese fioriva nel  rigiglio delle culture, dei frutti e degli animali, non senza che le quadrate legioni scandissero il loro passo sulle strade consolari che si irradiavano da Milano come la nostra Paullese; non senza che si trascurassero  le necessità della difesa con lo stabilire dei presidi militari lungo il loro tracciato od in particolari punti  strategici e Foromagno poteva essere uno di questi.
Milano diventa centro del governo civile dell'impero romano (anno 49) e di quello ecclesiastico, ove la vita degli adepti fu assai travagliata e tempestosa sia  prima che dopo della libertà di culto concessa con l'editto di Costantinopoli. Non attecchì facilmente nella nostra campagna, fortemente legata alle tradizioni ed ai riti del paganesimo, se non qualche secolo dopo.
Si può dire pertanto che solo verso il V secolo, la evangelizzazione sia stata medotica e completa; alla costituzione di gruppi cristiano rurali guidati da preti residenti, segue la fondazione di battisteri, e quindi il sorgere della chiesa battesimale che porterà in sè della futura pieve, la pieve cristiana.

IL TERRITORIO DELLA PIEVE DI MEZZATE Milano, già capitale di un impero è completamnte rovinata, declassata, poiche i barbari preferiscono l'aperta campagna dove si accampano; la vita vi si organizza, prima a spese degli abitatori indigeni; poi nell'inserimento agricolo sui terreni assegnati ai capi militari ed ai loro gregari. Non si fondano città e si trascurano , se non addirittura si disprezzano quelle esistenti; i centri barbarici del contado sono le nuove entità amministrative organizzate su base agricola militare.
Uno di questi centri può considerarsi la valle del Lambro ad oriente e mezzogiorno della città, nelle zone che saranno poi conosciute sotto il nome dei Corpi Santi e delle pievi di Mezzate, San Donato e San Giuliano. La pieve ebbe attraverso i secoli una enorme importanza anche nel civile, alcune pievi assunsero un ruolo sempre più distinto in mezzo alle chiese dipendenti; altre infine scomparvero completamente come ad esempio l'antica pieve di San Giuliano.
Sulla riva sinistra del Lambro, diverse piccole comunità rurali che denunciavano nei loro nomi l'origine celtica o romana, nonchè le sovrapposizioni longobarde e franche, furono riunite assai lontanamente in una piccola pieve, quella di Mezzate, di cui abbiamo notizie certe da documenti dell'XI e XII secolo. Raggrupava le chiese di Linate, Mirazzano e Fiorano, esse pure antichissime. Molto importante era quella  di San Donato in strada; essa raggruppava numerose località, fra cui il nostro Zeloforomagno, una propaggine al di qua del lambro.
Questo lembo di terra non era unito al suo capo di pieve nemmeno da un ponte. A sud di Linate, il Lambro si avalla e serpeggia nella vasta campagna. Poche centinaia di metri ad oriente del fiume deve essere sorto in epoca antichissima quel nucleo abitato che prese il nome di campo, un piccolo campo, Agello.Un altro nucleo abitato si formò forse in epoca posteriore e con diversa origine: la Faramania, ossia Foromagno; oppure erano due faramanie, o assegnazioni militari ad arimanni, di cui si unì al preesistente pagus romano: Agello foramania, il nostro Zeloforomagno.
Sul principio del V secolo la nostra campagna satellite fu invasa dai Visigoti di Alarico che atterì Milano. Una cortina di nebbia cala sulla vita politica e religiosa su Milano, il cui ruolo già preminente verrà assunto da Ravenna; se non si hanno notizie di storia, men che meno per la campagna circostante.



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