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IL COMUNE
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La legislazione austriaca in materia amministrativa degli enti locali era da considerarsi quasi un modello di perfezione, rispetto a quella degli altri Stati italiani, ed i documenti contabili conservati nell'Archivio del Comune di Pechiera Borromeo, all'analisi delle spese forniscono elementi molto interessanti. I primi si riferiscono all'anno 1881, naturalmente divisi per i due Comuni separati di Zelo e Foromagno, i quali vedremo riuniti solo successivamente. Il passaggio della dominazione napoleonica come meterora, non ebbe il tempo di far cambiare sostanzialmente le cose, che si mantennero come prima, fino ed oltre la Restaurazione.
I signori Deputati all'Estimo non sono molto assidui alle sedute comunali ed al disimpegno delle loro incombenze amministrative. E si pagano sempre spese per strade ... strade ... strade ... L'acqua da noi era abbondante, e per tenere sotto bene bene le marcite, il campanaro sollevava troppo le paratoie degli incastri; e giù rivoli anche sulle strade. Quella della Boscana, il regno del fango, era all'ordine del giorno. Nel 1823 le anime a Foromagno risultano 156. Non variazioni di rilievo negli anni successivi, salvo che vediamo occupato il posto della levatrice (signora Maria Vittalini) e la stranezza che il locale per la scuola ha il fitto compreso nel salario del maestro, e quindi a suo carico. ll medico condotto è il dott. Giuseppe Cesere che anticipa di tasca sua il costo del vaccino, il Comune è in bolletta... Ci si accorge frattanto di un fatto nuovo: senza poter cogliere con precisione dati e decreti, è venuta, quasi insesibilmente, almeno sulla carta, la riunione dei due piccoli Comuni, la prima in ordine di tempo e che verrà seguita a distanza di alcuni decenni, dagli altri. Difatti, nei rendiconti dal 1832 al 1836, si nota la intestazione dei documenti, come segue: "Comune di Zelo e Foromagno - Provincia di Milano, ecc." Ma tutti non se ne erano ancora abituati, perchè vi è una confusione di scartoffie , per cui le due Comunità, per alcun tempo vengono ancora tenute separate fra di loro sotto il titolo di "Frazioni", anche amministrativamente; infatti era chiaro che fin dalle origini, i dipendenti Comunali erano unici, anche perchè unica era la sede del Municipio, come la scuola elementare, la Chiesa, il cimitero e via dicendo. Le spese militari fanno capolino con una certa insistenza: presentazione dei circoscritti ed indennità di soggiorno ai medesimi, raccolta di armi, fornitura di coperte e lenzuola agli ospedali militari di Monza... Le giovani spose morivano spesso di mal sottile o di parto, o dell'uno o dell'altro assieme; spose che sono diventate nonne al di là della vita; quando ne erano uscite, appena avevano udito i vagiti od il primo balbettare dei figli. Con decreto ministeriale del 9 giugno 1870 tutti i piccoli Comuni del nostro circondario vennero fusi in uno solo con il nome di Mezzate con sede municipale a Linate. Ivi la famosa cortazza, avanzo di monastero, ma ora "corte dei contadini" con molti pollai e porcili, riunendo sotto il suo tetto cadente l'ufficio municipale, scuola, ambulatorio, medico ed abitazione di tutti i funzionari e dipendenti, diveniva il centro amministrativo che governava tutti i precedenti, ridotti a frazioni.
Chiesa e Comune autonomo sono andati di pari passo, fino all'età contemporanea ossia col raggiungimneto dell'Unità ed Indipendenza d'Italia. La gloriosa Parrochia di San Martino, nel civile, ora è territorio del Comune di Mezzate (1870), ora di Linate al Lambro (1915), infine di Peschiera Borromeo (1934). Essa continuerà da sola la sua strada mantenendosi storicamente alla dipendenza della Pieve di San Donato, come da sempre, a differenza delle altre parrochie del Comune, fino ai nuovi ordinamenti attuali. La Parocchia, come ha detto il nostro arcivescovo Carlo Maria Martini durante la celebrazione centenaria della erezione della chiesa, "..aveva soprattutto uno scopo che è rimasto inalterato, sempre uguale fino ad oggi: quello di mettere santi preti vicino alla gente, per essere testimoni, sostenitori di tutte le difficoltà del vivere quotidiano. Dunque, questi quattrocento anni di storia hanno voluto significare un grande desiderio di partecipazione, di vicinanza a tutte le famiglie, a tutti i problemi della casa, del lavoro, a tutte le difficoltà quotidiane che vivono tutti" . |