Il suono delle campane nelle credenze
popolari si pensa possa allontanare le potenze del male. Il diritto
canonico, invece, stabilisce che "in ciascuna chiesa vi debbano
essere le campane con le quali i fedeli siano invitati ai diversi uffici
e agli altri atti di religione".
E' raro che non si siano mai sentiti i detti "suonare le campane
a festa", per indicare la celebrazione di qualche lieto avvenimento,
oppure "suonare le campane a morto", per annunciare un funerale,
oppure ancora "legare le campane", ovvero sospenderne il suono
in occasione di particolari periodi di lutto liturgico (per esempio
durante la Settimana Santa).
Le campane inoltre sono considerate res sacrae, ricevono per
questo la benedizione dal vescovo o da un suo delegato e non possono
essere suonate per usi profani, eccetto in casi di necessità
(un incendio), in casi straordinari (fine di una guerra) e per legittima
consuetudine.
Più profanamente le campane, per chi sa porre sufficiente attenzione
ai loro rintocchi, scandiscono le giornate, dando magari la sveglia
o la buona notte o avvisando quando è tempo di mettersi a tavola.
Le "sentinelle del nostro campanile, possenti e pesanti, ma nello
stesso tempo così leggiadre, hanno avuto un passato non proprio
tranquillo, fino a giungere ad un presente tecnologico, dove le vecchie
corde tirate dalle robuste braccia del sacrestano sono state sostituite
dai più sofisticati impianti elettrici. Forse non tutti sanno
che durante la II Guerra Mondiale, nel 1943, le campane vennero smontate
dalla ditta Ottolina per "motivi di guerra". Le campane erano
due all'epoca, per un peso complessivo di Kg 2688. All'atto del ritiro
il sottosegretario di Stato per la fabbricazione di guerra si impegnava
a consegnare, a partire da un anno dopo la stipulazione dei trattati
di pace, l'80% di rame e il 20% di stagno delle campane ritirate, a
versare a titolo di rimborso per le spese di rifusione e ricollocamento
al posto £ 5 al Kg per le campane con peso superiore a Kg 1000.
Dalle notizie ritrovate in archivio non ci è dato sapere se le
campane vennero davvero rifuse. Sappiamo per certo, invece, che negli
anni 1957 - 1959 avvenne il restauro della cella campanaria, sempre
eseguito dalla ditta Ottolina, per un importo complessivo di £
1.284.060, pagato anche grazie alle offerte di 506 famiglie delle parrocchia
(su un totale di 1200) ammontanti a £ 587.800. Vennero istallati
due ceppi nuovi e una campana nuova di bronzo, corde di canapa, corde
metalliche, contrappesi, battagli, tre cinghie di cuoio grasso e infine
una tastiera per il gioco a festa. Già nel 1954 per
motivi di sicurezza il campanile era stato dotato di un nuovo parafulmine
costato £ 65.000 (esclusa opera muraria di scavo e 10 Kg di
carbone di legna), acquistato dalla ditta Rusconi, specializzata
in Italia per nuovi impianti e per il rimodernamento di quelli antiquati.
Fu la stessa ditta a consigliare l'installazione, scrivendo al parroco
che avvicinandosi la stagione dei temporali e dei fulmini l'impianto
dei parafulmini aveva estremo bisogno di essere rimesso in officina.
Non vi sono altre testimonianze di lavori di riparazione o manutenzione
delle nostre campane e del loro impianto di soneria. Si sospetta ne
siano avvenuti diversi, l'ultimo dei quali poche settimane fa. In tale
occasione le campane sono state smontate e poste nel cortile della casa
parrocchiale per alcuni giorni. Prima che fossero rimesse al loro posto
abbiamo avuto la possibilità di osservarle da vicino: decorate
con motivi floreali, icone di angeli e santi, crocefissi portano anche
la data in cui sono state create e iscrizioni in latino. Due campane
sono datate 1895 mentre la terza è datata 1896. Non sappiamo
se le campane siano davvero ultracentenarie o se in caso di rifusione
sia stata stampata la data originaria. Le iscrizioni ancora leggibili
riportano le seguenti invocazioni:
- Liberaci, o Signore, dalla fame e
dalla guerra;
- Cristo vince, Cristo regna, Cristo impera;
- Discendi dal Cielo, o Signore, e visita la nostra vigna.
Sulle campane è impresso anche
il nome della ditta che le ha prodotte: Mazzola di Valduccia, Valsesia,
Lecco.
Purtroppo, questa volta l'archivio non
è stato molto generoso con noi, ma speriamo che quel poco che
abbiamo trovato possa aver ridestato la vostra attenzione verso quei
rintocchi sempre più "ovattati" a causa del rumore
e della forza dell'abitudine
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