Continuando il viaggio nella
storia della nostra parrocchia ci è sembrato doveroso dedicare
un po' di spazio a tutti i parroci che si sono succeduti alla sua guida.
In questo articolo ci occuperemo dei primi tre sacerdoti, dei quali,
purtroppo, l'archivio conserva poche notizie.
Nel 1868, non appena terminata la costruzione della chiesa
parrocchiale (iniziata nel 1864), il primo sacerdote ad essere investito
della carica di parroco fu don Anselmo Giana, del quale abbiamo rinvenuto
solamente l'atto di nomina, scritto ovviamente in latino antico, dal
quale però non si ricavano informazioni utili.
Non conosciamo perciò a tuttora nessun dato anagrafico circa
la sua persona, il suo operato nella nostra comunità o la sua
vita. L'unica notizia certa è la durata del suo incarico che
si concluse nel 1891, solo due anni prima che la chiesa venisse consacrata.
E' dunque probabile che nei 23 anni trascorsi a S.Albino egli si sia
dedicato alla vera e propria formazione materiale e spirituale della
neonata parrocchia, lasciandoci in eredità il frutto dei suoi
sforzi passati sotto silenzio al vaglio del tempo.
Suo successore dal 1891 al 1930 fu don Luigi Bassani. All'interno dell'archivio,
pur mancando chiare informazioni anagrafiche sul conto di questo sacerdote,
sono conservati documenti riguardanti la sua morte e il suo funerale.
Si legge infatti:
Oggi, 5 dicembre, moriva povero il buon parroco don Luigi Bassani dopo
39 anni di ministero. Durante la malattia fu sempre assistito dagli
uomini e dai giovani di Azione Cattolica. Egli stesso prima di morire
dettò l' epigrafe da collocarsi sul suo sepolcro:
Buoni parrocchiani: pregate per il vostro parroco don Luigi Bassani
che sempre vi amò e non vi dimenticherà mai.
I funerali imponenti si svolsero il mattino del 9 dicembre. Intervennero
circa 30 sacerdoti e gli oratori di Brugherio e Concorezzo. Ressero
i cordoni i podestà di Concorezzo e Brugherio, il parroco di
Caponago don Villa e il canonico don Angelo Pessina.
All'opera di don Luigi è da attribuire fra le altre cose la prima
uscita dell'antenato di Nuovi Orizzonti, che allora si chiamava semplicemente
Bollettino Parrocchiale, nel dicembre del 1930.
L'attaccamento dei fedeli a questo sacerdote e ancor oggi testimoniato
dal fatto che a suo ricordo sia stata eretta una lapide, costata 1851
Lire (la più costosa tra le tre alternative proposte nel preventivo
dell’esecutore), tuttora presente sulla piazza della chiesa, interamente
pagata con le generose offerte della popolazione, nonchè il fatto
che anche un condominio, al n°9 di via Adda porti il suo nome.
Nominato coadiutore il 18 agosto del 1930, don Arturo Salvioni, giù
coadiutore ad Oreno, arrivò subito in parrocchia in bicicletta
il mattino del 21 agosto per celebrare la Messa. Alla morte di don Luigi
fu nominato suo successore e fece il suo ingresso ufficiale il 10 maggio
del 1931.
Dopo un triduo di preparazione arrivò da Carugo, suo paese nativo,
il novello parroco seguito da un corteo di 22 automobili e dal corpo
musicale. Fecero da padrini il sig. Sala Luigi e il Conte Lorenzo Porro
Schiaffinati. Il ricevimento avvenne a S. Damiano sul principio di via
della Vittoria, seguito da un corteo dalla chiesa di S. Anna a quella
parrocchiale.
Nel caso di don Arturo sono più numerose le informazioni reperibili
nell'archivio, che conserva un volume manoscritto, il Liber Cronicus,
recante tutte le informazioni riguardanti ogni iniziativa e attività
parrocchiale, oltre ad ogni celebrazione liturgica, fino al 1945. Durante
la sua permanenza in parrocchia, che si protrasse fino al 1951 (anno
in cui fu nominato parroco di S. Biagio), ebbe l'occasione di festeggiare
con i suoi parrocchiani il 25° anniversario di sacerdozio (6 luglio
1913 - 1938). Per l'occasione furono organizzati festeggiamenti che
impegnarono tutta la popolazione tanto dal punto di vista materiale,
con addobbi e cortei, quanto dal punto di vista spirituale, con confessioni
e celebrazioni collettive molto sentite.
Per buona parte del suo mandato don Arturo ebbe come obiettivo delle
sue opere la costruzione di una nuova chiesa parrocchiale che, secondo
il Card. Schuster, si era resa necessaria, in posizione più centrale,
per accogliere una comunità in forte espansione.
In una lettera indirizzata dal parroco ai suoi parrocchiani in occasione
del S.Natale del 1939 si legge:
non posso nascondervi le mie preoccupazioni per la nuova chiesa, che
tutti vogliono vedere presto ampia e bella. Nell' ultima Visita Pastorale
(ottobre 1937) S.E. il Signor Cardinale congedandosi diceva: "Verrò
a S. Albino quando mi chiamerete per benedire la prima pietra del nuovo
tempio".
Con queste parole rivolte a voi l' Arcivescovo metteva sulle spalle
del vostro Parroco una gran Croce.
Nei difficili anni della seconda guerra mondiale l'interessamento di
don Arturo andrà spesso verso quei parrocchiani che, chiamati
alle armi o privati dei loro cari dal conflitto, avevano necessità
di un conforto morale e spirituale.
Nei suoi ultimi anni in parrocchia, animati dai fermenti politici e
sociali successivi alla guerra, cercò infine di creare una coscienza
civile nei suoi parrocchiani, indirizzandola secondo i valori cristiani.
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