da "Il Cittadino"
- 4 Maggio 1961
Un clima di leggenda si è creato intorno alle origini
di S.Albino. Una leggenda che trae alimento dalla fede del popolo, che
sente la potenza drammatica della lotta tra il bene e il male. questo
forte sentimento prende corpo - in una certa epoca della storia - nella
non meglio definita figura di un tale Albuino, tiranno di Monza, che,
condannato per le sue malefatte, si eclissò, aggirandosi per
la folta boscaglia della Cascina Bastoni (S.Albino). [Notiamo di sfuggita
che il nome Bastoni si vuole derivi da un vescovo di Pavia, chiamato,
appunto, Bastoni, il quale, con tutta probabilità doveva essere
proprietario di una tenuta nel Monzese].
Dopo lungo vagare attraverso zone impervie e disabitate, ma avendo ormai
deposto ogni idea brigantesca, il tiranno si convertì e cominciò
una vita di penitenza. La sua presenza, nota agli abitanti, che avevano
preso in simpatia il singolare penitente, non fu mai denunciata alle
autorità. La stessa popolazione, però, la quale, intanto,
aveva mutato il nome di Albuino in Albino per salvare formalmente la
legge, celebrò una specie di processo dell'ex tiranno, presente
in effige, che, alla fine, fu bruciata.
Sotto il profilo storico non possediamo notizie di sorta e ciò
ci induce a pensare che S.Albino non abbia mai rivestito un ruolo superiore
a quello di una modesta cascina dell'estrema periferia della città,
tagliata, pertanto, da questa e pressoché dimenticata.
Come parrocchia S.ALbino fu distaccata, verso la metà del secolo
scorso, da quella di S.Gerardo di Monza. La chiesa, dedicata alla Natività
di Maria Santissima, non ha niente di antico né di artisticamente
interessante. La parrocchia risulta formata dall'unione di due frazioni,
e cioè: S.Albino di Monza e S.Damiano di Brugherio. In quest'ultima
esiste un oratorio, dedicato, appunto, a S.Damiano.
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