Cascina dé Bastoni

A nord-est del territorio di Monza con Brugherio, vi è un abitato che attualmente conosciamo come S.Albino. Al centro di esso un insieme di case civili e coloniche era conosciuto come "cascine dé Bastoni". Per descrivere la storia di questa cascina bisognerebbe scrivere un libro. Questa cascina è sempre appartenuta alla giurisdizione di Monza. Quando non si avevano ancora notizie sicure sulla derivazione di "Bastoni", i vecchi raccontavano che il nome derivava dal fatto che, chi malauguratamente passava da queste parti, veniva preso a bastonate. E' pur vero che nell'ottocento, le nostre contrade erano infestate da bande di briganti che assalivano i viandanti e che la stampa dell'epoca chiamava: "capitani d'industria".
Le prime notizie storiche su cascine dé Bastoni ci vengono date dal canonico Frisi, padre della storiografia monzese. Dal libro "Memorie storiche di Monza e la sua corte" ecco cosa scrive: "La chiesetta delle "cascine dé Bastoni", intitolata alla Madonna di Settembre, cioè la nascita della Beata Vergine, ha bisogno di riforme in molte cose".
Il Frisi ci dice che queste notizie le ha trovate in fogli sparsi del 1100/1200 (XII/XIII sec.). Ciò dimostrerebbe che anche molto prima delle date riportate esisteva già una cappella dove saltuariamente avvenivano celebrazioni eucaristiche. Da questa notizia rileviamo che già la cascina veniva chiamata "dé Bastoni". La toponomastica è data dal nome della famiglia proprietaria di dette cascine. Attualmente il nome compare ancora nelle rubriche telefoniche di Roma, Trento e nella Puglia. Ciò non deve meravigliarci perché dal censimento del 1545/46 compariva un messer Protasio Grillo di Napoli il quale aveva 250 pertiche di terra alla "cascina dé Bastoni". Il primo documento che ho trovato in cui compare il nome "dé Bastoni" è del 2 luglio 1422. In questo documento si parla di una vendita fatta da Giovannina dé Bastoni a Gennaro Brambilla, inerente due brogli boscati con vitidentro, siti nelle "cassine dé Bastoni", territorio di Monza, per il prezzo di 4 fiorini.
Il 15 maggio 1476 Gerardo Bastone dà alla veneranda Scuola di S. Marta una pezza di terra-vigna, vicino alla "cassina dé Bastoni". Da questo documento compare anche il nome Margherita, moglie del suddetto Bastone, questo perché deve approvare e liberare detta permuta. Con data 5 marzo e 24 aprile 1490 Giovanni Bastone permuta una vigna. Certamente la famiglia dé Bastoni non abitava più nella sua cascina, dal censimento del 1545/46, già citato in precedenza, compare che a cascina dé Bastoni risiedevano 7 fuochi (famiglie) e 39 bocche (persone). Non compare nessun Bastone o Bastoni, neppure come proprietari di terre.
Quando pensiamo a quei tempi, "cascina dé Bastoni" non dobbiamo pensarla a come la vediamo oggi. Dalla visita pastorale di S. Carlo Borromeo del 1578 e dalla relazione della chiesetta da lui visitata, (ora negozio alimentari Carcano), veniamo a conoscenza che all'esterno della chiesa vi era un piccolo cimitero, delimitato da una cinta di legno. Alla parte sinistra della facciata vi era una campana. L'interno era indecoroso e l'altare era costituito da un semplice asse di legno ubicato tra due finestrelle. Da altri documenti veniamo a sapere che la strada, costeggiando una murella che delimitava la proprietà di detta chiesa, passava sul lato sinistro e non sul destro.
Fino alla fine del 1700, dove oggi vediamo la piazzettina a fianco della chiesa (ora negozio alimentari Carcano), vi era un bosco da taglio, cioè legna da ardere nei periodi invernali. In questa chiesetta nel l864 Mosè Bianchi portò il quadro raffigurante "La comunione di S. Luigi Gonzaga", e non come si crede nella Parrocchiale. Il quadro venne commissionato dal parroco di allora, reverendo Giana. La mattina del 30 giugno del 1865, una tromba d'aria violentissima causò 2 morti a Brugherio, 2 a cascina Fumagalli, 9 feriti e l'abbattimento nelle nostre zone di 136 piante. La velocità della tromba sembra fosse di circa 300 e più metri al minuto con una larghezza di addirittura circa 400 metri. Fortunatamente cascina dé Bastoni e la chiesetta contenente il quadro del Mosè Bianchi vennero risparmiate.
In questa breve storia ho voluto parlare più della famiglia dé Bastoni che del tessuto urbano, per togliere i molti dubbi che vi erano sul nome del nostro paese.


La ex-chiesetta delle cascine dé Bastoni


Una parte della vecchia "Cascina dé bastoni"

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