Corso
introduttivo alla Preghiera
"Maestro
insegnaci a pregare"

L'IMPORTANZA DELLA
PREGHIERA (1^ settimana)
2. Sto alla porta e busso (2° giorno)
"Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me" (Ap 3,20).
Cosa fare nella tiepidezza, quando cala totalmente e consapevolmente il fervore? L'unico rimedio è la preghiera del cuore rinnovata. La tiepidezza è un male tremendo, perché acceca: può far arrivare a dire: "Sono ricco, non ho bisogno di nulla"; allora il male è gravissimo. Cosa fare? Il Signore stesso ci dice che lavora anche intorno al tiepido. Cosa fa? "Sto alla porta e busso". Il Signore si fa sentire anche quando l'uomo è scontento, in preda al rimorso e al disagio, nauseato di se stesso. Dio bussa! Si va e si apre. Aprire al Signore che bussa è il pentimento. Quando si ha il coraggio di dire: sono un peccatore, quello è il momento preciso in cui stiamo andando alla porta ad aprire al Signore. La sincerità e il pentimento spalancano la porta a Dio. Non basta la scontentezza, ci vuole il pentimento! E il Signore farà subito festa: "Cenerò con lui ed egli con me".
E' l'inizio dell'intimità, dell'amicizia, della vita nuova. Il pentimento non è fatto di chiacchiere, è fatto di cose concrete. Ecco perché entrando il Signore bisogna che gli imbandiamo la tavole perché possa cenare con noi. Ma l'invitato non viene a mani vuote. Porta sempre qualcosa con se. E' il suo Amore e la sua Misericordia che arricchisce la nostra tavola. Comincia allora la fase profonda della preghiera del cuore. Ci si lascia amare.
Nella preghiera ci sono tre pulsanti: UMILTA' - AMORE DI DIO PER NOI - AMARE.
L'umiltà consiste nel mettersi davanti a Dio così come si è. E' fare il punto della nostra situazione con molta franchezza, con sincerità profonda, senza mezze misure, toglierci la maschera. Non dimentichiamo la lezione importante che ci ha dato Gesù con la parabola del pubblicano e del fariseo al tempio... Basta poco per commuovere il cuore di Dio.
L'amore di Dio per noi è il pulsante decisivo. Convincersi che Dio mi ama. Questo deve essere il punto fermo della preghiera. Si deve lottare con tutte le forze per costruirsi questa convinzione. I mezzi sono due: il ringraziamento e la Parola di Dio letta in chiave di amore.
RINGRAZIAMENTO: costruirsi la palestra e scegliere alcuni momenti della giornata in cui fare allenamento: al primo mattino appena alzati, in viaggio, durante il lavoro. E' la palestra che fa i muscoli all'atleta.
Poi la PAROLA DI DIO aiuta moltissimo a pensare all'amore di Dio. Ma bisogna rettificare una nostra distorsione mentale: leggere la Parola di Dio in chiave moralistica; è un grosso errore! Bisogna imparare a leggere la Parola in chiave di amore. Ci si deve abituare a leggere la Parola con una lettura tridimensionale. Si fa così.
Prima dimensione: la lettura come suona, fatta con fede, con venerazione, con attenzione.
Seconda dimensione: rileggere chiedendoci: che cosa mi insegna questa pagina sull'amore di Gesù per me?
Terza dimensione: rileggere interrogandoci: che cosa mi insegna sull'amore del Padre?
L'amare. Come si ama nella preghiera? E' difficile a dirlo, forse tutto sta in una cosa semplicissima, tutto sta nell'offrirsi a Dio.