Maggio 1999 Anno VII n°69



Signore donaci la pace    (di Papa Paolo IV)
Risposta del Card. Carlo maria Martini
Nuovi arrivi nel quartiere -2-
  (di Paola Bertolina)
Caro don Giulio...
  (di Danielina)
Da Taizé...   
  (di Marco e Monika)
Missione decanale
  (di Luigi Maria Bonifati)
Un'estate diversa    
  (di Michele Tonutti)
Emergenza Kosovo
Oratorio feriale 99
Auguri a Massimo Fogliadini
Cerco lavoro
Mese di Maggio/Giugno
Anagrafe parrocchiale


SIGNORE DONACI LA PACE

Signore,
noi abbiamo ancora le mani insanguinate dalle ultime guerre mondiali, così che non ancora tutti i Popoli hanno potuto stringerle fraternamente fra loro.

Signore,
noi siamo oggi tanto armati come non lo siamo mai stati nei secoli prima d’ora, e siamo così carichi di strumenti micidiali, da potere, in un istante, incendiare la terra e distruggere forse anche l’umanità.

Signore,
noi abbiamo fondato lo sviluppo e la prosperità di molte nostre industrie colossali sulla demoniaca capacità di produrre armi di tutti i calibri, e tutte rivolte a uccidere e a sterminare gli uomini nostri fratelli; così abbiamo stabilito l’equilibrio crudele dell’economia di tante nazioni potenti sul mercato delle armi alle nazioni povere, prive di aratri, di scuole e di ospedali.

Signore,
noi abbiamo lasciato che rinascessero in noi le ideologie che rendono nemici gli uomini fra loro: il fanatismo rivoluzionario, l’odio di classe, l’orgoglio nazionalista, l’esclusione razziale, le emulazioni tribali, gli egoismi commerciali, gli individualismi gaudenti e indifferenti verso i bisogni altrui.

Signore,
noi ogni giorno ascoltiamo angosciati e impotenti, le notizie di guerre ancora accese nel mondo.

Signore,
guarda i nostri sforzi, inadeguati, ma sinceri, per la pace nel mondo.

Signore,
vi sono tante tombe che stringono il cuore, famiglie spezzate dalla guerre, dai conflitti, dalle repressioni capitali; donne che piangono, bambini che muoiono; profughi e prigionieri accasciati sotto il peso della solitudine e della sofferenza; e vi sono tanti giovani che insorgono perché la giustizia sia promossa e la concordia sia la legge delle nuove generazioni.

Signore,
tu lo sai vi sono anime buone che operano il bene in silenzio, coraggiosamente disinteressatamente e che pregano con cuore pentito e con cuore innocente. Vi sono cristiani, e quanti, o Signore, nel mondo che vogliono seguire il tuo vangelo e professano il sacrificio e l’amore.

Signore,
agnello di Dio, che togli i peccati del mondo,
dono a noi la pace.

Paolo VI - Giornata Mondiale della pace 1970

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Risposta del Cardinale Carlo Maria Martini

Le parole della preghiera di Paolo VI furono riprese dal Cardinale C.M. Martini durante la veglia di preghiera per la pace del 29 gennaio 1991 organizzata in occasione della "guerra del Golfo". Le parole pronunciate allora sono quanto mai attuali, per questo le riproponiamo in parte perché la loro chiarezza e forza indicano sentieri di pace da percorrere andando oltre il momentaneo coinvolgimento emotivo che la drammaticità dei fatti di cui siamo testimoni (e responsabili?) inevitabilmente suscita.

"Paolo VI fa passare, in questa preghiera, tanti peccati sociali della nostra epoca, peccati particolarmente evidenti ma che cercavamo di emarginare, a cui cercavamo di non pensare.

Però non possiamo nasconderci come questi egoismi evidenti, che vengono a galla, abbiano origini oscure e tenebrose nel fondo dei nostri stessi cuori.

Noi non abbiamo saputo fare un esame di coscienza nel profondo.

Ha detto giustamente qualcuno: "I fiumi di sangue sono sempre preceduti da torrenti di fango". In tali torrenti abbiamo sguazzato un po’ tutti noi umani, uomini e donne di ogni paese e latitudine: l'immortalità della vita, gli egoismi personali e di gruppo, la corruzione politica, i tradimenti e le infedeltà a livello interpersonale e familiare, il menefreghismo, l'indolenza e lo sciupio delle energie di vita per cose vane, frivole o dannose, l’insensibilità di fronte ai milioni di esseri umani la cui vita è soffocata con l’aborto, il volgere la testa di fronte alle miserie di chi sta vicino o di chi viene da lontano, il commercio della droga...

Se oggi c’è una guerra – lo ha ripetuto il Papa – non è perché le cose si siano mosse quasi per caso o per sbaglio, pur se ci sono delle responsabilità precise, a cui nessuno potrà sfuggire. C’è una guerra perché, per tanto tempo, si sono seminate situazioni ingiuste, si è sperata la pace trascurando quelli che Giovanni XXIII chiamava "i quattro pilastri della pace", cioè, verità, giustizia, libertà e carità. Ogni colpa pubblica e privata contro questi quattro pilastri, ogni atto di menzogna, ingiustizia, possesso egoista e dominio sull'altro, pregiudizio e odio, hanno scavato la fossa e d'edificio è crollato sotto i nostri occhi.

Perché la pace è un edificio indivisibile, e ciascuno di noi l’ha distrutto per la sua parte di responsabilità.

Ogni seria preghiera per la pace deve quindi nascere dal pentimento e dalla volontà di ricostituire anzitutto nella nostra vita personale e comunitaria "i quattro pilastri": verità giustizia, libertà, carità. Senza tale volontà umile e sincera, la nostra preghiera e la nostra invocazione sono ipocrite...

Ora desidero chiedere al Signore di farci fare un altro passo avanti. Di farci intendere qual è il senso profondo di una vera preghiera per la pace, che sia una preghiera di intercessione nel senso biblico...

Intercedere non vuol dire semplicemente "pregare per qualcuno", come spesso pensiamo. Etimologicamente significa "fare un passo in mezzo", fare un passo in modo da mettersi nel mezzo di una situazione.

Intercessione vuol dire allora mettersi là dove il conflitto ha luogo, mettersi tra le due parti in conflitto.

Intercedere è stare là, senza muoversi, senza scampo, cercando di mettere la mano sulla spalla di entrambi e accettando il rischio di questa posizione.

Non dunque qualcuno da lontano, che esorta alla pace o a pregare genericamente per la pace, bensì qualcuno che si metta in mezzo, che entri nel cuore della situazione, che stenda le braccia a destra e a sinistra per unire e pacificare.

È il gesto di Gesù Cristo sulla croce. Gesù ha potuto mettersi nel mezzo perché era solidale con le due parti in conflitto, anzi i due elementi in conflitto coincidevano in lui: l’uomo e Dio.

Ma la posizione di Gesù Cristo è quella di chi mette in conto anche la morte per questa duplice solidarietà.

Questa è l’intercessione cristiana evangelica. Per essa è necessaria una duplice solidarietà. Tale solidarietà è un elemento indispensabile dell’atto di intercessione. Devo potere e volere abbracciare con amore e senza sottintesi tutte le parti in causa. Devo resistere in questa situazione anche se non capito o respinto dall’una o dall’altra, anche se pago di persona. Devo perseverare pure nella solitudine e nell’abbandono. Devo avere fiducia soltanto nella potenza di Dio, devo fare onore alla fede in Colui che risuscita i morti.

Naturalmente un simile atteggiamento non calpesta affatto le esigenze della giustizia. Non posso mai mettere sullo stesso piano assassini e vittime, trasgressori della legge e difensori della stessa. Però, quando guardo le persone, nessuna mi è indifferente, per nessuno provo odio o azzardo un giudizio interiore, e neppure scelgo di stare dalla parte di chi soffre per maledire chi fa soffrire. Gesù non maledice che lo crocifigge, ma muore anche per lui dicendo: "Padre, non sanno quello che fanno, perdona loro" (Lc 23,34).

Se una preghiera non raggiunge questa duplice solidarietà, se intercede perché il Signore soccorra l’uno e abbatta l’altro, ignora ancora il bisogno di salvezza di chi è eventualmente nel torto, di chi ha scelto contro Dio e contro il fratello, lo abbandona, non gli mette la mano sulla spalla, e la sua non è una preghiera di intercessione.

Vorrei far notare che questo mettersi in mezzo va concepito come definitivo: non è una tattica, tanto per superare un'emergenza. È chiamato a diventare un modo di essere di chi vuole operare la pace, del cristiano che segue Gesù".

C. M. Martini 

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NUOVI ARRIVI NEL QUARTIERE -2-

...Ma dove consegniamo il materiale richiesto dal C.P.A. (Centro Prima Accoglienza) pubblicato su Albatros del mese scorso? In effetti nell’articolo non venivano specificate le modalità di consegna: i giochi, i pannolini e altro materiale igienico dell’infanzia va consegnato direttamente al personale addetto del Centro di via Gorlini. Qui infatti operano un responsabile, quattro educatori, cinque custodi e tre obiettori.

1. L’asse portante del Centro sono i bambini, una ventina in tutto, molti al di sotto dei cinque anni; attraverso loro passa il piccolo miracolo della pacifica convivenza di questa comunità ben assortita, rappresentando un po’ l’anello di collegamento tra tutte le etnie del Centro.

Troppo piccoli per rendersi conto appieno di quello che succede attorno a loro, ancora in possesso di codici di comunicazione, oltre alla lingua parlata, che solo in tenera età si riescono a sviluppare, i bambini di via Gorlini sono diventati il punto di riferimento attorno al quale far roteare tutta la vita del Centro.

Molti di loro non sono ancora stati inseriti nella scuola per motivi burocratici, quindi avrebbero bisogno di PERSONE VOLONTARIE disposte ad impegnare qualche ora del proprio tempo per un primo accostamento alla lingua italiana (attraverso il gioco, l’animazione, il dialogo,...), una sorta di CORSO di ALFABETIZZAZIONE che chiunque può affrontare e sostenere.

2. Attualmente gli ospiti del centro sono solo donne e bambini mentre i papà vengono per il pranzo, stanno il pomeriggio quindi raggiungono il loro Centro notturno in via Novara. La presenza di interi nuclei si spiega con l’obiettivo di non smembrare le famiglie come accadeva in passato per non aggiungere altro trauma ad una situazione già pesante. Il processo di integrazione delle famiglie dei profughi deve coinvolgere oltre che le istituzioni anche le singole famiglie che sono alla ricerca continua di nuovi stili di vita e di convivenza rivolti all’ACCOGLIENZA e all’OSPITALITÀ. Lo straniero, se non siamo travolti dall’esigenza non è un emarginato, è il portatore di una cultura diversa che può anche avere un potenziale di arricchimento per tutti noi. Vi è un’occasione - sfida con un reciproco arricchimento umano e spirituale. Ricordando le parole del Cardinale Martini, l’immigrazione è una possibilità per qualificare la convivenza in Europa, un appello etico per un rinnovamento della nostra mentalità, del nostro modo di essere il suo invito è quello di prenderci a cuore questa realtà non come un peso da sopportare, bensì quale grande appello per un nuovo modo di vivere consapevoli dell’occasione che stiamo vivendo.

Le famiglie che si vogliono rendere disponibili per un’esperienza nuova di ospitalità che può iniziare semplicemente con l’invito a pranzo o a merenda o a cena di una famiglia straniera del Centro di Prima Accoglienza, possono chiedere informazioni a Paola Bertolina tel: 02-48202600 o a Rossana (responsabile del Centro) tel: 02-48205023

Lo stesso vale per informazioni sul corso di alfabetizzazione.

Paola Bertolina 

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Caro don Giulio....

sono passati poco più di otto mesi dal 13 settembre 1998, giorno del tuo arrivo ufficiale e della tua prima Santa Messa a Trenno. Il servizio che stai prestando in questa tua nuova comunità forse non è visibile ancora a tutti, ma per chi, come me, ha già avuto l’opportunità e la fortuna di collaborare in questi mesi con te, si sarà di sicuro accorto della tua disponibilità e della tua grande passione per questo "lavoro".

Diverse sono state le iniziative che hai proposto , anche se non tutte sempre ben accolte; molte volte la presenza delle persone era scarsa, ma qualcosa si può muovere se qualcuno ha il coraggio di cominciare. Provo a ripensare al cammino fin qui fatto insieme; i pomeriggi in oratorio, la Veglia Missionaria, la catechesi ai bimbi, ai giovani e agli adulti, i vespri domenicali, Taizé, le vacanze in montagna con gli adolescenti a Casteldelfino, il carnevale, il tempo della Quaresima caratterizzato dal commento del profeta Osea, le gite, e non per ultima la Veglia in Traditione Symboli... Le occasioni per stare insieme fraternamente sono state davvero tante e spero che altrettante ce ne saranno, ma ciò che più conta è che la partecipazione a queste "iniziative" sia caratterizzata da una voglia di far festa.

Il nostro Cardinale sabato 27 marzo 1999 alla Veglia in Traditione Symboli, nel commentare il brano del Vangelo del Padre Misericordioso (Lc 15, 1-32), sosteneva che l’uomo di oggi non è più in grado di far festa. Egli infatti partecipa a tanti festini, ad esempio in discoteca magari bevendo e arrivando ad assumere sostanze stupefacenti, ma questo non vuol dire essere felici; queste non sono feste di gioia sincera, anzi servono solamente ad esorcizzare la paura di stare soli. I festini nascondono tristezza e solitudine e l’atteggiamento post-festino è quello di svogliatezza e pigrizia.

Il volto dell’uomo si è indurito, è triste, ed è difficile far festa in un mondo in cui c’è ancora troppa sofferenza, portata dalla stupidità o dalla voglia di supremazia di un uomo su un altro uomo. Ed ecco che il volersi sempre più sostituire a Dio, il continuo essere in guerra, l’odio irrefrenabile dell’uomo contro il suo simile, ha distrutto tutto: speranze, sogni, desideri, progetti. L’uomo, oltre a non essere più capace di far festa, non è più capace neanche di sperare e di stupirsi, e chi non è più in grado di sperare e di stupirsi è come se fosse già morto, come se non respirasse più, non più in grado di cogliere le bellezze che la vita ci offre nella quotidianità. Non si può far festa una volta ogni tanto; tutti i giorni della nostra vita infatti devono essere una festa continua. È come se si dimostrasse di voler bene ad una persona solo nel giorno del suo compleanno; se le si vuole bene veramente ci si ricorderà di lei tutti i giorni dell’anno e non solo in una data particolare.

Esistono, come nella parabola del Padre Misericordioso, motivi interiori che ci impediscono di far festa: il figlio maggiore non è in grado di capire l’Amore del Padre, non vuole partecipare alla festa perché "non è stata preparata per lui".

Noi abbiamo difficoltà a far festa per qualcun altro, ma così non saremo mai in grado di amare realmente il nostro fratello, non sapremo mai partecipare alla sua felicità e alla sua gioia.

Il figlio prodigo è scettico, incredulo della festa fattagli preparare dal Padre; così come lui, anche noi abbiamo paura a confrontarci con la gioia vera, e solo quando riusciremo a "scoprire" che il Padre ci ama, allora sì che il suo Amore ci potrà dare la voglia di partecipare a quella festa preparata per ognuno di noi.

Solo il saperci amati in modo profondo da Dio ci permetterà di sciogliere un canto di festa e di gioia.

Durante la tua permanenza a Trenno ancora tanti saranno i momenti per far festa insieme: le fiaccolate, gli oratori feriali, le Sagre, le vacanze in montagna, in Terra Santa e... proprio per tutti questi momenti di comunione chiedo a Dio di aiutarci ad imparare a far festa con, e per, il nostro fratello, di insegnarci ad amare veramente, senza paura di donarsi in modo esagerato ( Lc 7, 36-50).

E per far festa chiedo anche a te, don, di insegnarci ad ascoltare con gratitudine la sorprendente rivelazione di Gesù e cioè quella che "DIO PADRE CI AMA".

Danielina

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DA TAIZÉ...

Fu dopo 9 ore di viaggio che i nostri 8 eroi giunsero a Taizè assieme ad un pullman di persone di Baggio. Lì trovarono locazione nella baracca 141 (i ragazzi, mentre la ragazza era in quella accanto) dove abbandonarono i bagagli su uno dei 4 letti a tre piani a disposizione. Il giorno dopo anzi, per la verità la sera stessa erano già stati travolti dal ritmo incessante della comunità. Questa si riuniva interamente tre volte al giorno nella preghiera che precedeva (o seguiva) il pasto MOLTO frugale. Esso consisteva in: 1 piatto di pasta, o riso, o purè, o 1 würstel con contorno anche di pasta, o sim., 2 fette di pane, 2 biscottini e un formaggino; il tutto da mangiarsi con CUCCHIAIO. Per il resto della giornata il volgo (per l'80% "di Germania") era diviso in gruppetti con diverse finalità. Tra i nostri eroi c'era chi per tutto il giorno dava anima e corpo alle persone che popolavano il bazar, l'accoglienza e simili (Gigi e Mario), chi appartenendo al gruppo biblico dopo aver riflettuto su una parte della 1° lettera ai Filippesi si dedicava a servire il pasto e lavare i piatti (Monika e don Davide), chi sudando sette camicie collaborava a mantenere in ordine e con decoro la tendo-baraccopoli (Marco e Diego), c'era infine chi si dedicava completamente ad "elevare il proprio spirito" secondo le indicazioni del frère (monaco di Taizè) con gli altri componenti del gruppo "sorgenti della fede" (Janez e Manuele).

Era comunque la preghiera ad essere il cuore palpitante di questa comunità. Una preghiera fatta soprattutto da canti che circondavano il brano del Vangelo (letto in circa sei lingue diverse) a cui seguivano alcuni minuti di silenzio. Era la preghiera dei frère a cui tutti partecipavano senza sentirsi esclusi neppure per un secondo.

Ma alla fine cos'è Taizè?

Taizè sono le canzoni cantate dai tedeschi mentre lavano i piatti;

Taizè sono suor Nuria ed Eva che dirigono le prove dei canti alle due del pomeriggio;

Taizè sono le file per il pranzo, per la cena, al bazar, per pagare le cartoline, per la doccia ed "altro";

Taizè è la partita italiani-spagnoli il giorno prima della partenza;

Taizè sono 270 baracche che non possono essere chiuse a chiave perché la chiave non c'è;

Taizè sono persone da tutto il mondo venute a cercare una risposta e senza conoscersi si siedono una accanto all'altra.

Ma Taizè sono soprattutto le candeline, segno di vita, che la sera del sabato ci si accende a vicenda e che illuminano a giorno la chiesa.

Taizè è una chiesa aperta tutta la notte.

Taizè sono 3000 persone in silenzio dopo aver ascoltato la Parola.

Marco e Monika 

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MISSIONE DECANALE

per crescere e per portare una parola di pace

Come ciascuno ricorderà, il 18 ottobre del 1998 è stata annunciata la Missione Decanale, che verrà svolta in tutto il territorio delle nostre sei chiese: San Giovanni Battista in Trenno (5000), San Romano (8800), Santi Martiri (5500), Sant’Ilario (6500), Regina Pacis (8200) e San Leonardo (7500), per una popolazione complessiva di circa 41.500 persone. Informiamo che la Missione Decanale verrà aperta ufficialmente il 23 settembre del 2000, dal Cardinal Martini.

Avviso di partecipazione: sabato 8 GIUGNO, nel capiente teatro di Regina Pacis, avremo la prima libera assemblea, alla quale devono partecipare tutti i sacerdoti e consacrati del decanato; la commissione missionaria decanale; i consigli pastorali di tutte le sei parrocchie; tutti i catechisti; tutte le 250 persone che hanno frequentato la scuola biblica; tutti i volontari missionarii che si sono già proposti e che hanno iniziato a frequentare gli incontri con Padre Danilo passionista; tutti gli Organi operativi dentro le sei parrocchie; e sono vivamente invitati anche tutti i fedeli, specialmente coloro che dovranno abitare il futuro, i quali sono chiamati a liberamente parteciparvi, essendo assolutamente aperta a tutti: anche solo per vedere e capire di che si tratta.

Presiederà l’assemblea il vicario pastorale per la nostra zona, Monsignor Erminio De Scalzi.
Moderatore il nostro Decano don Vittorino.
È l’inizio del farsi dell’unità decanale.

Essa è aperta alla riflessione di tutti i temi che potranno riguardare la missione stessa: tutti possono partecipare per portare il proprio contributo di presenza e di collaborazione al perseguimento delle finalità di promozione della missione.

Tutti siamo chiamati all’apostolato della Chiesa. Tutti siamo invitati ad essere missionari. Ed a fare unità intorno al Vescovo ed a tutti i nostri Sacerdoti, e dentro l’iniziativa!

Il vento possente dello Spirito avvia nel Decanato gli inizi di un grande evento: questo si fa realmente grande nel cuore docile e pronto che sa accoglierlo come Suo dono, e sa viverlo nell’energia promotrice della Sua grazia: nasce un processo interconoscitivo ed espressivo della comunità decanale, alla presenza del vicario, dopo la visita pastorale dell’Arcivescovo, a continuarne il dono di grazia, in una seminagione partecipativa e riflessiva, che indurrà a far vivere la buona stagione della crescita, per portare nel cuore, e dire, innanzitutto a se stessi e poi al fratello, la parola del Maestro, che è parola di pace, e di libertà interiore.

Missione, dunque, come cammino e come traguardo .

Quel che viene emergendo e formandosi, è il processo di preparazione alla grande apertura del 23 settembre del 2000, benedicente il nostro Arcivescovo.

Non è il momento dei deboli, o di coloro che si ritraggono, degli attori della svogliatezza e della pigra lentezza, o dello stare dove già si sta, spesso protagonisti delle molte scusanti e dei tanti blà bla blà; tanto meno lo è di coloro che sfiduciati spandano lamenti o sfiducia per la situazione e non partecipano ad assumere nuove consapevolezze, o di coloro che privi di progettualità, e di interiore vivezza, o chissà per quali altri reconditi motivi, tentano a sminuire o addirittura a scoraggiare le iniziative, o a smottare i generosi e gli entusiasti...

In ogni caso, anche per tutti costoro questa è la felice occasione perché dalla crescente iniziativa che supera le umane operazioni, possono trarre nuove energie, e nuove coinvolgenti assunzioni.

È l’ora della chiamata! è l’ora concreta della fede! del ripensarla e viverla! Tu non restarne fuori. Giacché spira lieve, misterioso e forte, per te e per tutti, il vento della Luce .

Di recente, nel Consiglio Pastorale Decanale, Padre Gianni dei Rosminiani con entusiasmo ebbe a dire: "...è l’ora, questa, di una nuova primavera della Chiesa!"

Perché è l’ora della pratica dell’efficacia della Parola.

Infatti, è il momento dei forti. Dei decisi. E dei creativi nello Spirito. Di coloro che, pur nella croce della propria vita, amano veramente la Parola ed il fratello. Perché di cuore si dispongono nel Signore a fare spirituale pratica d’amore.

In ciascuno, il proprio interiore segreto sta sia nell’ascolto del senso importante e gratuito dell’ora che corre, sia nella propria risposta!

Dobbiamo scoprire che "evento Missione" significa che siamo stati "visitati"!

Ricordiamo inoltre che alle ore 15 del sabato 15 maggio (come ogni mese) è aperta a tutti, nell’aula magna della vicina Santi Martiri, l’assemblea formativa, già frequentata da circa 80 persone, di cui solo alcune di Trenno, dove si ascolta Padre Danilo passionista, esperto educatore missionario, il cui metodo è parlare e lasciar parlare. Dove ciascuno può partecipare in semplice ascolto, o, se vuole, anche con domande, idee, suggerimenti, consigli, esigenze, proposte, ipotesi, dubbi, ..., o parteciparvi anche solo per vedere di che si tratta.

Noi possiamo solo dirti che se partecipi alle iniziative sei vivo, sennò devi chiederti cosa sei.

È l’occasione buona per i tuoi interrogativi. Per una tua nuova e più aperta esperienza. Una tua rinnovata spirituale giovinezza.

per saperne di più: 02.4526017

Luigi Maria Bonifati

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UN’ESTATE DIVERSA

Bosnia. Proposta di volontariato internazionale:
colonia estiva Bosanska Krupa 1999.

Il gruppo di volontari per la "colonia estiva Bosanska Krupa" si è formato da quando il progetto "Un sorriso per la Bosnia" ACLI si è sciolto, a causa della cessata emergenza nei campi profughi e della progressiva chiusura degli stessi. Caratteristica di U.S.P.B. è sempre stata la sua azione di tipo psico - sociale che ha avuto come fondamento l’animazione rivolta a bambini e ragazzi. Partendo da ciò e dall’esperienza creatasi con l’operare per sette anni nei campi profughi in Slovenia, questo gruppo ha deciso, così come altri gruppi, di continuare il proprio lavoro anche dopo lo scioglimento di U.S.P.B. Inoltre le stesse persone hanno realizzato lo scorso anno il progetto "colonia estiva Bosanska Krupa 1998"; la colonia verrà proposta anche quest’anno, visto il buon risultato raggiunto e ottenuto il pieno assenso del personale didattico della scuola di Bosanska Krupa, apportando ovviamente le opportune migliorie dettate dall’esperienza e da una maggior conoscenza della realtà di quel posto. Verranno comunque mantenute le collaborazioni con le ACLI, con IPSIA (organizzazione non governativa ACLI, anch’essa impegnata in Bosnia) e con il Comune di Paullo, così come verranno mantenuti i criteri con i quali U.S.P.B. sceglieva le zone dove attuare i progetti:

relativa vicinanza all’Italia, per una maggiore facilità di contatti e di frequenze di visita;

presenza in loco di persone che hanno risieduto nei campi profughi in Slovenia dove U.S.P.B. cominciò ad operare dal 1992;

zona di confine tra le due entità in cui la Bosnia-Erzegovina è stata divisa, cioè Confederazione croato-musulmana e Repubblica serba di Bosnia: questo perché lo scopo sul lungo periodo è di proporre progetti analoghi a tutte e due le parti.

Bosanska Krupa è infatti una cittadina della Confederazione croato-musulmana al confine con la Repubblica serba di Bosnia, ed è situata a circa 35 chilometri ad est di Bihac, importante città del nord-ovest della Bosnia.

Prima della guerra la popolazione vedeva prevalere in percentuale i bosniaci musulmani, seguiti dai croati e dai serbi; attualmente Bosanska Krupa ha ancora il quartiere serbo, i cui abitanti sono ben integrati nella vita cittadina essendo rimasti a difesa della città. Gli abitanti totali sono circa 27.000, che aumentano notevolmente di numero d’estate (in molti lavorano all’estero).

Durante il periodo pasquale, anche in questa città sono arrivate le prime famiglie provenienti dal Kosovo, facendo intuire che probabilmente nella colonia estiva ci saranno anche bambini che parleranno albanese, e sottolineando così la multietnicità non solo della colonia stessa, ma più in generale della Bosnia, nonostante i tentativi (spesso riusciti) di pulizia etnica.

La collaborazione tra le parti serba e bosniaca sembra comunque funzionare, almeno in alcuni settori; quella con Bosanska Krupa e l’estero ancora di più. Basti pensare che la scuola è stata ricostruita dai norvegesi, gli inglesi vi hanno realizzato un campo giochi sul retro, e gli italiani fanno la colonia estiva, senza parlare degli aiuti che provengono da altri Paesi, soprattutto quelli di fede islamica.

Dopo questa introduzione, veniamo ora a spiegare i contenuti della colonia.

La durata giornaliera andrà dalle 8 alle 14, così come concordato con il direttore della scuola, struttura nella quale i volontari alloggeranno. Spesso però le attività si prolungheranno oltre questo orario, a causa della volontà dei bambini di continuare a stare lì. Le attività animative sono state pensate nel seguente modo:

formazione delle squadre (giornaliera);

giochi (quelli per esempio dell’oratorio feriale);

laboratori (cartonaggio, disegno, pittura, corsi di lingua, traforo, musica, eccetera);

momento libero (dove i bambini potranno continuare le attività iniziate nei laboratori, oppure potranno fare dei giochi proposti anche da loro stessi).

L’esperienza fatta in questa colonia estiva è stata per me molto positiva e arricchente, e difficilmente potrò descriverla qui in poche righe. Sì, perché si tratterebbe di spiegare emozioni, stati d’animo, sentimenti, insegnamenti che adesso porto dentro di me. Chi si avvicina ad una esperienza così vede, oltre al divertimento provato con i bambini, la loro allegria, la loro voglia di vivere in un mondo di PACE, vede, dicevo, una realtà, un modo di vivere diverso dal nostro e non soltanto per colpa della guerra, un modo di vivere improntato su fattori che magari qui noi diamo per scontati, o che invece abbiamo dimenticato, o che semplicemente non vogliamo più vedere. Insomma, dai modi di vivere di ciascuno, dovremmo trarre qualcosa di positivo, che ci lega, piuttosto che additare le differenze come un fattore di allontanamento...

Tornando a cose più tecniche, quali le date dello svolgimento della colonia, le date del corso di formazione per i volontari, le cose da portare, i mezzi per arrivare a Bosanska Krupa e altro, chiunque sia interessato può chiedere direttamente a me.

Michele Tonutti 

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EMERGENZA KOSOVO

Raccolta di generi di prima necessità :

Prodotti igienico - sanitari ( saponette, shampoo allo zolfo, dentifrici, detersivi, assorbenti, ecc.),amuchina per la disinfezione dell’acqua, siringhe, disinfettanti e garze.

Alimentari : omogenizzati, biscotti, latte a lunga conservazione, marmellata, cioccolata, the, miele, camomilla, succhi di frutta, fagioli secchi o in scatola, legumi in genere.

Il centro di raccolta ICS è situato a Gallarate - tel. 0331/777011 o Marco Picotti cel. 0335/6607124.

Per la raccolta nella nostra parrocchia verrà posto uno scatolone in fondo alla chiesa ; in alternativa si possono portare direttamente i prodotti raccolti presso l’oratorio di S. Leonardo in Via Borsa.

VOLONTARI  

I volontari che desiderano fare un’esperienza di aiuto diretto a sostegno dei campi profughi allestiti in Albania e, nel futuro prossimo in Italia, possono inviare il proprio curriculum vitae segnalando disponibilità di tempo, preferenze per la destinazione, precedenti esperienze nel campo del volontariato, eventuali qualifiche professionali, a :

IPSIA di Milano

Via della Signora 3, 20122 Milano

tel. 02/7723285, fax 02/76015257

e-mail : internazionale@aclimilano.com

Grandi giochi, gite, merende, piscina e...

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ORATORIO FERIALE ‘99

La casa dov’è

Dal 14 giugno al 9 luglio

Dal Lunedì al Venerdì

Dalle 9.00 alle 12.00 – dalle 14.00 alle 17.00

Per informazioni: Luca mboat@iol.it 02/4525374
        Daniela 02/4526534

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La redazione si congratula con il Neo Dott. Ing. Massimo Fogliadini laureatosi in Ingegneria Elettronica il 15 aprile del corrente anno.

P.S. "Era ora, finalmente puoi occuparti a tempo pieno della stampa di Albatros!"


CERCO LAVORO

Donna di 30 anni dello Sri Lanka residente a Milano cerca lavoro come colf o assistenza a persone anziane.
Per informazioni: 02/33606000;
per referenze: 02/48003884.

Ragazzo di 17 anni dello Sri Lanka residente a Milano cerca lavoro come domestico, assistenza anziani, ...
Per informazioni: 02/33606000.

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Mese di Maggio

Mercoledì 5 ore 21 S. Rosario presso il cortile di via Giorgi 31

Domenica 9 ore 11 Prime comunioni (primo turno)

Mercoledì 12   ore 21 S. Rosario presso il cortile di via Rosai 12

Domenica 16 ore 11 Prime comunioni (secondo turno)

Mercoledì 19    ore 21 S. Rosario presso il cortile di via Rizzardi 22

Mercoledì 26 ore 21 S. Rosario presso il cortile di via Carpi 2

Domenica 30 ore 15 Prime confessioni

Mese di Giugno

Domenica 6 ore 15         Cresime

                        ore 20.30    Processione cittadina del Corpus Domini presso il nostro decanato

Martedì 8       ore 21           Presso la parrocchia di Regina Pacis:
                                            Assemblea Missione decanale con il vicario.

Domenica 13 ore 11    Anniversari 25° e 50° di matrimonio.
                                             Per informazioni rivolgersi ai coniugi Garavaglia o a don Giuglio

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ANAGRAFE PARROCCHIALE

BATTESIMI

6   GRASSI ALESSANDRO SERGIO è stato battezzato il 4 aprile.

7    CALI CECILIA è stata battezzata l‘11 aprile.

8    DIMASSA PAOLO è stato battezzato l’11 aprile.

9    BIROLINI EMANUELE MARIA è stato battezzato l’11 aprile.

10 HASSERT ELISA è stata battezzata l’11 aprile.

11 CORDONI MATTEO è stato battezzato l’11 aprile.

12 GALLI TOMMASO FRANCESCO MARIO è stato battezzato l’11 aprile.

13  SANTOSOSSO JESSICA è stata battezzata l’11 aprile.

DEFUNTI

10  BERTAZZONI MARGHERITA, di 91 anni, abitante in via Rizzardi 22,
      è deceduta il 30 marzo ’99.

11  COMINARDI CATERINA è morta il 9 aprile ’99 a 76 anni.

MATRIMONI

2    AMOROSO ANTONIO e PREZIOSO SANDRA si sono uniti in matrimonio
      il giorno 5 aprile ’99.

3    BOIANI FABRIZIO e DI CREDICO ROSANGELA si sono sposati
      il giorno 24 aprile ‘99.

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