Giugno 1999 Anno VII n°70



Costruiamo insieme la casa comune -1-    (di Jean Vanier)
Costruiamo insieme la casa comune -2-
   (di don Giulio)
Ci sono oggetti che...
   (di Bernadetta)
Nuovi arrivi nel quartiere -3-
   (di Paola Bertolina)
Caro ammalato ti scrivo...
   (di Maria Teresa)
Oratorio feriale 1999
Santo del mese
Pellegrinaggio a Lourdes a Settrembre
Asilo infantile
Cerco lavoro
Anagrafe parrocchiale


COSTRUIAMO INSIEME LA CASA COMUNE -1-

«Desideriamo vivere in un mondo perfetto, una comunità
perfetta, una chiesa perfetta... Questa idea della perfezione, alla
quale ci aggrappiamo, è così profondamente ancorata in noi
che ci spinge a negare le nostre ferite e a disprezzare quelle
degli altri, a condannare una comunità che non è perfetta o non
corrisponde al nostro ideale».

Così una comunità non si crea, ma si distrugge. Invece

«il senso di appartenenza sgorga dalla fiducia, fiducia che è
accettazione progressiva degli altri, così come sono, con i loro
doni e loro limiti, essendo ognuno chiamato da Gesù.
Così diventiamo coscienti che il corpo della comunità non può
mai essere perfettamente uno.
È la nostra condizione umana.
È normale per noi non essere perfetti.
Non dobbiamo piangere sulle nostre imperfezioni perché non
veniamo giudicati per questo. Il nostro Dio sa che, da molti
punti di vista, siamo zoppi e a metà ciechi. Non vinceremo mai
la corsa alla perfezione nei giochi olimpici dell’umanità!
Ma possiamo camminare insieme con speranza e rallegrarci di
essere amati nelle nostre spaccature. Possiamo aiutarci gli uni
gli altri a crescere nella fiducia, la compassione e l’umiltà, a
vivere nell’azione di grazia, imparare a perdonare e a chiedere
perdono, ad aprirci di più agli altri, ad accoglierli e a fare ogni
sforzo per portare la pace e la speranza nel mondo.
È per questo che ci radichiamo in una comunità : non perché è
perfetta, meravigliosa, ma perché crediamo che Gesù ci raduna per una missione.
Ce la dà come una terra nella quale siamo chiamati a crescere e a servire».

Jean Vanier, da "Il corpo spezzato" 

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COSTRUIAMO INSIEME LA CASA COMUNE -2-

La "casa" è il "luogo originario" della vita di ciascuno ed è "bella" quando è caratterizzata da un’atmosfera di particolare gioia ed accoglienza, dove si vivono affetti ed esperienze grate che aprono lo sguardo degli occhi e del cuore su un senso promettente per la vita. Percorrendo la strada che questo inizio dischiude, tutti riconosciamo che abbiamo bisogno di una promessa che ci giunge dalla Presenza di un Altro al quale chiedere, anche noi come i primi discepoli, "Maestro dove abiti" e accogliere con ammirato stupore e pronta disponibilità la risposta : "Venite e Vedrete" (Gv 1,38-39).

La casa di Gesù di Nazaret è la felice relazione con il Padre "suo", relazione che egli vuole condividere con noi perché il Padre diventi anche "nostro", dal momento che "nella casa del Padre mio vi sono molti posti ... e siate anche voi dove sono io" (Gv 14,2-3).

"Costruire insieme la casa comune" è quindi un dono e un compito che è affidato dal Signore alla nostra libertà credente. È dono perché è Gesù che ci "mette insieme" così come ha chiamato a sé i primi discepoli, ed è compito che nasce dal riconoscere che abbiamo Gesù "in comune" e si attua nel vivere tra noi rapporti di fraternità credente alimentati dall’ascolto della Parola del Signore, dallo spezzare insieme il pane eucaristico, dalla condivisione dei beni materiali (At 2,42-48).

1. La costruzione della "casa comune" che è la comunità richiede alcune condizioni indispensabili perché sia sulla roccia effettivamente "cristiana" (Mt 7,24 e tutto Mt 5-7). Qui ne ricordo alcuni.

Il fondamento è Gesù, conosciuto e amato da ciascuno come Signore della propria vita, come colui che dà forma al "mio" modo di vedere, pensare, giudicare, amare, volere ...

"Nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo. E se, sopra questo fondamento, si costruisce con oro, argento, pietre preziose, legno, fieno, paglia, l’opera di ciascuno sarà ben visibile... Santo è il tempio di Dio che siete voi" (1Cor 3,11-16).

2. Coltivare il senso di appartenenza, perché chiamati da Gesù a "fare parte" della medesima comunità. Questa chiamata è il fondamento della nostra decisione di impegnarci gli uni con gli altri e per gli altri, diventando responsabili gli uni degli altri. E questo comporta il passare da "la comunità per me" a "io per la comunità".

3. Condividere sia il dono ricevuto dallo Spirito "per l’edificazione della comunità" (1Cor 14,12), sia la propria debolezza. Il cemento dell’unità è la dipendenza reciproca.

"Una comunità si costruisce come una casa con pietre di tutti i generi. Ma quello che tiene insieme le pietre è il cemento. E il cemento è fatto di sabbia e di calce, che sono materiali così fragili! Un colpo di vento e volano via, diventando polvere. Nello stesso modo, nella comunità quello che ci unisce, il nostro cemento, è fatto di quello che c’è in noi di più fragile e di più povero" J. Vanier.

4. Pensare insieme perché le scelte che si fanno siano frutto di decisioni comuni e condivise.

Questo richiede anzitutto di impegnare un linguaggio comune non tanto nella "lettera", quanto nello "spirito" frutto di un ascolto attento e meditato della Parola di Dio; e in secondo luogo la disponibilità a dialogare mettendosi in ascolto delle ragioni del fratello.

5. Vivere nel perdono reciproco, perché l’abitare la medesima casa fa emergere tensioni, simpatie e antipatie e nonostante tutta la fiducia che possiamo avere gli uni degli altri ci sono sempre parole che feriscono, atteggiamenti che indispongono, situazioni in cui le suscettibilità si urtano. La fatica del "costruire insieme" richiede di "sopportarsi a vicenda e di perdonarsi scambievolmente, se qualcuno abbia di che lamentarsi nei riguardi degli altri. Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi" (Col 3,13).

6. Esercitare la pazienza : riconoscere che noi stessi, gli altri e la comunità abbiamo bisogno di tempo per crescere. Nulla si fa in un solo giorno. Per "costruire insieme" bisogna accettare il tempo ed amarlo come un amico.

La casa della comunità cristiana è per tutti, anche per "quelli di fuori", casa ospitale, luogo di riposo e di benedizione, di incontro con l’Origine per chi cerca un senso alla vita nell’affanno dei giorni e di scoperta del Padre per chi cerca una dimore di fraternità.

don Giulio 

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CI SONO OGGETTI CHE...

non abbiamo mai usato e che adesso non sappiamo più dove mettere, ci sono regali ricevuti e magari non molto graditi che sono rimasti per anni nell’armadio. Ci sono oggetti che pur essendo ancora in buono stato sono stati accantonati e ora non ci servono più. Ebbene questi oggetti potrebbero essere un "numero" della PESCA DI BENEFICENZA che anche quest’anno avrà uno spazio riservato all’interno della sagra di san giovanni che si svolgerà dal 19 al 27 giugno prossimo.

Se poi pensate che la società per cui lavorate o qualche vostro conoscente può offrire dei premi o dei regali da inserire nelle iniziative della sagra, bene, non perdete tempo e segnalatecelo. Tutto il materiale dovrà essere recapitato presso la casa parrocchiale oppure consegnato al bar dell’oratorio o alle catechiste.

 

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Per ulteriori precisazioni Bernadetta è a vostra disposizione (t. 02-4526650).

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NUOVI ARRIVI NEL QUARTIERE -3-

I primi nuclei familiari sono entrati nel Centro il 17/11/’98; fino a quel giorno, da un paio di mesi circa, erano ospitati presso la struttura della Protezione Civile di via Barzaghi: questo precedente alloggio non era più disponibile poiché la Protezione Civile lo utilizza nei mesi invernali per l’emergenza freddo dei senza fissa dimora.

Quello di via Gorlini è il primo Centro aperto da una istituzione pubblica che ospita nuclei familiari. Inizialmente il Centro doveva ospitare fino a 75 persone, ora il numero massimo è sceso a 60. Questo numero si riferisce alle donne e ai bambini che dormono presso la struttura di via Gorlini; gli uomini che fanno parte dei nuclei accolti possono frequentare il Centro durante il giorno ma dormono presso il CPA di via Novara.

Alla data attuale nel Centro risiedono 60 persone, di cui 44 sono minori: 13 bambini sono stati inseriti presso le scuole materne ed elementari della zona (elementare di via Viscontini, materna di via Lampugnano e di via Appennini).

Alcuni uomini frequentano un corso di italiano presso il CEP di via Fleming.

Alcuni nuclei hanno intenzione di stabilirsi in Italia, altri si sono fermati qui per poco tempo ed hanno proseguito il loro viaggio, probabilmente per andare a congiungersi con parenti.

Le nazionalità degli ospiti attualmente presenti sono: kossovara, angolana, curda, colombiana, rwandese, bosniaca, azera, georgiana.

Hanno bisogno di: merendine per bambini, giochi in buono stato, catini grossi per bagnetti, carrozzine (due per il momento), pannolini misura medio-grande e creme da viso per bambini.

Paola Bertolina 

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CARO AMMALATO TI SCRIVO...

è un invito gioioso a partecipare a un pomeriggio "diverso".
Come tu sai, è ormai tradizione durante la Sagra di S. Giovanni di ritrovarci insieme attorno all’altare.
Gesù dice: "Venite a me voi tutti che siete affaticati e stanchi ed io vi ristorerò".
Nella persona di Don Giulio Gesù spezzerà il Pane e renderà grazie e saremo "un cuor solo e un’anima sola".

La sofferenza, a volte ci rende tristi, ci fa sentire inutili ed inerti, ma come scrive Don Antonio "Tutto è dono, tutto è grazia, anche la malattia", un dono certamente indesiderato, ma prezioso, da accogliere e da condividerne il peso con i fratelli.

Vieni! Seguirà alla Santa Messa un momento di festa, una fetta di torta, qualche pasticcino, un po’ di musica e tanta amicizia che ci auguriamo continui nel tempo.
Ti aspettiamo, se lo desideri sarai accompagnato, basterà mettersi in contatto con Don Giulio o …

Grazie, saremo lieti se, anche tu, sarai con noi.

Maria Teresa  

PS: Chi volesse partecipare al gruppo degli "Amici" sarà il benvenuto, la vostra collaborazione gradita. Don Giulio sino ad ora vi ringrazia.

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ORATORIO FERIALE 1999

"A casa" ci si rilassa, ci si riposa, ci si rifocilla. E ci si rilassa con gli altri che non giudicano, che non chiedono troppo, che garantiscono tenerezza e amicizia. Si può quindi essere se stessi.

La "casa" è il luogo della famiglia, dove ci si vuol bene, si prega, si celebra insieme; dove si accolgono gli amici; se disgraziatamente essa è un luogo di conflitto o un luogo dove non si parla, diventa insopportabile. Si rischia, allora, di scappare al bar, dai compagni.

Tutti hanno bisogno di trovare "una vita di famiglia", una stanza dove possano sentirsi a loro agio, delle pareti sulle quali attaccare le immagini care. La vita di famiglia o quella comunitaria sono il luogo privilegiato per conoscersi veramente. Nelle lotte politiche e sociali l’avversario è fuori di noi. Nella vita famigliare e comunitaria si scopre ben presto che il nemico è dentro di noi; ci impedisce di essere aperti e di condividere; ci spinge alla gelosia, all’infedeltà, alla chiusura e ai comportamenti egoisti. Vivere in famiglia o in comunità è sempre umiliante per l’ "io" che vuol primeggiare. Ben presto scopriamo le nostre tenebre e i nostri torti.

Abbiamo bisogno di crescere e di essere perdonati. La casa è il luogo dove si vive l’alleanza. È necessaria per l’equilibrio umano.

Jean Vanier, "Li fece uomo e donna" 

Aspettiamo tutti i bambini e i ragazzi, che hanno frequentato dalla I elementare alla II media, lunedì 14 giugno.

Ricordiamo che le iscrizioni sono già aperte e i moduli si possono trovare al bar dell’oratorio o al tavolo della Buona Stampa in fondo alla chiesa.

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SANTO DEL MESE

Sant’Antonio da Padova (1195 - 1231)

Nacque a Lisbona nel 195 e, a quindici anni, entrò nell’ordine agostiniano, dove studiò approfonditamente le sacre scritture, tanto da essere chiamato "Arca del Testamento". Successivamente, colpito dalla loro semplicità ed attratto dal loro stile di vita, entrò nell’ordine dei Francescani. nel 1220 chiese di partire missionario per il Marocco. Giunto in Africa, si ammalò e venne reimbarcato. Durante il viaggio di ritorno, fece naufragio e riparò a Messina, dove visse per un anno. Nel 1221 incontrò personalmente s. Francesco d’Assisi, che scoprì la sua dottrina e la sua vocazione di predicatore, per le quali lo stimava a tal punto da chiamarlo "il mio Vescovo". Predicò in Emilia ed in Romagna, dove, come nel resto in molta parte d’Italia, erano molto diffuse le eresie. A partire da questo momento, la tradizione popolare gli attribuisce molti miracoli, tanto che venne inviato nelle regioni d’Italia dove era più necessaria la sua opera di riconversione e di predicazione. Fu particolarmente attivo a Padova, tanto che, oggi, viene indicato come proveniente da quella città. Tra i santi più venerati d’Italia, venne canonizzato un solo anno dopo la morte, avvenuta nel 1231, quando aveva 36 anni. Dottore universale della Chiesa, è considerato protettore degli animali, in specie di quelli domestici e da cortile.

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PELLEGRINAGGIO A LOURDES A SETTEMBRE

Come già da alcuni anni il gruppo OFTAL, presente nella nostra Parrocchia, organizza per il prossimo settembre un pellegrinaggio a Lourdes dal 18 al 24. Chi fosse interessato a parteciparvi deve far pervenire la prenotazione entro il 10 giugno (per le quote vedasi la locandina esposta all’entrata della chiesa).

Confidiamo in una buona partecipazione e nella probabile presenza di don Antonio.

Per maggiori informazioni rivolgersi a: Michele Tartaglione (tel. 024521707); Gianni Tonutti (tel. 024520042); Tiziana Gervasoni (tel. 0248205173).

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ASILO INFANTILE

Clotilde Ratti Welcher

Carissimi Soci, Amici e Genitori,

come di consueto, ad ogni inizio d’anno Vi scriviamo per rammentarVi che siamo giunti all’importante momento del rinnovo delle quote associative.

Vi ringraziamo sentitamente per il contributo dell’anno scorso.

Grazie al Vostro sempre più cospicuo contributo, siamo stati in grado di far fronte alle spese della normale gestione e soprattutto di iniziare i lavori per l’adeguamento alla legge 626, lavori che ci auguriamo di poter concludere nell’anno in corso.

L’anno amministrativo ’98 si è concluso con un bilancio in sostanziale pareggio grazie al contributo dei Genitori, della Parrocchia e dei Soci e all’impegno delle Insegnanti e di tutto il Personale dell’Asilo.

Vi preghiamo di continuare a far conoscere e sostenere l’attività del nostro Asilo e grazie al Vostro generoso contributo sarà possibile far continuare a vivere questa antica istituzione, orgoglio di tutti gli abitanti di Trenno.

Con la certezza di annoverarVi ancora fra i Soci sostenitori (e con l’augurio di avere presto tanti nuovi Soci), un sentito ringraziamento.

Il Consiglio di Amministrazione 

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CERCO LAVORO

Giovane e volenterosa signore ucraina cerca lavoro: offresi come compagna notturna per anziani o eventualmente anche ad ore (pomeridiane) per lavori domestici.
Referenze: signora Angela Decaro (tel.: 02/4524162)

Uomo 35enne originario dello Sri Lanka residente in Trenno cerca lavoro come domestico.
Tel.: 02/40910178.
Referenze: signora Sandra Sarfati (tel.: 0335/295857 oppure 02/29060210).

Uomo 36enne originario dello Sri Lanka abitante in Milano cerca lavoro come domestico.
tel.: 0339/6135973.
Referenze: signora Carucci (tel.: 081/5601337).

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ANAGRAFE PARROCCHIALE

BATTESIMI

14 DI LEO LUCA è stato battezzato ed ha ricevuto la Prima Comunione il 2 maggio ’99.

15 PAIARDI STEFANO è stato battezzato il 23 maggio ’99.

16 BORTOLETTI MIRKO è stato battezzato il 23 maggio ’99.

17 POMO MICHAEL è stato battezzato il 23 maggio ’99.

18 BAROFFIO MICHELA è stata battezzata il 23 maggio ’99.

DEFUNTI

12 RONCHI ROBERTO, di 46 anni, è morto il 29 aprile ’99.
        Abitava con la moglie e il figlio in via Carpi 2.

13 BESTETTI ITALO è deceduto il 30 aprile ’99 a 71 anni.
        Coniugato con Romana Frigoli, abitava in P.zza Scolari.

14 FERRARI CESARE è morto il 12 maggio ’99 all’ospedale S. Carlo. Aveva 86 anni.

MATRIMONI

4 VANETTI ALESSANDRO e VANNUCCI STEFANIA si sono uniti in matrimonio
        il 29 aprile '99

5 FONTANESI GIANNI ANGELO e ATTURIO ANNA MARIA si sono sposati
        il 22 maggio ’99.

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