Aprile 1999 Anno VII n°68



Essere preti oggi     (di Don Antonio)
Nuovi arrivi nel quartiere -1-    (di Paola Bertolina)
Sette bocconcini storici di Trenno -2-
      (di L.M.B.)
Testimoniaze Post-Taizé    (di Goretta e Gianpaolo)
Don Pierluigi Giroli
Ci sono oggetti che...    
(di Bernadetta)
S.O.S. Doposcuola   
( di Paola e Bernadetta)
S.O.S. Handicap
Cerco lavoro

Anagrafe parrocchiale


ESSERE PRETI OGGI

Ringrazio tutti voi, don Giulio, per l’opportunità che mi date ricordando gli anni scorsi. Esattamente un anno fa, il venerdì santo decisi di dimettermi da parroco di Trenno. La vita di un prete porta con sé tante gioie ma anche molte difficoltà. L’occasione della ordinazione presbiterale di Pierluigi mi dà l’opportunità di riflettere sulla vita del prete oggi. La realtà sociale cambia spesso, ma il prete deve annunciare il mistero della salvezza che non è cambiata. Le realtà ecclesiali sono cambiate, ma il prete deve celebrare l’unica Verità che non cambia: l’Amore di Dio. Del prete si è detto tanto e si è scritto tanto, ma rimane pur sempre un "mistero", anche noi preti non siamo capaci di capirci e di presentarci per quello che siamo, se è "mistero", è incomprensibile, sempre sottoposto a considerazioni contraddittorie, ad essere esaltato, ad essere abbattuto. Il prete è essenzialmente "testimone" di Cristo e come Cristo è soggetto ad incomprensioni, trasfigurazioni, alla croce. In tutti i tempi, il prete ha fatto "problema", a scandalizzato e anche oggi in una società secolarizzata, consumistica e indifferente, il prete si trova a fare i conti con il suo "mistero". Essere testimone visibile e credibile "dell’Invisibile" è la sfida più grossa che il prete è chiamato oggi a combattere. C’è il pericolo che il prete si riduca a fare l’assistente sociale, l’animatore di tutte le età, il gestore della bottega del sacro, il punto di riferimento per tutte le cose, l’agitatore di comunità, l’esortatore di buoni principi, il bonaccione di turno. C’è il pericolo che il prete cada in crisi d’identità personale, d’estraneità culturale, d’inefficienza di ruolo e di presenza sociale. Non è certamente con questi strumenti di riflessione che si misura la specificità della missione di un prete. La sua identità, la sua sicurezza, la sua efficacia, non si identificano necessariamente con le sue qualità umane, la cultura e il suo successo. Il prete è un soggetto a rischio e lui questo lo sa, è un portatore di una "buona notizia" di cui, neanche lui riesce a volte, a comprendere l’ampiezza. Così si esprimeva il cardinale J.H.Newman, il giorno della sua ordinazione presbiterale: "La cosa è fatta. Io sono tuo, o Signore. Mi sembra di avere le vertigini e non riesco a credere e a comprendere ciò che è avvenuto. All’inizio dopo che le mani del Vescovo si furono stese su di me, il mio cuore tremò; le parole –per sempre- sono terribili". Il prete poi è parte di un presbiterio che, in comunione con il Vescovo è legato da vincoli di fraternità e carità. Il Vescovo è il padre pastore responsabile della Chiesa diocesana, e chiama i suoi preti a collaborare con lui per il bene di tutta la comunità. Prete e comunità saranno un tutt’uno se la comunità saprà capire il suo "mistero" e il prete saprà vedere nella comunità i fratelli amati da Dio e redenti da Cristo. Preti e comunità sono dei "salvati" da Cristo ed è questa consapevolezza che ci deve far benedire e lodare il Signore. Gesù ha detto: " voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove ed io preparo per voi un Regno…" (Lc 22, 28-29). Vuol dire essere felici nella gioia anche se accompagnata dalla croce.

Grazie Pierluigi della tua testimonianza che continua la schiera dei preti che sono nati o passati da Trenno. L’augurio che ti facciamo è che tu possa comunicare la gioia che il Signore ti dona oggi così che altri possano seguire il tuo esempio con la stessa generosità.

Don Antonio  

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NUOVI ARRIVI NEL QUARTIERE

Sono "sbarcati" a Trenno gruppi di immigrati di diverse nazionalità. Le loro storie così lontane, spesso ci hanno raggiunto attraverso i mass-media. Ma da due mesi a questa parte non sono poi una realtà così lontana.

Se prima il problema non ci toccava da vicino "poverini... mi dispiace tanto... non vorrei essere nei loro panni..." ora eccoli lì, tra noi, nel nostro quartiere; sono i nostri vicini di casa, perciò cerchiamo di capire meglio la loro identità , la struttura che li accoglie e ... perché no anche le loro necessità?

Il Centro di Prima Accoglienza (CPA) di via Gorlini 1, aperto il 16 novembre 1998 è del comune di Milano. La gestione temporanea è stata affidata alla Cooperativa Sociale Farsi Prossimo della Caritas (la stessa cooperativa di lavoro che ritira gli abiti usati dal cassonetto giallo in piazza, per intenderci) che gestisce già sul territorio di Milano altre strutture per stranieri (il CPA di via Giorgi, il CPA di via Novara ...).

Il centro ospita nuclei familiari stranieri che hanno fatto domanda di asilo politico. I primi nuclei familiari sono entrati nel centro il 17 novembre ’98; fino a quel giorno, da un paio di mesi circa, erano ospitati presso la struttura della protezione civile di via Barzaghi. Questo precedente alloggio non era disponibile poiché la Protezione Civile lo utilizza nei mesi invernali per l’emergenza freddo dei senza fissa dimora. Questo è il primo centro aperto da un’istituzione pubblica che ospita nuclei familiari. Inizialmente il cento doveva ospitare fino a 75 persone, ora il numero massimo è sceso a 60. Questo numero si riferisce alle donne e ai bambini che dormono presso la struttura di via Gorlini; gli uomini che fanno parte dei nuclei accolti possono frequentare il centro durante il giorno, ma dormono presso il CPA di via Novara.

Alla data attuale nel Centro risiedono 60 persone di cui 44 sono minorenni. Sono stati inseriti presso le scuole materne ed elementari della zona 13 bambini (elementare di via Viscontini, materna di via Lampugnano e via Appennini).

Alcuni uomini frequentano il corso di italiano presso il CEP di via Flemming. Alcuni nuclei hanno intenzione di stabilirsi in Italia, altri si sono fermati qui per poco tempo e hanno proseguito il loro viaggio probabilmente per andare a congiungersi con altri parenti.

Le nazionalità degli ospiti attualmente presenti sono : kossovara, angolana, curda, colombiana, rwandese, bosniaca, azera, georgiana.

Hanno bisogno di : merendine per bambini, giochi in buono stato, catini grossi per bagnetti, carrozzine (2 per il momento), pannolini misura medio-grande e creme da viso per bambini.

Paola Bertolina   

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SETTE BOCCONCINI STORICI DI TRENNO

(seconda puntata)

Trenno, quel bel borgo antico precedente la distruttiva invasione longobarda del Barbarossa, è Pieve e Vicariato Foraneo.

"Sede di Vescovo vicario, ausiliario del Metropolita".

Con gli importanti compiti di "ordinare diaconi e suddiaconi, celebrare battesimi e cresime".

Dunque una dignità ecclesiastica piuttosto elevata, perché elevata era la considerazione della dignità reale della pieve trennese nell’ecclesia ambrosiana, sia per l’estensione sia per una più generale intrinseca importanza di ruolo ecclesiale, come mostra l’incarico dato dal Papa Innocenzo III.

Alcuni storici riconoscono a Trenno un’origine romana, come indicherebbe il suo stesso nome: TREBENNIUS, la cui radice richiama quella di nomi di nobili famiglie romane o città campane, umbre, o laziali. Forse podere tenutario di imperatori, proconsoli, o generali. E aggiungono che la sua giurisdizione non solo si estendeva su "vasto e importante territorio" qui appena indicato nella precedente puntata, ma che questo in fine era ricco di ben 30 chiese. Perciò, insieme al lavoro dei campi, primario era il culto e la vita di famiglia e di comunità cristiana, in una nobile tradizione di fede, di lavoro, di socialità, e di preghiera. Dunque, di dignità. Di civiltà alta.

Ma la storia cammina e gli eventi si susseguono.

Dopo il 1300, le pievi di Cesano Boscone e di Bollate vengono emergendo contemporaneamente al graduale declino della pieve di Trebennius, con riduzione del suo territorio a favore di quelle.

Nel marzo del 1570 la canonica di Trenno viene visitata da san Carlo Borromeo, rigoroso onnipresente pastore dalla forte tempra, di grande delicatezza e finezza spirituale, e di ferreo cristiano pugno direttivo.

Perché con santi veri come san Carlo, era il tempo forte in cui con la Fede, e con la Legge, non si scherzava! poiché, pur nella perenne ricerca teologica di tutti i "secondo me" costruttivi specilmente in materia libera e aperta, nessuno poteva permettersi la presuntuosa arroganza di pronunciare in esse l’arbitrio del "secondo me" degradativo! o lo snobbamento subdolo verso i fedeli! giacché unico nella Chiesa è sempre il "secondo me" della Parola! interpretato e definitito in esclusiva dal suo supremo universale Magistero. Infatti, in quei tempi forti di fede era salda costante e attentissima la vigilanza sulla granitica indefettibile ortodossìa della Parola. E quindi sulla tetragona stabilità della Chiesa. E Cristo-Dio era veramente amato e adorato. Ed espansiva e fortificante era la sua lineare messianica missione!

Nel 1576 in Santa Maria c’erano gli agostiniani, ed in Carignano i certosini (l’attuale chiesa che è tutt’ora nei pressi del cimitero maggiore, in Via Garegnano 28, le cui gugliette, e campanile, sono visibili dalla rampa dell’autostrada di ritorno dai laghi prima che esca in zona Piazzale Kennedy).

In quello stesso anno il declino trennese era ormai tale - anche per l’abbandono proprio dell’antiqua chiesa di San Giovanni Battista, di cui sarebbe importante studiare le ragioni - che il declassamento fu fatale, e la prepositura venne data per breve tempo alla chiesa di Santa Maria.

Nelle chiese del vasto territorio, si onoravano prima di tutto la Madonna in più chiese, ed il figlio di santa Elisabetta sua parente, san Giovanni Battista, anch’egli in più chiese. Quindi la Santa Croce, san Pietro, sito nell’attuale piazza Wagner, san Marco l’evangelista, san Desiderio..., il rigoroso sant’Ippolito martire, fermo polemista contro le eresie, san Cassiano, ...

L. M. B. (2 - continua) 

puntata precedente  

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Ancora:

TESTIMONIANZE POST-TAIZÉ

Siamo felici di partecipare a questo spazio dedicato all’Incontro Europeo di Giovani di Taizé. Ma perché? Intanto per presentarvi le nostre ospiti polacche: Marzena e Joanna. Sono state molto carine e simpatiche e la "convivenza" non ha comportato alcun problema. Anzi, bisogna ammettere che alla stazione, quando le abbiamo dovute salutare, ci stavamo per commuovere! È bastato poco tempo per creare un legame, per riscoprire e "spendere" quella fiducia che spesso dimentichiamo di possedere già, per accoglierci a vicenda. Ed è proprio questo che vorremmo sottolineare. Che questo incontro, anche se breve e fatto di cose molto pratiche (condividere la casa, mangiare insieme), è risultato alla fine un vero e proprio "esercizio di accoglienza". Un esercizio quanto mai necessario, come hanno dimostrato il disorientamento e il profondo turbamento causati dai fatti di violenza dell’inizio del 1999. Adesso capiamo meglio il significato di ciò che si leggeva nel fascicolo di presentazione dell’incontro, distribuito nei mesi precedenti: "A Milano, in questa nostra città che a volte mette paura ai suoi abitanti, i giovani di tutta Europa […] vogliono continuare il loro pellegrinaggio di fiducia sulla terra". E suonano molto concrete le parole di S.Ambrogio: "Cominciate in voi l’opera di pace, in modo che, una volta pacificati in voi stessi, porterete la pace agli altri".

Auguriamo quindi a tutti di fare tesoro di questa esperienza continuandola nella vita di tutti i giorni.

Ciao!

Goretta & Gianpaolo  

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ORDINAZIONE SACERDOTALE DI

DON PIERLUIGI GIROLI

 

Mercoledì 14, Giovedì 15, Venerdì 16 aprile ‘99

Ore 21.00 nella chiesa (vecchia) di S. Romano in via Falk:

triduo di preghiera in preparazione all’ordinazione.

 

Sabato 17 aprile ‘99

Ore 10,30 nella chiesa (nuova) di S.Romano in via Falck:

ordinazione presieduta dal Vescovo mons. A. Riboldi,

Vescovo di Acerra

Domenica 18 aprile ‘99

Ore 10,30 ci ritroviamo in via Giorgi 13 (casa di don Pierluigi).

Ore 11,00 S. messa presieduta dal "novello" prete don Pierluigi Giroli.

Al termine rinfrensco per tutti in oratorio.

Ore 21,00 ci ritroviamo tutti in oratorio per vivere un momento in allegria.

 

Tutta la nostra comunità è invitata a partecipare e condividere questi momenti di gioia e di preghiera di questo nostro fratello.

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Ci sono oggetti che ...

non abbiamo mai usato e che adesso non sappiamo più dove mettere, ci sono regali ricevuti e magari non molto graditi che sono rimasti per anni nell’armadio. Ci sono oggetti che pur essendo ancora in buono stato sono stati accantonati e ora non ci servono più. Ebbene questi oggetti potrebbero essere un "numero" della PESCA DI BENEFICENZA che anche quest’anno avrà uno spazio riservato all’interno della sagra di san giovanni che si svolgerà dal 19 al 27 giugno prossimo.

Se poi pensate che la società per cui lavorate o qualche vostro conoscente può offrire dei premi o dei regali da inserire nelle iniziative della sagra, bene, non perdete tempo e segnalatecelo. Tutto il materiale dovrà essere recapitato presso la casa parrocchiale oppure consegnato al bar dell’oratorio o alle catechiste.

 

Per ulteriori precisazioni Bernadetta è a vostra disposizione (t. 02-4526650).

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DOPOSCUOLA

SOS CERCASI VOLONTARI

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Hai più di 17 anni e meno di 99 ?

Sei sensibile ai problemi legati al disagio scolastico di molti ragazzi del quartiere ?

Vuoi migliorare anche la qualità della tua vita ?

Vuoi provare ad offrire quello che di meglio possiedi in pazienza, in costanza e in sensibilità, in esperienza di vita ?

Allora sei fatto per noi e il doposcuola, telefona a Paola (tel. 02-48202600) o Bernadetta (tel. 02-4526650) che ti spiegheremo tutto per bene.

Paola & Bernadetta   

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S.O.S.     wpe1.jpg (1691 byte)

Cercasi giovani volontari per assistenza ad un ragazzo handicappato.

Stefano necessita di cure ed assistenza e la vostra compagnia potrà essergli di beneficio ; in fondo, si tratta solo di trascorrere con lui 2-3 ore alla settimana.

Rivolgetevi pure al numero 02-3534694 : sua madre sarà ben lieta di accogliervi e di darvi eventuali informazioni.

Vi aspettiamo...

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CERCO LAVORO

Donna di 21 anni dello Sri Lanka cerca lavoro come collaboratrice domestica. È in possesso di regolare permesso di soggiorno. Per informazioni: tel. 02/40910178 - 0347/8182687.

Donna italiana di 39 anni abitante in Trenno cerca lavoro come aiuto lavori domestici o stirare. Telefonare a Silvana (tel. 02/48202318).

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La Redazione di Albatros rivolge i migliori auguri di buon compleanno alla signora Erminia Rachele Tagliabue - vedova Garavaglia - che lo scorso 21 marzo ha compiuto 91 anni.

 

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ANAGRAFE PARROCCHIALE

DEFUNTI

7    RANCATI IRENE, di 75 anni, è morta il 1° marzo 1999. Abitava in via Giorgi 15.

8   GIACONE PAOLO è morto il 6 marzo ’99 a 77 anni.
     Abitava con la moglie in via Rizzardi 22.

9    RONCHETTI AMBROGIO è deceduto il 15 marzo ’99.
      Abitava in via Giorgi 31/1 con la moglie e la figlia Roberta.

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