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DA VERONA

IL SUPERIORE GENERALE DEI PADRI CANOSSIANI

Carissimo Padre Damiano e con te P. Alfonso e P. Carlo. 
State preparando il 25º di presenza dei Religiosi Canossiani nelle belle e caratteristiche isole di Favignana e Levanzo. 
Celebrare il 25º prima di tutto significa ringraziare il Signore riconoscendo l'abbondanza dei suoi doni elargiti sia alla comunità cristiana delle isole, sia a quella religiosa. 
Certamente è impossibile quantificare il bene realizzato dai confratelli religiosi durante questi primi venticinque anni di attività pastorale a favore della comunità cristiana. 
Si dica la stessa cosa per il bene donato dalla buona e accogliente popolazione delle isole alla comunità dei religiosi, per cui, così, con animo riconoscente, senz'altro è doveroso dire: grazie Signore! 
Un lavoro pastorale svolto nella semplicità e umiltà e nello stesso tempo con tanto zelo ed entusiasmo come desiderava la nostra Santa Fondatrice Maddalena di Canossa. 
Un lavoro a volte sofferto per incomprensioni reciproche causate dal carattere e dalle mentalità diverse, ma sempre affrontato con spirito di sacrificio con l'unico desiderio di rendere un servizio generoso e gioioso alla comunità cristiana. 
Ricordare le varie attività pastorali dalla catechesi alla liturgia, dal canto ai gruppi organizzati, dall'assistenza agli anziani e ammalati, all'aiuto non facile per sistemare pensioni e cose simili... non spetta a me soffermarmi a trattarne, anche se sono una bella realtà vissuta con grande zelo apostolico. Quello che più mi sta a cuore è, mettere in risalto l'attività oratoriana a favore dei ragazzi e giovani, realizzata con vero entusiasmo proprio secondo il nostro spirito di Religiosi Canossiani. 
Sarebbe una dimenticanza imperdonabile se non venisse ricordato il lavoro delicato e prezioso di assistenza agli ospiti del carcere. 
E' giusto affermare che in ogni campo di attività c'è sempre stato l'aiuto provvidenziale delle nostre Sorelle Canossiane che, quali angeli custodi, hanno dato e continuano a dare il meglio di sé stesse. 
Sono certo che in altra parte verranno ricordati i Confratelli che durante i venticinque anni hanno donato energie morali, spirituali e fisiche a favore di tutta la comunità cristiana. 
E' di grande soddisfazione quando, nelle brevi visite fraterne, passeggiando per le viuzze della bella Favignana, diverse persone mi fermano e mi chiedono notizie ora dell'uno, ora dell'altro Religioso che hanno trascorso anche solo pochi anni nell'isola. Segno evidente che qualcosa di buono hanno seminato nel cuore della popolazione.
Uno viene ricordato per la sua dinamicità d'azione, un altro per la sua paternità.

Un altro ancora per la sua sensibilità verso gli anziani, un altro per la sua attenzione ai ragazzi e giovani... veramente un mazzo di fiori variopinto e profumato. 
A tutti questi nostri confratelli, qualcuno già in paradiso, il grazie riconoscente. 
 

Accoglienza dei Padri Canossiani

 

Ma è giusto ricordare anche l'altra sponda: la comunità cristiana che io paragono ad una vera famiglia non unita da legami di sangue, ma dall'unica fede con il medesimo scopo di scoprire il Signore, incontrarLo, accettarne gli insegnamenti e seguirLo negli esempi, vivendone la stessa vita nei sacramenti, nella preghiera e nella carità fraterna operosa, sempre aiutata dai Religiosi Canossiani. 
Pure a questa bella Famiglia il grazie vivissimo per la disponibilità e per le tante opere realizzate con la loro collaborazione e generosità. 
Il grazie sincero e deferente da ultimo, agli Ecc.mi Vescovi che hanno chiamato i Canossiani in quest'isola e li hanno stimati per il loro zelo e sostenuti nei momenti di difficoltà; alle autorità civili e militari, responsabili del retto vivere dell'isola. 
Al ringraziamento unisco l'augurio fervido, avvalorato dalla preghiera, perché le due comunità quella religiosa e quella cristiana, si sentano sempre più Famiglia che desidera ardentemente di crescere nella fede e nella fraternità, collaborando assieme per il bene di tutti specie dei piccoli, ragazzi, giovani, poveri e ammalati. 
Affido voi tutti alla Vergine Madre Maria Immacolata, protettrice dell'isola, perché vi custodisca nel bene e vi aiuti ad operare ogni giorno più per il Regno. 
Il Signore ci dia di celebrare con altrettanta gioia il cinquantesimo. 
Il mio fraterno saluto a te, P. Damiano, a P. Alfonso, a P. Carlo, alle Sorelle Canossiane e a tutta la cara popolazione di Favignana e di Levanzo. 
Benedico di cuore.

Padre Sergio Pinato

 

I vivi ricordi del Fondatore del Comunità Canossiana di Favignana
P. Modesto Giacon già Superiore Generale

Volentieri ho accettato l'invito del carissimo Padre Damiano di rievocare gli inizi dell'attività pastorale dei Canossiani alle Egadi. 
Ho presente vivissima nella memoria la mia prima visita a Favignana il 24 maggio 1971. Vi andai in veste di turista, anche se segretamente dovevo esaminare la possibilità di apertura di una nostra comunità nell'isola. 
 

 

Il vescovo presenta i PP. canossiani alla popolazione

 

Venendo con l'aliscafo da Trapani, ad un certo momento mi apparve in tutta la sua estensione, il paese, con il forte di Santa Caterina in cima alla collina e Favignana distesa al sole come un bianco candido lenzuolo. Mi impressionarono vivamente la limpidezza delle acque e l'immacolato candore delle case. 
Sceso a terra, fui accolto festosamente dalle Signorine Campo, che mi condussero subito a visitare la Chiesa Matrice e a salutare il vecchio arciprete, Mons. Cipolla, molto malato. Nel pomeriggio mi raggiunse Mons. Cassisa, allora amministratore della Curia di Trapani. Con il suo entusiasmo e la sua foga, mi illustrò la situazione pastorale delle isole e mi prospettò il grande bene che i nostri Religiosi avrebbero potuto compiere tra quella popolazione semplice e buona, ma poco religiosamente coltivata.
Da quella visita nacque una fitta e pressante corrispondenza con il paterno e saggio vescovo Mons. Francesco Ricceri, che si mostrò entusiasta della proposta fattagli dal suo amministratore di affidare ai Canossiani la cura pastorale delle Egadi.
Ad una mia lettera, rispondeva così, a stretto giro di posta: "Rev.mo Padre, rientrando in sede, trovo, tanto gradita, la sua gentile lettera del 1º giugno corrente. 

Mi è sembrata dettata dalla Provvidenza, in questo momento in cui desta in me molta preoccupazione l'assistenza religiosa alle Isole Egadi di questa Diocesi. Come Le ho accennato per telefono, sarebbe un bene immenso per quelle isole se i Figli della Carità-Canossiani se ne volessero assumere la cura". 
E i Canossiani, dopo una visita in loco anche del Vicario Generale, Padre Giustino, e sbrigate in pochi mesi, le necessarie pratiche, il 17 ottobre della stesso anno approdarono a Favignana con grande soddisfazione della popolazione e a dispetto del diavolo, che anche quel giorno volle manifestare chiaramente la sua ostilità. La cronaca, infatti, nota che lo speciale aliscafo, partito da Trapani alle 10.00, con il vescovo, le autorità e i Padri destinati alla nuova fondazione, giunto in vista di Favignana non poté raggiungere il porto, causa il forte vento e rischiava di sfasciarsi sui massi. 
Il comandante tentò di far scendere le persone sulle barche giunte dall'isola, ma parve un'operazione troppo rischiosa. 
Intanto la popolazione, giunta in processione al porto con bandiere e stendardi, salutava con canti di evviva. L'aliscafo rimase per oltre un'ora e mezza a dondolare sulle onde e il comandante era risoluto di ritornare a Trapani. Un marinaio, però, gli suggerì di aggirare l'isola e di far scendere le persone sulle barche dove il vento e il mare erano più calmi. 
L'esperimento riuscì. La popolazione intanto era corsa al luogo dello sbarco e in corteo accompagnò il vescovo, i Padri e le autorità alla Chiesa Matrice. 
Con buon due ore di ritardo ebbe inizio la Messa, durante la quale Mons. Ricceri diede l'investitura canonica al nuovo parroco, Padre Guido Franzolin, e presentò alla popolazione gli altri due suoi collaboratori, Padre Ferdinando Finotto e Fra Pietro Alberton. 
Iniziò l'avventura pastorale dei Canossiani a Favignana. 
E vale la pena ricordare che secondo i patti stipulati con il vescovo l'attività pastorale avviata il 17 ottobre 1971 era "ad experimentum" per un anno. 
Pare senz'altro che l'esperimento sia ben riuscito se quest'ottobre è in programma la celebrazione solenne del 25º di presenza canossiana nelle Egadi. 
Siano rese grazie a Dio, ma anche a tutti i Padri che generosamente hanno lavorato in questo campo, che sta offrendo evidenti frutti di bontà e di grazia. 

 

Padre Modesto