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Anno XXXIV
n. 14
13 aprile 2001

Furto senza scasso a Martorano
Si torna a rubare polli
Chi si cela dietro la razzia di avicoli?

di Cristiano Riciputi

Oro, gioielli, telefono cellulari, computer, contanti? Sono forse questi i beni materiali più appetiti dai ladri nell'epoca del consumismo e del benessere? Non solo, almeno a giudicare dal furto consumato la scorsa settimana a Martorano. Nell'occasione sono stati rubati...polli. Otto per la precisione, abbastanza paffuti e, alcuni di essi, pronti per rallegrare la tavola pasquale sotto forma di succulenti arrosti e grasso brodo fumante. Pietanze che non mancheranno, ma non sulla tavola del legittimo proprietario. Immaginiamo l'espressione apparsa sul viso dell'appassionato allevatore quando, di buon mattino, si è recato nel pollaio per nutrire le sue creature. Il recinto era intatto senza alcun segno di 'scasso'. 'Un lavoretto ben fatto', si leggerebbe in un libro giallo. Da escludere anche l'ipotesi di un animale selvatico che possa aver ucciso i volatili. Nessun segno di 'colluttazione', neppure una penna fuori posto, nessun foro scavato al di sotto del recinto da un cane randagio o da una volpe. Insomma, non è necessario essere Sir Lock Holmes per capire che si è trattato di un furto vero e proprio, consumato nell'anno 2001 in un ridente paesino della prima periferia di Cesena.
L'allevatore (che in tutto possiede venti polli, perciò il suo allevamento è stato quasi dimezzato) si è posto qualche interrogativo. Forse si è trattato di persone in difficoltà economiche? Frutta ancora nei campi non ce n'è, ecco allora scattare il desiderio per un succulento pollo allo spiedo.
Ma forse la nostra società si è talmente evoluta che il bene supremo da preservare, e talvolta da rubare, è quello della sana alimentazione. Televisione e giornali non fanno altro che comunicare frodi alimentari, carni sospette, alterazioni più o meno comprovate. Ma l'importante è lanciare il sasso, incutere il terrore e far pensare che tutto è artificiale, tutto fa male e 'felicità' è un pollo ruspante con verdura appena colta. Ecco allora che questa forma cesenate di abigeato, il furto di bestiame ricordato anche da Leonardo Sciascia, assume il contorno di una razzia salutista, perpetrata da vittime televisive secondo i quali sano equivale ai ' sapori di una volta'.
Da quanto risulta, l'allevatore, non volendo saturare l'attività della polizia investigativa, non ha sporto denuncia.

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