I Carismi di Padre Pio

(dal libro: Padre Pio, trasparente di Dio di Padre Jean Derobert)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I CARISMI DI PADRE PIO

 

Padre Pio, crocifisso come Gesù... Padre Pio crocifisso con Gesù dato che Padre Pio e Gesù, bisogna ripeterlo, è tutt’uno. Padre Pio rappresenta Gesù e lo rende presente, agli occhi di coloro che se ne sono allontanati. È un faro che attira e illumina.

 

È incaricato di una missione grandiosa, egli non può dimenticare il Signore che, dalla sua prima infanzia, gli ha dato questa consegna, questa parola d'ordine: «Santificati e santifica!» I carismi di cui il Signore l 'ha gratificalo non hanno altro scopo che di aiutarlo in questa missione santificante e co-redentrice. Per Padre Pio era, in qualche modo, la sua «Lettera di Credito» nei riguardi del mondo che ha perso il senso di Dio. Bisogna saper afferrare e comprendere i segni che Dio ci lancia.

 

Il Padre era segnato dalle stigmate del Signore, come Gesù Resuscitato e Vivente aveva conservato le sue Piaghe. Da questo è indicato i! mistero della morte e della resurrezione. Le stigmate causano al Padre intense e persistenti sofferenze. Chi saprà mai quanto sangue è colato da quelle piaghe aperte per la durata di un mezzo secolo? Uno dei suoi figli spirituali, il professor Enrico Medi, scienziato di rinomanza, aveva pronunziato durante le esequie del Padre, una commovente meditazione sul Rosario. Nel Secondo Mistero Glorioso, esclamò: «Mi sembra che non vi sia mai stata nella vita della Chiesa, nella Storia della Chiesa, una persona alla quale il Signore abbia domandato tanto sangue quanto a Padre Pio...

Quella passione continua, perpetua: del sangue, del sangue, del sangue, per compiere una missione salvifica, santificante...» Crocifisso vivente...cosi l'aveva propriamente definito il Papa Paolo VI il 20 febbraio 1971, nell'udienza che accordava ai Definitori Generali dell'Ordine. «Rappresentante segnato dalle Stigmate, uomo di preghiera e di sofferenze...» La parola che il Santo Padre impiegava era stampato che vuoi dire impresso, coniato come una moneta o una medaglia, inciso... espressioni ben appropriale per descrivere Padre Pio.

Questi segni ci mostrano bene che il suo essere tutto per intero è arso d'amore per Dio e per i suoi fratelli... Egli porta in se le due dimensioni della croce, la dimensione verticale del suo amore per Dio, la dimensione orizzontale di Colui per cui arde l'umanità, per coloro che lui stesso chiama suoi «fratelli d'esilio».

 

Ma gli uomini sono più testardi degli asini che trotterellano sulle strade polverose della campagna delle Puglie. Occorre loro di tanto in tanto, un ciuffo di buona erba fresca e profumala, per farli avanzare! Per comprendere l'intensità dell'amore che bruciava nel cuore di Padre Pio, era necessario che questo amore fiorisse sul suo corpo. L'amore per il Crocifisso ha fatto sgorgare il sangue dalle sue piaghe e l' ha gratificalo di tutti gli altri carismi.

Profumi

 

Da tutta la persona di Padre Pio emanava un profumo penetrante. Esso cominciò a diffondersi il giorno stesso della sua totale e definitiva stigmatizzazione, e molti sono quelli che dicono di averlo percepito anche dopo la sua morte. Il dottor Romanelli vi allude nel primo rapporto che fece giungere alle «Autorità dell'Ordine», senza saperne spiegare l'origine.

Confidandosi con un confratello di Padre Pio - Padre Paolo da Valenzano - egli dichiarò di meravigliarsi come un monaco ritenuto «Santo», facesse uso di profumi! Ma Padre Pio, senza dubbio, aveva sentito poiché il medico non sentì più niente durante i due giorni che rimase ancora al convento. Al momento di partire, scendendo la scala, lo sorprese quel profumo gradevole... ma non vi trovò un'ulteriore spiegazione. Nessun trattamento che si fosse potuto applicare alle piaghe di Padre Pio avrebbe potuto diffondere un così gradevole odore... E poi, il sangue ha mai avuto l'odore della rosa, del giglio, della violetta o del gelsomino... Era un odore cosi penetrante, così intenso che letteralmente soffocava come quando si aspira ad un flacone di eccellente - e vero profumo.

 

Il dottor Festa - che aveva esaminato le piaghe dello Stigmatizzato -dichiara: «Posso affermare che alla mia prima visita, ho tolto dal costato un panno bagnato di sangue che ho portato con me per un esame al microscopio. Io personalmente sono sprovvisto di ogni odorato, e non ho sentito alcune emanazione da quel panno; tuttavia un distinto ufficiale ed altre persone che tornavano da San Giovanni, e che si trovavano in automobile accanto a me, non sapendo tuttavia che portavo con me questa stoffa chiusa in una piccola scatola, e, nonostante l'intensa ventilazione che produceva la marcia rapida del veicolo, ne sentirono benissimo la fragranza e mi affermarono che essa corrispondeva perfettamente al profumo che emanava dalla persona di Padre Pio.

Arrivato a Roma, nei giorni che seguirono e per lungo tempo, quello stesso panno sistemato in un mobile del mio ufficio ne profumò talmente l'atmosfera che, fra le persone che venivano a consultarmi, numerose furono quelle che me ne chiesero l'origine.»

 

Quale può essere l'origine di quel profumo? Un'anima privilegiata - della quale è introdotta la causa in vista di una possibile beatificazione -e che fu la «figlia spirituale» di Padre Pio, Lucia Fiorentino, scrive nella relazione della sua propria vita, che un giorno nel 1919, essa senti un profumo che la meravigliò mollo. Guardò intorno a se per vedere se vi fossero dei fiori ma non trovò ne fiori ne persone che potessero essere profumate. Essa si rivolse allora a Gesù, con il quale aveva frequenti colloqui. Il Signore le rispose con una locuzione interiore; «È lo spirito del tuo direttore che non ti abbandona mai. Sii fedele a Dio e a lui.» E Lucia concluse dicendo che si era sentita confortata in mezzo alle tristezze che l'opprimevano.

 

Il profumo... lo spirito di Padre Pio!...

 

Conosciamo una buona religiosa - come ne esistono tante in Italia ! – che appartiene alla Congregazione delle «Pie Operaie di San Giuseppe» e che vive vicinissimo a Firenze. Essa e originaria di Benevento e quindi quasi compaesana di Padre Pio! Conobbe il Padre nel 1938, egli ha guidato la sua anima durante numerosi anni. Lei stessa testimonia:

 

«Ogni volta che chiedo qualche cosa, anche dopo la sua morte, Padre Pio (ch'ella chiama Papà) mi da la risposta.» È avvertita da un profumo. È la risposta del Padre! Vi è tutto un linguaggio dei profumi!

 

«Se si tratta di un profumo di rose - continuava la suora - ciò significa «grazia e sofferenza», poiché non vi è rosa senza spine! Se si tratta dì un odore di violetta, ciò significa «mortificazione e umiltà» e cioè il Padre che chiede dì essere aiutato con l'umiltà e il sacrificio. Se si tratta di un odore di acido fenico, la risposta è netta: «rifiuto assoluto». Ma se è il profumo penetrante del gelsomino, il Padre vuoi dare con quello un «segno di tenerezza». A volte è l'odore dì pane fresco o di mandorla, allora è l'invito a pregare più spesso e ad avvicinarsi più frequentemente, ed anche più «seriamente» all'Eucarestia». Infine il profumo inebriante dell'incenso è il segno che la grazia implorala è stata strappata dal Cuore di Dio.»

Il profumo che emanava da tutta la la persona del Padre, la fragranza del sangue che colava dalle ferite della crocifissione, era dunque la testimonianza della sua presenza spirituale. Sono numerosi gli esempi che, da tutti gli angoli del mondo, attestano questi fenomeni. Noi stessi l'abbiamo sentito diverse volle e sempre per confortarci, avvertirci di un pericolo, per darci un segno del suo paterno affetto. Quanti malati possono testimoniare che i profumi di' Padre Pio - in risposta alla domanda di preghiere

alla loro intenzione che l'aveva raggiunto al di là della grande distanza che, a volte le separava dal Padre - erano venuti a confortarli, a rassicurarli e a volte, a testimoniare delta loro guarigione?

 

Non era neppure raro che questo profumo si manifestasse in un gruppo di persone che parlavano di lui, di Padre Pio, come se ancora una volta, si verificasse la parola dì Gesù che assicurava che se due o tre persone erano riunite nel suo Nome, Egli sarebbe stato in mezzo a loro. Dopo tutto, Padre Pio - incarnazione mistica di Gesù - poteva agire altrimenti? Anche noi, del resto, a questo riguardo, abbiamo avuto delle esperienze personali.

 

Questi profumi si rivolgevano non solo a quelli che amavano Padre Pio e che vedevano in lui un Padre per la loro anima, ma raggiungeva i miscredenti, quelli che avevano una condotta detestabile. Non vi erano regole per quel misterioso fenomeno, strano e inspiegabile. i doni di Dio oltrepassano spesso ogni immaginazione. Cosa possiamo fare noi, se non riconoscerli come tali, senza discuterli, perché sono obiettivi, ed ammirarli

con umiltà?

 

Una Prova

 

«Gli acidi e le sostanze caustiche - scrive il dottor Giorgio Festa (cf. il suo libro a p. 162) - hanno in generale la proprietà fisica di bruciare, ovvero distruggere, annientare le sostanze organiche. Di conseguenza, il profumo che, fisicamente, è una «emanazione di particelle organiche», quando è messo a contatto con un acido o una sostanza caustica qualsiasi, cessa immediatamente di esser tale. Se si prova ad introdurre in un flacone di essenza profumata alcune gocce, per esempio, di acido cloridrico, o di acido solforico, il profumo intensissimo che, qualche istante prima, si sprigionava dal flacone, cesserà d'un colpo, giustamente perché le sostanze organiche di cui si componeva sono state distrutte dalla sostanza caustica.» Allora... se il profumo, come dice il dottor Festa, è una «emazione di sostanze organiche», si può parlare, a proposito della fragranza di Padre Pio, di una certa presenza reale...

 

Le obiezioni degli scettici, per quanto siano in buona fede, debbono cedere davanti all'esperienza di coloro che, tanto numerosi e sparsi per il mondo intero, hanno sentito quei profumi. Si tratta di autosuggestione? di illusione? Sarebbe assurdo il sostenerlo, poiché come può una suggestione creare delle sensazioni olfattive, anche a grande distanza, su dei soggetti le cui personalità sono così differenti?

Bilocazione

 

L'11 dicembre 1918, Padre Pio aveva scritto a Rosalia Gisolfi. Nell'intimità la chiamavano «Rosinella». Era la nipote di Rachelina Russo. Essa era ammalata ed anche assai gravemente. «Che Gesù ti benedica, li conforti e ti dia la forza di sopportare la presente prova, che a Lui è piaciuto mandarti, e ti restituisca presto alla primiera sanità!» Così comincia la sua lettera, piena d'affetto, per questa giovanetta che non aveva ancora ventiquattro anni. Il Padre la rassicurava della sua preghiera costante presso il Signore. Ma le scrive: «Non dubitare, figliuola mia, della divina predilezione. È per amore ch'Egli ti prova; è per amore ch'Egli permise al suo indegno ministro di esserti accanto durante una di queste notti precedenti. Ed il tutto fu permesso da Lui per confortarti, per sollevarti, per animarti alla durissima prova...» (III/p.525)

 

Si sa egualmente che, ben prima di conoscere e d'incontrare Raffaelina Cerase, Padre Pio le aveva già reso alcune visite.

 

E quanti sono quelli, nel mondo intero, che possono attestare di aver visto Padre Pio realmente, fisicamente, in carne e ossa?... Nel libro che gli ha consacrato Padre Fernando da Riese, Pio X, scrive: «Numerosi piloti dell'aviazione anglo americana, di diverse nazionalità (Inglese, Americana, Polacca, Palestinese) e di diverse religioni (Cattolica, Ortodossa, Protestante, Ebraica) possono confermare una bilocazione di Padre Pio. Durante l'ultima guerra ogni volta che essi sorvolavano il Gargano per eseguire dei bombardamenti, vedevano nello spazio un monaco che, tendendo le sue mani ferite proibiva loro di lanciare le bombe. Foggia e quasi tutte le città delle Puglie, subirono frequenti bombardamenti. Non una sola bomba cadde sulla città di Padre Pio. Finita la guerra, salendo a San Giovanni Rotondo, quegli aviatori riconobbero in Padre Pio, con assoluta certezza, quel Frate ch'essi avevano incontrato e visto durante i loro voli...»

 

Strano!...

 

Padre Pio si manifestava altrettanto spesso fuori delle frontiere d'Italia. Chi non conosce la storia della morte di Monsignor Damiani, Vicario Generale delle Diocesi di Salto in Uraguai, al quale Padre Pio aveva promesso che lo avrebbe assistito al momento del suo passaggio all'eternità. E Padre Pio aveva mantenuto la sua parola!

 

Si assicura che Padre Pio sia anche andato in bilocazione a consolare a Budapest il cardinale Mindszenty, rifugiato presso l'Ambasciata Americana. Sarebbe andato anche in Iugoslavia ad assistere il cardinale Stepinac durante il suo processo e in Polonia per confortare i fedeli del cardinale Wynszynski, vittima di persecuzioni politiche (cf. Lesourd et Benjamin - Les mystères du Padre Pio - p.143).

 

Sì, è sicuramente un fenomeno strano questa bilocazione. La stessa persona occupa nello stesso momento due o più posti differenti. Un giorno nel 1922, i cappuccini di San Giovanni Rotondo discutevano fra di loro a proposito della bilocazione di sant'Antonio da Padova del quale era vicina la festa. Uno di essi diceva che, forse, quei privilegiati del Signore non si accorgevano neanche della loro bilocazione. Padre Pio, che assisteva alla discussione, intervenne: «Certo che se ne accorgono - disse - possono non sapere se è il loro corpo o la loro anima che si muove, ma sono ben coscienti di ciò che accade e sanno dove vanno!...» Lo sapeva bene lui di cosa parlava!

 

Anche io posso testimoniare di aver visto il Padre in bilocazione... Fra l'altro quella mattina in cui, nella neve, si era trovato in mezzo alla folla che saliva alla chiesa per la Messa mattutina - Padre Pio celebrava alle cinque! - Egli era andato a ricercare - Dio sa dove - un giovane posseduto dal demonio che era scappato via da casa sua. Il Padre e quel povero ragazzo erano entrati dalla porta del corridoio che si chiamava «corridoio delle prenotazioni» ed erano spariti. Mi sono recalo in sagrestia, poiché quella mattina avevo il privilegio di assistere Padre Pio all'altare. Era una Messa drammatica, era un venerdì del febbraio del 1956 e... Padre Pio era là già parato degli ornamenti liturgici, profondamente raccolto, pallido... Dopo un istante sospirò, aprì gli occhi e sembrò riprender vita. Era ritornato in sé stesso.

 

Quando andava in bilocazione, Padre Pio appariva in più luoghi differenti nello stesso momento. Una volta, apparve ad uno dei suoi figli spirituali, Giovanni Bardazzi di Prato (Firenze). Allo stesso momento apparve ad una delle sue figlie spirituali, che viveva vicino a San Casciano Val-di-Pesa, all'opposto della città di Firenze, sulla strada che conduce a Siena e che tutti conoscevano con il nome di Ademarista. Giovanni aveva saputo di questa visita e rimase interdetto. Andò a visitare Padre Pio e gli chiese:

 

«Padre, siete venuto da me il tal giorno alla tal ora?» — «Certamente, rispose Padre Pio, non sei contento?» — «Ma ho saputo che siete stato nello stesso momento da Ademarista, come è possibile? Ademarista mente certamente! Se eravate da me, come potevate, nello stesso momento, trovarvi da lei?» Padre Pio divenne molto serio e rispose: «Figlio mio, quando si celebra la Santa Messa, la si celebra nello stesso tempo in quante chiese nel mondo intero? Quando facciamo la Consacrazione, Gesù è presente in tutte le chiese, no? Hai capito? Allora non chiedere niente di più.!» È Giovanni Bardazzi stesso che riportava questo episodio molto significativo.

 

Allora?... è esattamente come la luce che in un certo modo viene moltiplicata in una infinità di raggi quando colpisce un prisma... Senza il prisma la luce non sarebbe percettibile. Padre Pio è come il prisma che riflette la luce di Dio. È lui che rivela la luce divina, poiché lo aveva invaso e posseduto tutto per intero!

 

Un'altra testimonianza - curiosa - ci fu raccontata da quella buona religiosa delle «Pie Operaie di San Giuseppe». Nel 1954, Lucia (così si chiamava lei nel mondo) fu presa da coliche epatiche. Fu soggetta a fortissime febbri per la durata di un anno. Suo cugino, Enzo Mercurio, quel cieco che tutti conoscono a San Giovanni Rotondo e che fu convertito da Padre Pio dall'ateismo più puro, andò a trovare il Padre per chiedergli soccorso in favore della sua povera cugina. «Essa non morirà, rispose Padre Pio,

essa è a metà del calice e deve berlo fino alla feccia.!»

 

Ora, una notte, la povera religiosa non ne poteva più. Essa si sentiva proprio abbandonata dal suo padre spirituale che tuttavia aveva invocato e chiamato in aiuto! Padre Pio le apparve in bilocazione. Era vestito... come un indù, con un turbante sulla testa! Le sorrise, fece il giro dei letto come per divertimento e facendo anche finta di non accorgersi dello stato di salute della buona religiosa. Poi disparve... L'atteggiamento strano – lo si può dire! - di Padre Pio si spiega con il fatto che nel dialetto di Benevento, paese natale della suora, quando si dice a qualcuno «Tu fai da Indiano !», ti comporti come un indiano o un indù ciò significa «Tu mi dimentichi, tu non pensi più a me, tu fai come se non esistessi!» Venendo vestito da indù e sorridendo. Padre Pio voleva dire: «Penso io stesso a te, anche se tu non le ne accorgi, anche se ti sembro indifferente!» Infatti Padre Pio non detestava la facezia, ben al contrario!...

 

A volte Padre Pio annunziava in anticipo la sua visita. Si cita la storia di una piccola ammalata che aveva dato l'ora approssimativa della venuta del Padre. I genitori, nella loro semplicità e non conoscendo assolutamente niente circa i fenomeni della bilocazione, se ne andarono tranquillamente a cercare Padre Pio... alla stazione! È evidente che non lo trovarono! E quando, delusi, tornarono a casa, annunciarono tristemente alla bambina: «Il Padre non è venuto!» — «Come? rispose loro, è stato qui

fino ad ora!»

 

Un altro giovane, guarito anche lui provvidenzialmente dopo una grave malattia, volle mettere alla prova la potenza del Padre e vedere se era proprio lui che era venuto a guarirlo. Si presentò a lui, simulando il male dal quale era stato colpito avanti: « Va, figlio mio - gli disse Padre Pio dandogli un colpetto amichevole sulla spalla - Va, e non far più, mai più, di tentare la misericordia del Signore!»

 

Con questo mezzo, aveva l'abitudine di seguire i suoi figli spirituali. Uno di essi, un giovane di Roma, che aveva l'abitudine di scoprirsi il capo ogni volta che passava davanti ad una chiesa, omise di compiere quel gesto di venerazione verso la Presenza Reale, un giorno che era in allegra compagnia, con un gruppo di amici. La reazione non si fece attendere. Vergognandosi, il giovane sentì al suo orecchio il grido e il rimprovero di Padre Pio: «Vigliacco!»

 

Ma la storia non finì qui! Quando più tardi il giovane, un po' tremante, si recò al confessionale dì Padre Pio, questi gli disse severamente: «Questa volta non hai avuto che un rimprovero, la prossima volta, riceverai un «sonoro scapaccione!» Così si esprime a volte l'umore dei santi!.

Questo privilegio, questo Carisma, permetteva a Padre Pio di essere presente vicino a certe anime per confortarle, e sostenerle in certi momenti critici. Umanamente e inspiegabile. Ma bisogna avere l'umiltà e l'onestà di riconoscere ciò che esiste. La bilocazione e un fatto oggettivo.

 

Chiaroveggenza - Introspezione delle coscienze

 

Padre Pio ebbe il dono della introspezione delle coscienze e del discernimento degli spiriti. Cioè egli poteva vedere all'interno dell'anima di chi si rivolgeva a lui, in quella zona segreta e nascosta conosciuta da Dio solo e dalla nostra propria coscienza. Quello è un potere temibile, entrare come uno scalpello in una coscienza per aiutare il penitente ad estrarre il peccato!... prima ancora, del resto, che il penitente abbia avuto il tempo di aprir bocca.

 

Infatti, più lo spirito è purificato, più è trasformato da Dio, e più può entrare in stretto contatto con altri spiriti. Lo Spirito divino scandaglia quello che vi è di più nascosto, fino al più profondo segreto di Dio. L'introspezione delle coscienze che lo Spirito Santo aveva dato a Padre Pio faceva del suo spirito un perfetto strumento dello Spirito di Dio. Quante volte Padre Pio ha enumerato i peccati dei suoi penitenti. Leggeva nei loro cuori come in un libro aperto. Io stesso posso portare una tale testimonianza, dato che mi è capitata una simile avventura! Con mie grande sorpresa e confusione, ma anche con mio grande sollievo, Padre Pio mi disse in questo modo un certo numero di cose... Mi svelò la materialità di certe colpe che a me sembravano semplicemente veniali, leggere, senza grande importanza, tanto è vero che non vi avevo prestato tanta attenzione. Padre Pio ne spiegò la gravità... tutto è crimine davanti all'infinita bontà e all'infinita Maestà di Dio, e fu una grazia di Dio sentire Padre Pio spiegarmi tutto ciò!

 

Dunque Padre Pio leggeva nello spirito di quelli che lo avvicinavano. Leggeva i loro sentimenti, i loro dubbi. Uno dei suoi figli spirituali, che conosco bene e che mi onora della sua amicizia, il Signor Bernard, di Carouge (Ginevra) mi riferisce il seguente fatto:

 

«La prima volta che, mia moglie ed io, ci siamo recati a San Giovanni Rotondo, nel 1958, abbiamo avuto la fortuna di fare amicizia con il Signor Dall'Ollio, direttore dell'Albergo San Michele. Questa carica gli era stata imposta da Padre Pio di cui era figlio spirituale. Inoltre, esercitava la funzione di economo alla Casa Sollievo della Sofferenza. Il che voleva dire avere i suoi accessi al convento. Siccome ci teneva molto a farmi conoscere Padre Pio, al cui riguardo mi mostravo un po’ scettico, fu lui che, un giorno a mezzogiorno, mi introdusse presso il Padre, alla porta del Refettorio del convento...

 

Quel giorno lì, il Padre penetrandomi con lo sguardo, mi mise la mano sulla fronte dicendo in francese : «Adesso tutto sarà chiaro!» Uscito dal convento, alquanto emozionato, domandai alla mia guida se egli avesse bene inteso le parole del Padre e perché questi non portasse i mezzi guanti,poiché avevo nettamente sentito il contatto della sua mano sulla mia fronte e non il contado della lana. Il Signor Dall'Ollio ne rise di cuore e mi assicurò che il Padre portava i suoi mezzi guanti che non lasciava mai durante !a giornata, e che egli non aveva pronunziato una sola parola. Ma aggiunse che con il Padre non bisognava meravigliarsi di tali manifestazioni. 11 Signor Dall'Ollio ci parlò molto del Padre che conosceva da lunga data. Fra l'altro ci raccontò un fatto straordinario che era accaduto l'inverno precedente, giusto prima del Natale del 1957. Era d'altronde un esempio della chiaroveggenza del Padre, poiché Padre Pio, se poteva leggere nelle coscienze, poteva altrettanto bene occuparsi, a distanza, degli interessi materiali dei suoi figli spirituali.

 

«Una mattina, dunque, riferisce il Signor Dall'Ollio, il riscaldamento dell'Albergo San Michele, si guasta. Nonostante tutti i suoi sforzi, il bruciatore a nafta rifiuta di avviarsi. Telefona a Foggia per chiedere che gli mandino un montatore. Disgraziatamente, sono totalmente sopraffatti in quel periodo dell'anno e gli rispondono che non sarà possibile di passare prima di tre settimane! 11 Signor Dall'Ollio è costernato. Egli aspetta degli importanti gruppi di pellegrini dall'Austria e fa mollo freddo. Egli invoca mentalmente Padre Pio dicendo: «Vedete Padre, in che pasticcio m'avete messo!» Al che disperalo scende ancora una volta al locale della caldaia e cerca di avviare il bruciatore. Con sua grande meraviglia si mette in moto e più tardi costata che i radiatori scaldano. La cosa dura e durante le feste tutto va bene.

 

Verso la metà del mese di gennaio, i montatori di Foggia arrivano all'Albergo: «Non vai più la pena, dice il Signor Dall'Ollio, tutto funziona!» Dal momento che sono sul posto, i montatori decidono di revisionare la sua istallazione. Sbalorditi chiamano il direttore: «Guardate, tutto è bruciato nella scatola dei collegamenti elettrici. Il vostro bruciatore non può andare, è impossibile!!» Bisognava cambiare tutto. Eppure il bruciatore, funzionava normalmente da più di due settimane!»

«È cosi, diceva il Signor Dall'Ollio, che il Padre, a volle, interviene anche nelle cose materiali!»

 

*

 

Un altro esempio di questa scienza del Padre... È sempre il Signor Bernard che ci riferisce i fatti. Si tratta di una delle prime figlie spirituali di Padre Pio, Lina Fiorellini, che aveva conosciuto Padre Pio dal luglio del 1919. Ogni settimana aveva un colloquio col suo Padre spirituale e profittava dì questo incontro per consegnargli i doni che aveva ricevuti, messaggi per i quali essa chiedeva una risposta da trasmettere a coloro che l'aspettavano, essa faceva benedire dei petali di rosa che faceva seccare ogni anno per questa intenzione, come pure erbe aromatiche, tutte cose che distribuiva ai suoi amici per diffondere le benedizioni di Padre Pio.

 

Essa ha sempre vissuto, inizialmente assai miseramente, a San Giovanni Rotondo, escluso una interruzione di due anni a La Paz in Bolivia, dove ricevette due volte la visita del Padre in bilocazione. In seguito fu molto ammalala, allettata per molti anni, soffrendo in unione con Padre Pio che la esortava ad aver molto coraggio dicendole che le sue sofferenze erano ancora necessarie.

 

«Mia moglie ed io abbiamo conosciuto Lina Fiorellini nel 1958, - riferisce il Signor Bernard - e cioè durante gli ultimi 15 anni della sua vita. Essa si esprimeva con facilità in un italiano perfetto (era di Parma) e non si stancava a parlare. È per dire che durante le nostre numerose visite ci ha raccontato molli fatti e ricordi interessanti.

 

Nell'occasione del nuovo anno, il 1953, Padre Pio le rivolse degli auguri augurandole che l'anno... 1957 fosse buono per lei. Lina pensò, come le persone che le stavano vicine, che il Padre non fosse ben sicuro dell'anno nel quale vivevano e che si fosse sbagliato di millesimo. E come potevi augurarle un buon anno sapendo i terribili mali che pativa! Ma, in realtà era una predizione! L'anno 1957 fu precisamente quello in cui ritrovò parzialmente la salute. Da allora essa poté alzarsi poco a poco; uscire e accudire alle sue occupazioni. Era colpita da anemia perniciosa (leucemia) non continuava a vivere che per il miracoloso sostegno del Padre.

 

Di tanto in tanto, soprattutto per gli anniversari del loro primo incontro per le grandi feste. Padre Pio le mandava una parola di conforto. Nel 1958, per il trentanovesimo anniversario del loro incontro, Lina Fiorellini gli chiese di darle un segno. Qualche giorno prima lei preparò un pacco di lettere e doni che era stata incaricala di consegnare a Padre Pio. Fra queste cose vi era uno splendido rosario lasciato in legato da una persona defunta. Imballò tutto accuratamente e consegnò il pacchetto a Padre Pio durante l'abituale colloquio che aveva con lui la domenica mattina. Il giorno dopo, lunedì, tornando dalla Messa mattutina, essa ebbe la sorpresa di ritrovare quel rosario sul suo tavolo da lavoro. Interrogò immediatamente Francesca, la sua vecchia domestica. Nessuno poteva esser venuto durante la sua assenza... E lei era ben persuasa di non aver dimenticato di aggiungere quel rosario al pacco dei regali per il Padre. Allora?...Questo fatto curioso l'ossessionò tutta la settimana e la domenica seguente, durante il suo colloquio con il Padre, lo supplicò di darle una spiegazione per la sua tranquillità. E gli mostrò il rosario. Padre Pio glielo lasciò in mano affermandole che era per lei: «Non mi avevi chiesto un segno?» le disse?...

 

Padre Pio sapeva tutto e vedeva a distanza , il fatto seguente mette ancora in rilievo la scienza di Padre Pio:

 

«Ne! maggio 1957, riferisce ancora il Signor Bernard, due coppie (di cui una Francese che non sapeva una parola d'italiano e una donna di origine italiana) sono venuti a far benedire il loro matrimonio da Padre Pio a San Giovanni Rotondo. Dopo la Messa e la Benedizione, il Padre ha rivolto loro una breve allocuzione in italiano. A mezzogiorno, le due coppie si sono ritrovate per il pranzo all'Albergo Santa Maria delle Grazie. Là il Francese ha tenuto a dire quanto aveva trovato delicato da parte del Padre il rivolgergli alcune frasi in francese, dato che lui non capiva l'italiano. La sua giovane sposa, come pure gli altri convitati, hanno potuto confermargli che Padre Pio non aveva pronunziato una sola parola in francese, ma aveva sempre parlato in italiano. Tuttavia il Francese era ben certo di aver capito tutto nella sua lingua. Il Padre, parlando in italiano, aveva reso la sua allocuzione intelligibile al Francese... È forse quello il misterioso dono delle lingue di cui ci parlano gli Atti degli Apostoli?...

 

*

 

Più curioso ancora questo fatto di scienza del Padre. Questo racconto, che il Signor Bernard ci trasmette, è fatto da Anna Rinaldi che abita a Roma e che andò per la prima volta a San Giovanni Rotondo il 1mo agosto 1957.

 

Nel 1951, ebbe luogo la beatificazione di Papa Pio X e Anna si recò in Vaticano. Essa voleva venerare le reliquie del Pontefice.

 

«Nell'autobus, racconta lei, ho notato una signorina che guardava continuamente fra la folla come se cercasse qualcuno. Ad un tratto, il mio sguardo si incontrò col suo, e con un gesto della mano, essa mi chiamò e mi disse; «Si segga vicino a me» e mi fece posto.

«Lei si chiama Anna?» — «Si, ma, scusate, perché?» — «Lei ha ventun anni.» — «La prego, come può sapere queste cose su di me?» Essa mi rispose: «Lei si chiama Anna ed ha ventun anni. Si reca al Vaticano per vedere la spoglia di Pio X. Ci vada pure, ma non la vedrà, è già stata portata via.» — «Bene, in ogni modo mi sono messa in viaggio e non voglio tornare indietro.» — «Tanto peggio, si convincerà di quello che le ho detto. Mi dica, conosce Padre Pio?» — «Personalmente no, ma ne ho sentito parlare, una persona di mia conoscenza ha ottenuto un miracolo tramite le sue preghiere.» — «So che ogni anno fa un viaggio fuori Roma. Il primo viaggio che lei farà, dovrà andare dal Padre, perché il Padre l'attende!»

 

Ho parlato con quella signorina durante tutto il tragitto in autobus, continua Anna Rinaldi, per circa tre quarti d'ora e le sue parole sono sempre state: «È Padre Pio che l'attende!» — «La mia intenzione è di andarci, ma i miei genitori non mi lasciano partire per laggiù!» — «Prenda il mio nome e cognome, suggerì essa, e quando verrà, dirà che cerca me.»

 

Ho frugato nella mia borsa per trovare un pezzo di carta, ma non ne avevo. Tirai fuori una fotografia. Non avevo con me ne penna ne matita, e per questo la signorina mi prestò la sua e mi fece scrivere: Lina Fiorellini, figlia spirituale di Padre Pio, San Giovanni Rotondo. E al disotto, Padre Pio da Pietrelcina, convento dei cappuccini. (Foggia)

 

Scendemmo tutte e due dall'autobus, io presi la mia strada e lei un'altra, e non mi preoccupai di sapere dove andava.

 

Come era quella signorina, ora non me ne ricordo assolutamente, e non me ne potevo ricordare subito dopo il nostro incontro, perché mi guardava sempre negli occhi e il suo sguardo era talmente penetrante che mi sentivo obbligata a fissare il suo. Era piuttosto robusta, della mole di Padre Pio e aveva un vestito scuro.

 

Entrai nella basilica e non trovai la spoglia di Pio X. Di ritorno a casa ho raccontato l'incontro ai miei genitori. Essi mi dissero che mi avrebbero dato il permesso di andare a San Giovanni quando avessi trovato qualcuno che fosse venuto con me. Ma il mio viaggio dal Padre è sempre stato contrastato da degli imprevisti. Tuttavia, ogni estate, ho lascialo Roma, ma non so se per una strana coincidenza o per punizione, è sempre accaduto qualcosa, anche quando dovevo allontanarmi da Roma per il mio lavoro. Il pensiero che il mio primo viaggio avrebbe dovuto esser quello verso Padre Pio diventava per me un incubo.

 

Finalmente nell'agosto del 1957, seppi che una parente (alla quale Padre Pio era apparso in sogno, invitandola ad andare a San Giovanni) partiva per vedere il cappuccino stigmatizzato, e sono partita con lei.

 

Arrivata al convento mi sono recata all'ufficio d'iscrizione delle donne, per informarmi presso Padre Pellegrino di quello che bisognava fare per confessarmi da Padre Pio. Mentre gli parlavo, mi sono ricordata dell'indirizzo che quella strana signorina mi aveva dato sull'autobus di Roma e tirai fuori dalla mia borsa la fotografia sulla quale lo avevo scritto: «Ah! Lina Fiorellini - disse Padre Pellegrino - si, si riconosco quella scrittura!»

— «Ma - replicai - sono stato io a scrivere questo biglietto. La signorina Fiorellini abita qui? È figlia spirituale di Padre Pio?» — «Si è la prima figlia spirituale di Padre Pio. Andate a trovarla, le farete piacere.» —

«L' ho incontrata a Roma per la beatificazione di Pio X...» — «Ma la Signorina Fiorellini non si è mai allontanata da San Giovanni Rotondo, che io sappia, almeno che non sia andata a Roma per un giorno o due, a causa di quella beatificazione, ma non lo credo!»

 

Cosi consigliata da Padre Pellegrino, mi recai dalla Signorina Fiorellini dove mi aspettava una grande sorpresa. La donna che abitava con lei (dato che lei era sofferente) venne ad aprirmi ed io chiesi: «È qui che abita la Signorina Lina Fiorellini?» — «Sì» - e mi introdusse in una stanza dove lei lavorava, assalita da una voluminosa corrispondenza. «Mi scusi, ma è proprio lei la Signorina Fiorellini che ho incontrato a Roma nel 1951?» — «Ma... non mi sono mai allontanata dal 1940, quando Padre Pio mi ha trattenuta!» — «Allora lei non si ricorda di me, della mia persona?» —

«Venga al fatto, suggerì la signorina, e mi dica cosa vuote da me!»

 

Le narrai il nostro incontro sull'autobus nel 1951, la mia venuta a San Giovanni, il mio colloquio con Padre Pellegrino. Le mostrai la fotografia sulla quale avevo scritto con la penna che lei stessa mi aveva pressata. Essa era sempre più sbalordita, e io anche, quando si pensa che, per una .strana coincidenza, l'indirizzo che avevo scritto sotto sua dettatura era la stessa calligrafia di Lina Fiorellini. Questo fatto è veramente straordinario, ma nei misteri di Dio con Padre Pio, non è la prima volta che accadono simili cose... Ne ho avuto conferma da Padre Pellegrino stesso che mi ha detto:

«Anche fra noi frati, accadono tante cose!» In quanto a Lina Fiorellini, essa mi raccontò che un'altra persona, una sua amica di Roma le aveva detto di averla vista, con sua grande meraviglia, sulla scala della chiesa di San Lorenzo in Panisperna, mentre che

Lina non ha mai lasciato San Giovanni Rotondo a causa della sua infermità...»

 

In quel momento non era che il doppio o lo strumento di cui si era servito... Padre Pio!

Miracoli

 

È il caso di parlare dei miracoli che il Signore faceva attraverso Padre Pio? Tutti conoscono Miss Mary Pyle, quella ricchissima americana che un giorno, nel 1922, era venuta a San Giovanni Rotondo in compagnia della Signora Montessori, la celebre educatrice. Essa rimase sedotta e decise di restarvi. Lasciò tutto per vivere vicino a Padre Pio. Entrò nel Terzo Ordine dei cappuccini. Dette tutti i suoi avere per la costruzione di un convento a Pietrelcina, quello stesso che un giorno della sua gioventù,

Padre Pio aveva visto... Suo fratello, il Signor James Tolman Pyle, era il direttore dell'Aviazione Civile a Washington D.C.

 

Essa abitava con alcune donne, terziarie come lei, in una casa rosa, molto semplice, a due passi dal convento, e che esiste ancora. Fu in quella casa, che accolse i genitori di Padre Pio. Fu li che sono morti tutti e due. Si poteva visitare quella camera dove sono entrati nella loro eternità i genitori dello stigmatizzato, è là ch'egli venne più volte a vederli e a circondarli del suo filiale affetto. Vi era una fotografia di J. F. Kcnnedy. Il Presidente l'aveva mandata a Mary Pile annunziando la sua prossima venuta a San

Giovanni, poco tempo prima del tragico attentato che gli costò la vita.

 

Vestita dell'abito delle terziarie di san Francesco, abito di bigello bruno, cintura di corda e velo nero, Miss Mary Pyle viveva molto semplicemente, senza mai preoccuparsi del giorno dopo, sotto la direzione di Padre Pio. Il suo tempo era suddiviso fra la chiesa del convento, si occupava dell'armonium, dirigeva una piccola corale, e della sua casa riceveva amici e stranieri di passaggio, e cercava anche di rispondere ad una voluminosa corrispondenza.

 

«Proprio la mattina della mia visita - ci racconta il Signor Bernard -l'impiegato della Posta che funziona da postino, porta il corriere, tre pacchi, diciassette lettere (dal Brasile, degli U.S.A., dalla Francia, dall'Italia ecc...) e numerosi giornali. «È così due volte al giorno» mi dice. Peraltro le è impossibile rispondere a tutta quella posta. Ne estrae alcune lettere di cui riconosce la grafia amica, o che vengono da lontano. Centinaia di lettere aspettano risposta da anni! «Tutte chiedono miracoli, disse lei, tutte vogliono qualcosa. In realtà poca gente cerca realmente di capire. Non si chiedono cosa potrebbero dare loro stessi.»

 

«Non si conoscerà mai del tutto il Padre! dice ancora lei... Egli è come un iceberg. Una piccolissima parte emerge dal livello dei mare ed è visibile, mentre che una enorme massa resta sott'acqua, invisibile, ma reale. Non si conosce ne la sua grandezza, ne la sua dimensione.»

 

Il Padre da più spesso consigli a coloro che lo implorano, piuttosto che effettuare miracoli. Ma egli è immediatamente al livello di ciascuno, parla a tutti la lingua che gli è propria, anche nel campo scientifico, semplice con i contadini del paese, egli è dottore con i dottori, avvocato con gli avvocati, architetto con gli architetti...

 

Padre Pio «chirurgo»...

 

«Qualche tempo fa, proseguiva Miss Mary Pyle, hanno fatto venire un grande chirurgo alla Casa Sollievo delta Sofferenza per effettuare un'operazione urgente e difficile, giudicata necessaria da Padre Pio. Il medico dichiarò che la scienza in quel caso era in difetto e che l'operazione era inutile, non c'era niente da fare. «Ma Padre Pio ha detto che bisognava operare! » gli dicono. Allora ha un colloquio con Padre Pio. Questi gli spiega nei particolari e in termini medici precisi, come deve procedere, descrivendogli le diverse fasi dell'operazione. Il chirurgo è stupito di sentire Padre Pio parlargli come un professore della Facoltà di Medicina. Poi, Padre Pio gli tenne a lungo le mani nelle sue e gli disse: «Ora andate a fare quest'operazione!» L'operazione chirurgica si svolse esattamente come il Padre l'aveva descritta e con una facilità sconcertante. Quando ebbe terminato, il chirurgo, che non aveva tempo per tornare al convento, telefona: «Dite al Padre che !a «sua» operazione è riuscita in pieno, non la «mia». Le mie mani sono state come guidate misteriosamente»... Miracoloso intervento di Padre Pio!»

 

Padre Pio «avvocato»

 

«Altrettanto curioso è stato un altro intervento «miracoloso» di Padre Pio! Con un avvocato, i! suo intervento è altrettanto preciso e la sua azione seguita da una conversione. Una signora viene a chiedere consiglio a Padre Pio. In seguito ad un lungo processo di successione che essa ha perso, si trova completamente rovinata. I due figli del defunto socio del suo defunto padre sono riusciti a spogliarla di quello che le spettava di eredità. Padre Pio le dice di andare a consultare un celebre avvocato di Roma poiché, solo lui, poteva risolvere quel penoso affare. «Ma è un comunista notorio!» gli disse la signora. « Lui solo potrà fare qualcosa per lei!» ripeté il Padre. Dopo aver rifiutato sin dal principio di consultare quell'avvocato comunista, la povera signora finì per ubbidire al Padre andò a trovarlo a Roma. Di primo acchito, l'avvocato le dichiarò che si tratta di una causa persa e che non vede la soluzione, ma tuttavia promette di riflettervi. Ecco che una notte, Padre Pio gli apparve nella sua camera da letto. Quell'avvocato non conosce Padre Pio personalmente, ma lo riconosce bene dalle fotografie che gli è capitato di vedere. Padre Pio gli indica con precisione il tale articolo del Codice, Libro III, grazie al quale egli troverà la chiave della causa per sua cliente. Molto impressionato, l'avvocato si alza immediatamente e, si reca di notte al suo studio. Consulta il Codice e trova, infatti, nell'articolo segnalato da Padre Pio, la soluzione che invano aveva cercata. Intenta subito un processo in Corte d'Appello e, contrariamente a quello che accade ordinariamente in quel genere di affari, la causa è portala rapidamente davanti ai giudici. Il processo è vinto e la signora rientra nei suoi diritti.

 

Il risultalo è che l'avvocato è cambiato, totalmente trasformato. Per prima cosa strappa la tessera del Partito Comunista, va a San Giovanni Rotondo e incontra Padre Pio. In seguito è diventato uno dei capi dell'Azione Cattolica Romana. Miss Mary Pyle, termina il Signore Bernard, non mi ha detto il suo nome e io non ho osato chiederglielo...»

 

*

 

Mary Pyle racconta anche quest'altro prodigio: «Una bimbetta di tre anni è in agonia. Tutti i suoi parenti sono in lacrime. Ad un tratto la bimba si risveglia con un bei sorriso e dice: «Perché avete paura? Padre Pio è venuto a visitarmi, sento ancora il suo profumo!» Essa è guarita e è tornata ogni anno a trovare il suo salvatore.»

 

Resurrezione!

 

E questo fatto è senz'altro meraviglioso! È il caso di fra Daniele. E un frate cappuccino del convento di San Giovanni Rotondo.

 

«L'ho conosciuto personalmente, precisa il Signor Bernard, e sono andato con lui, dai suoi genitori, nel 1959. Abitavano in una casa quanto mai semplice al n. 30 di Via Cincinnato nel borgo di San Giovanni. In realtà, fra Daniele è un miracolo vivente. Padre Pio gli era particolarmente affezionato, era come fosse stato suo figlio, e viveva costantemente in comunione con lui. Si assicura, precisava Mary Pile, che quello che egli diceva, Padre Pio lo sentiva, e che tutto quello che lui diceva, era come se Padre Pio stesso lo dicesse. Di salute delicata, aveva subito diverse operazioni. La sua malattia si aggrava e Padre Pio lo manda a Roma in una clinica dove è curato da grandi specialisti, amici di Padre Pio. Gli asportano la milza, ma il suo stato non fa che peggiorare. Una sera, spira e piazzano i! suo corpo nella stanza mortuaria. I medici redigono l'atto di morte. La mattina dopo, andati per fare la toeletta al morto, trovano Fra Daniele sveglio e sorridente...

 

Alcuni raccontano cose straordinarie, per esempio che fra Daniele sarebbe andato in Purgatorio, che avrebbe visto delle anime e la Santa Trinità...

Bisogna diffidare di queste leggende incontrollabili di cui l'interessato stesso non ha mai parlato, precisava Mary Pyle. Ma quel che è vero è che fra Daniele ha ricevuto, durante la notte, la visita di Padre Pio accompagnato da santo Stefano e san Lorenzo. Lo hanno esortato a riprendere coraggio. Da allora si è rimesso; ma i dottori non gli hanno dato che qualche mese di vita, poiché, non avendo la milza, fu colpito da leucemia. E tuttavia continuava a vivere, pieno di slancio, traboccante di attività, parlando con calore e con tutto il suo cuore a tutti quelli che lo avvicinavano, trasmettendo direttamente a Padre Pio le pene ed i problemi che gli confidavano. E questo per diversi anni...»

 

«Vengo a tenerti compagnia!»

 

Miss Mary Pyle citava ancora al nostro amico Signor Bernard, il caso di un vecchio amico di Padre Pio che veniva di tanto in tanto a fargli visita.

 

«La sua vecchia domestica lo accompagnava sempre. Mentre lui saliva alla cella di Padre Pio, la povera donna restava a basso, nel corridoio ad aspettare... Una sera nel 1958, faceva molto freddo e il colloquio si prolungava. Tutto ad un tratto la vecchia domestica vede venire verso lei...Padre Pio che le dice: «Ti hanno lasciata tutta sola, poveretta, vengo a tenerti un po' di compagnia!» E resta una diecina di minuti a chiacchierare con lei. Quando l'amico di Padre Pio ridiscese, si scusò di essere rimasto

così a lungo con il Padre e dì averla così quasi dimenticata- «Ma il tempo è passato cosi svelto, disse, devi essere gelata!» — «Oh, no! - rispose la domestica - questa volta non è trascorso molto tempo, e sono tutta calda. Il Padre è venuto a trovarmi ed abbiamo parlato insieme 10 minuti !»… E tuttavia quell'uomo non aveva lasciato Padre Pio un solo minuto in tutta la serata.

 

Giovanni XXIII

 

Un'ultima confidenza di Mary Pyle, che racconta il Signor Bernard, porrà termine a questo rapido panorama di alcune meraviglie di cui Padre Pio è stato l'autore... Queste strizzatine d'occhio che, di tanto in tanto, la Provvidenza da al mondo attraverso i suoi fedeli servitori sono adatte, in realtà, a mostrarci e a rivelarci a qual punto Dio ci ami e a qual punto Egli intervenga a volte nelle nostre vile quotidiane. Una di queste viene da Papa Giovanni XXIII.  «Il primo telegramma che Giovanni XXIII mandò, dopo la sua elezione, fu per Padre Pio, racconta ancora Mary Pyle. Conteneva queste semplici parole: «Avevate ragione! - Giovanni». Esso fa allusione ad una visita che il Santo Padre, allora cardinale Roncalli, Patriarca di Venezia, aveva fatta a Padre Pio qualche anno prima, in compagnia di altri prelati. Vedendolo Padre Pio gli aveva detto: «Voi, un giorno sarete Papa!» Al che il Patriarca di Venezia aveva ribattuto ch'egli doveva ingannarsi dato che lui aveva troppa libertà dì spirito. «Sarete Papa!» insistette il Padre. Infatti, l'avvenire gli aveva dato ragione!»

 

Come Padre Pio, Mary Pyle, non simpatizzava per i giornalisti. Mentre vedeva che il nostro amico Signor Bernard prendeva appunti su tutte le meraviglie che lei gli diceva, lo guardava severamente, lo prendeva per uno di quegli uomini alla caccia di qualche notizia di risonante per riempire le pagine di un giornale qualsiasi. Fu ben presto rassicurata! Ed ella citava la battuta, o meglio, il rimprovero che Padre Pio aveva lanciato all'indirizzo di uno di quei professionisti della stampa: «Non far tanto

chiasso con i tuoi fogli intorno ad un uomo che prega!»

 

Mary Pyle aveva terminato l'intervista dicendo: «Non perdete il vostro tempo a leggere i giornali, essi sono il vangelo del Diavolo!»

 

Aveva ragione, anche lei!

 

Ancora... chiaroveggenza!

 

La buona religiosa di cui abbiamo già parlato, della Congregazione delle «Pie Operaie dì San Giuseppe», è praticamente inesauribile quando descrive tutti gli incontri che ha avuto con Padre Pio! «Sapeva tutto, leggeva nella mia anima, niente gli sfuggiva!» esclamava. E raccontava gli inizi della sua vita religiosa, e per prima la sua vocazione.

 

Aveva dunque conosciuto Padre Pio nel 1938. Suo padre desiderava prendere una decisione per il suo avvenire. Voleva che sposasse un avvocato, amico di famiglia. Sì usava cosi nel Sud d'Italia! La giovane Lucia gli voleva bene... ma come ad un fratello, non di più. Quando il giovane avvocato fece la sua dichiarazione alla giovane Lucia, questa per non offenderlo, rispose che voleva farsi suora. L'avvocato, un po’ contrariato poiché la giovanetta era graziosa, chiese il giudizio al padre. Questi consigliò a sua figlia di andare trovare Padre Pio. San Giovanni Rotondo non era molto lontano da Benevento, il viaggio non sarebbe stato difficile.

Lucia si mise in viaggio con sua sorella e andò a trovare Padre Pio.

 

Durante la sua confessione, Lucia non osava porre la domanda al Padre e non sapeva come cominciare. Padre Pio allora prese la parola: «Gesù - le disse - non ti vuole sposa nel mondo, ma ti vuole SUA sposa!» Essa si ribellò, poiché «amava molto la vita». A dire il vero, non aveva gran voglia di entrare in convento! Ma con voce dolce e profonda, il Padre le disse sillabando bene le parole: «Sarai religiosa, e il tuo mistero è il quinto doloroso!» Lucia fu colma di gioia poiché pensò che era accanto ai Misteri Gloriosi! Ma questa gioia fu molto passeggera ed essa si sciolse in lacrime. Le sembrava che tutta la vita con le sue gioie, i suoi piaceri crollasse completamente. « Vai davanti a Gesù e prega - le disse il Padre - lo ti aiuterò.»

 

In realtà, confessa la buona religiosa, la sua protezione non mi è mai mancata, anche nei momenti più critici della mia vita! Padre Pio sapeva tutto. Quanto al giovane avvocato... è diventato francescano e sacerdote!

 

E la suora ci racconta un episodio che illustra bene questa scienza di Padre Pio. Quante volte noi l'abbiamo visto ricevere una lettera, e senza neanche aprirla darvi una risposta? Un giorno, racconta la suora, era nel 1959, era andata a San Giovanni Rotondo incaricata da sua sorella di porre una domanda a Padre Pio riguardo ad un commercio ch'ella pensava di aprire.

 

Ma la brava suora non aveva mollo tempo... Come fare per abbordare Padre Pio fra tutta quella folla? La superiora della Casa della sua Congregazione, a San Giovanni, suor Vincenza, le disse di salire al convento, accompagnata da Alfonso, che familiarmente chiamavano «Fofo». Era un ragazzo di una diecina d'anni, nipote di Padre Pio, figlio di una delle sue sorelle. Tutti e due aspettavano quindi nel corridoio che va dalla

sagrestia al Convento. Padre Pio arrivò, si fermò davanti a suo nipote e gli chiese: «Con chi sei venuto?» — «Con suor Vincenza!» - rispose il ragazzo. — «No! quella non è suor Vincenza, è suor Fracasso» riprese il Padre ridendo di cuore, poi disse alla buona religiosa che ancora non gli aveva fatto alcuna domanda: «Di a tua sorella che faccia come ha deciso di fare!»... Egli sapeva tutto!

 

«Cosa ti ho fatto?...»

 

Ma per portare una nota di umorismo che Padre Pio usava spesso, dato che «un santo triste è un triste santo!» come diceva san Francesco di Sales, ecco quest'altro racconto della nostra buona religiosa. È molto più vecchio poiché risale al 1939.

 

Fu data a Lucia - che ancora non era entrata in religione - una fotografia di Padre Pio. Essa trovò il Padre così poco rassomigliante che spiegazzò quella fotografia, ne fece una pallina e la gettò rabbiosamente sotto il suo letto nella camera d'albergo. La mattina, andando a confessarsi, Padre Pio aprì lo scuretto del confessionale e le disse: «Sia lodato Gesù Cristo!» e richiuse subito lo scuretto. La giovanetta attese.

 

Dopo qualche istante il Padre aprì di nuovo lo scuro e prima ch'egli potesse dire qualcosa, lei gli chiese: «Ma Padre, cosa vi ho fatto?» — «E io, rispose Padre Pio, che ti ho fatto poiché poco fa mi hai buttato sotto il tuo letto!» Aveva un'aria talmente maliziosa che Lucia prosegui: — «Oh! Padre eravate cosi brutto!» Sorridendo il Padre ascoltò la sua confessione e la benedisse. Ancora una volta, aveva visto tutto!

 

Dieci anni più tardi, la suora cadde gravemente ammalata. Un professore dell'ospedale Policlinico di Pisa le annunciò, bruscamente, che non avrebbe avuto più di due anni di vita. «Mi fece fare dieci applicazioni di radio per un tumore ai visceri», spiegò lei.

 

Dopo la prima applicazione, ella si addormentò. Un medico si limitò a farle le dieci applicazioni, e non sapendo se doveva risolversi o no ad operarla, la mandò in famiglia a Benevento, per cambiar aria. Il medico di famiglia, come il professore, era fautore per l'operazione. Ma la suora aveva più fiducia in Padre Pio che in qualsiasi altro medico.

 

Fece dunque pervenire a Padre Pio la sua radiografia, senza tuttavia precisare che si trattava della sua. Padre Pio quindi non poteva sapere che si trattava della radiografia della religiosa. Ora, guardando la lastra, esclamò: «Povera suor X come è malata. Uno le dice no, due le dicono sì». Parlava, è evidente, dei medici! Fra Gerardo era presente. Padre Pio gli disse; «Dì alla suora che faccia attenzione e che si attenga a quello che

gli dirà domani il «quarto medico».

La mattina dopo la suora riuscì a confessarsi da Padre Pio. Dopo averle dato l'assoluzione, lui le domandò: «Cosa vuoi dirmi?-» — «Padre, esclamò lei, debbo farmi operare?» Sospirando profondamente, Padre Pio rispose: «Fate l'operazione, in nome di Dio!» — «Padre, riprese la suora, mi aiutate con la preghiera!» — «Mandami un telegramma – riprese Padre Pio - e io mi molto il camice bianco e vengo!»

 

Il 19 novembre che era un sabato, l'operazione ebbe luogo sotto anestesia locale. La suora stessa guidò il chirurgo che non sapeva da dove cominciare. «Guardate sotto il fegato» gli disse la suora spontaneamente come spinta da una improvvisa ispirazione. Fu trovato un sacco pieno di palline simili a biglie di vetro che furono conservate nell'alcool. Da allora, - possiamo testimoniarlo - la suora gode sempre di un'ottima salute.

 

Resurrezione

 

Decisamente quella religiosa era inesauribile! Sua sorella Maria, figlia spirituale di Padre Pio, aveva fatto voto di vittima per la conversione di suo marito. Del resto mori dopo la conversione del suo sposo. Il suo bambino, Francesco, era soggetto a frequenti convulsioni di natura epilettica. Decisero di condurlo da Padre Pio, ma egli ebbe una violenta crisi nell' auto che lo conduceva a San Giovanni, e mori. Tuttavia seguitarono il viaggio. Arrivati a San Giovanni Rotondo, la povera madre in lacrime, chiese che si portasse il cadaverino al Padre. Un signore aveva un appuntamento con lui, egli quindi, per far piacere a quella povera donna che piangeva e si lamentava, accettò di portare il corpo del bambino nella camera di Padre Pio. «Padre - gli disse - questa povera donna è disperata e vi manda questo piccino.» Il Padre accarezzò il volto del fanciullo e disse dolcemente; «Francesco, svegliati!». Il piccino aprì gli occhi. Oggi è sposato e felice padre di tre figlie. Questa resurrezione avvenne ne! 1942.

 

Lo stesso Padre Pio diceva: «Sono una creatura di cui il Signore si serve per le Sue misericordie

 

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