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XIII Domenica Tempo Ordinario 1 luglio 2001

"Nessuno che ha messo mano all'aratro e poi si volge indietro è adatto per il Regno di Dio"
Il testo evangelico della XIII domenica del T.O. offre notevoli spunti di riflessione, ma non poche difficoltà interpretative. È infatti un brano in cui l'equivoco si mescola alla verità, così come i personaggi interpretano in modo ambiguo le loro funzioni, tanto che chi ad una prima occhiata potrebbe apparire giusto agli occhi di Gesù in realtà ne sta travisando totalmente pensiero e azioni. L'ammonizione che abbiamo scelto come titolo è significativa poiché pare essere l'espressione adeguata per risolvere quest'intreccio di relazione sballate, in cui chi appare in superficie giusto, in realtà non è sulla medesima lunghezza d'onda del maestro, così come chi pare non comprendere, funge (consciamente o inconsapevolmente!!) da elemento di aiuto nell'opera che Gesù si appresta a compiere "mente stavano compendosi in giorni in cui Gesù sarebbe stato tolto dal mondo…".

Ma cerchiamo di andare con ordine e riprendiamo la trama daccapo…

La prima sequenza del brano (51-56), presenta in generale un movimento deciso da parte di Gesù verso Gerusalemme (Gerusalemme = compimento del tempo); la presenza di un villaggio che non l'accoglie "perché stava andando verso Gerusalemme". I discepoli Giacomo e Giovanni che fanno richiesta di distruzione del villaggio, per l'affronto subito. Gesù di fronte alla richiesta dei discepoli li rimprovera. La sequenza si conclude con la ripresa del cammino "poi si avviarono verso un altro villaggio".
Perché Gesù si dimostra così benevolo nei confronti dei samaritani e duro verso i discepoli? Il suo atteggiamento pare essere contraddittorio. Qualche versetto più avanti dirà ai suoi, che chi non accoglie l'annuncio del Regno, nel giorno del giudizio, farà una fine ben peggiore di Sodoma. Allora perché tanta indifferenza di fronte a quel rifiuto? Quale ordine di idee ha intenzione di ristabilire, ammesso che qualcosa sia da correggere?


La seconda sequenza (57-62) ci viene in aiuto. Gesù si trova ora a dover affrontare tre personaggi insoliti prossimi alla sequela. Il primo viene categoricamente rifiutato: "Ti seguirò dovunque andrai…il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo". Se l'intenzione del tizio era seguirlo da qualche parte, allora la sua richiesta non può trovare accoglimento (chi non ha dove posare il capo non ha dimora in nessun luogo!). Il secondo (l'unico interpellato direttamente da Gesù) domanda di poter seppellire il padre. La risposta di Gesù è secca e in certo modo appare persino priva di sensibilità "lascia che i morti seppelliscano i loro morti…". In fondo si trattava di seppellire il padre, una cosa che avrebbe richiesto tutt'al più un giorno di impegno. Il terzo non fa un'operazione diversa "lasciami andare a salutare i miei parenti". Chi si volta indietro non è adatto al Regno di Dio: questa è la risposta del Maestro.


Ad analisi fatta sembra si possano trarre le seguenti conclusioni:


C'è un'intenzione profonda, che tesse la trama di tutta la narrazione, che riguarda il movimento verso Gerusalemme. Tale movimento ha come contenuto primario la morte in croce da parte di Gesù e la conseguente resurrezione, cioè la salvezza e liberazione definitiva per l'uomo che l'accoglie. A tale intenzionalità si contrappongono in modo subdolo gli apostoli e i tre personaggi della seconda sequenza. Gli apostoli hanno come la tendenza a rallentare il cammino di compimento, il che rivela una certa paura a voler intendere sino in fondo il messaggio del precedente annuncio di passione (cfr. 44-ss.). Il primo personaggio della seconda sequenza dichiara di volerlo seguire "dovunque…". Gesù non può accettare perché "il Figlio dell'Uomo non ha dove posare il capo". Gesù si dirige verso il non-luogo del calvario verso il quale implicitamente, l'uomo dell'episodio, che cerca un "dovunque", cioè un luogo, una dimora, una sicurezza, per nulla sarebbe disposto a seguirlo. Gli altri due esprimono dei desideri che hanno la stessa intenzionalità di legame che manifesta l'altro: il loro è un ti seguiremo a patto che…. Hanno il cuore incatenato con legami che non si addicono alla sequela. Non si tratta di tradire la fiducia dei familiari, bensì di fare di quella falsa fiducia l'alibi del proprio, chiarissimo, no!!
Si comprende quindi in definitiva il perché Gesù decida di non ammonire l'atteggiamento dei Samaritani. In fondo essi non fanno altro che favorire il compimento che invece i discepoli tentano in tutti i modi di sabotare.


Ricapitolando:

1- Gesù è venuto per compiere i tempi nel sentiero che lo porta a Gerusalemme.
2- Seguirlo presuppone fedeltà e decisione: non bisogna voltarsi indietro.
3- Gli apostoli e i tre personaggi pongono condizioni che intralciano il cammino, dimostrando paura nei confronti di ciò che aspetta il maestro a Gerusalemme e che aspetta loro conseguentemente, laddove avessero volontà di seguirlo.

Il commento di questa settimana appare forse di più ardua comprensione, per cui se voleste avanzare qualche domanda, dubbio, commento ulteriore, ben vengano!!

La parola di Dio richiede un singolare impegno nella fase di analisi e interpretazione. È una testo antico, è fortemente simbolico, richiede uno spirito di autenticità esistenziale che non sempre è presente in misura adeguata!

Alla prossima!!

Antonio Siena

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A cura di
Antonio Siena

 
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