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Omelia di Don Gian Marco (4 giugno 2001)

Siamo qui riuniti ad onorare Santa Caterina, martire. Non siamo i soli a venerare questa santa nata ad Alessandria di Egitto nel terzo secolo dopo Cristo. Il suo culto infatti è diffusissimo in tutta Europa. In Francia Caterina è la patrona degli studenti di teologia e la titolare di molte confraternite femminili ed è, in particolare, la protettrice delle apprendiste sarte, che da lei prendono il nome anche in Italia: "Caterinette".
Ma domandiamoci: perché Caterina ha avuto un così grande seguito di ammiratori? Cos'ha avuto Caterina di speciale rispetto a tanti grandi uomini, grandi capi di stato, grandi condottieri che la storia ricorda ma che non hanno mai avuto la stessa ammirazione da parte della gente?
La risposta l'abbiamo dalla storia della sua vita che è riassumibile negli attributi che accompagnano il suo nome: Santa Caterina Martire.
Caterina è grande perché con la sua vita si è guadagnata questi due attributi: santa e martire.

Ma per entrare meglio nel mistero che è racchiuso nella grandezza di S. Caterina ripassiamo insieme i momenti più importanti della sua vita che la tradizione ci consegna.

Caterina è una bella diciottenne cristiana, figlia di nobili e vive ad Alessandria d'Egitto.
Qui, nel 305, arriva Massimino Daia, nominato governatore di Egitto e Siria (che in seguito si proclamerà "Augusto", cioè imperatore, nel 307 e morì suicida nel 313). Per l'occasione si celebrano feste grandiose, che includono anche il sacrificio di animali alle divinità pagane. Un atto obbligatorio per tutti i sudditi, e quindi anche per i cristiani, ancora perseguitati. Caterina si presenta a Massimino invitandolo a riconoscere invece Gesù Cristo come vero Dio e redentore dell'umanità, e rifiutò di sacrificare agli dèi pagani.
Massimino allora convoca un gruppo di intellettuali alessandrini, perché la convincano a venerare gli dèi. Ma è invece Caterina che convince loro a farsi cristiani. Per questa conversione così pronta, Massimino li fa uccidere tutti, poi richiama Caterina e le propone addirittura il matrimonio. Nuovo rifiuto, sempre rifiuti, finché il governatore la condanna ad una morte orribile: una grande ruota dentata farà strazio del suo corpo.
Un nuovo miracolo salva la giovane, che poi viene decapitata: ma gli Angeli portano miracolosamente il suo corpo da Alessandria fino al Sinai, dove ancora oggi l'altura vicina a Gebel Musa (Montagna di Mosè) si chiama Gebel Katherin. Questo avviene il 24-25 novembre 305. Dal Gebel Katherin, infine, e in data sconosciuta, le spoglie furono portate nel monastero a lei dedicato, sotto quel monte.

Come si può notare gli attributi di santa e di martire che hanno fatto grande S. Caterina si concretizzano in alcuni atti decisi e coraggiosi in favore di Cristo.

Saremo stati noi altrettanto determinati in simili circostanze? Lo si è forse se c'è da difendere qualche interesse: pensate quanto ci si mobilita per gli affari, quanti sacrifici si fanno per guadagnare di più, (lecitamente per carità)… (es. gli scioperi, ecc.). Ma per Cristo, quanti sono disposti a rinunciare a qualcosa (es. 'non ho tempo per andare alla Messa').
S. Caterina si è meritata quei due titoli con delle sicure e decise prese di posizione per Cristo: "non sacrifico per gli idoli perché è Cristo il vero Dio, perché è lui il mio unico salvatore".

Forse che S. Caterina fosse diversa, speciale? Sicuramente aveva qualcosa di speciale: la fede e l'amore per Cristo!
Molti si giustificano adducendo il fatto, per altro vero, che la fede è un dono.
A questi risponderei con una domanda: non vi è mai giunta notizia che Gesù il Figlio di Dio si è incarnato, è morto in croce per noi ed è risorto? Se si, come avete reagito: con indifferenza o accogliendo il messaggio di salvezza?
Caterina è una dei tantissimi martiri che non è rimasta indifferente ma ha messo in gioco tutta la sua esistenza per quel messaggio. Non ha fatto per es. come il giovane ricco di cui si narra nel Vangelo, che di fronte all'invito di Gesù di vendere tutto e di seguirlo, ha preferito voltargli le spalle.
Noi, qui presenti, da quando abbiamo raggiunto la maturità per fare delle scelte, continuamente siamo messi di fronte all'invito di seguire e testimoniare Gesù: con la partecipazione alle celebrazioni eucaristiche domenicali, fra gli amici, negli ambienti di lavoro, in casa, di fronte ad una persona meno fortunata ("ero povero, ammalato, in carcere, ecc.).
Cosa prevale in noi in queste circostanze: il coraggio di S. Caterina o la codardia?
Invochiamoci all'intercessione di S. Caterina perché tutti noi abbiamo bisogno di ricevere più coraggio nel rispondere con decisione agli inviti di Gesù.
Concludo con le parole di un altro martire della fede, S. Paolo, rivolte alla comunità di Corinto:
"Animati da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto: ho creduto, perciò ho parlato, anche noi crediamo e perciò parliamo, convinti che colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà accanto a lui insieme con voi."

Santa Caterina
d'Alessandria VM

Omelia di
Don Gian Marco

3-4-5 giugno 2001
Programma
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Foto di Martedì

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