Architettura e decorazioni in Sant’Andrea a Brunate

 

Le parti antiche della chiesa risalgono al 1600, pur avendo inglobato alcuni muri dell’edificio preesistente, realizzato dalla Beata Maddalena nel 1400.

Nel 1654 il paese di Brunate, che non aveva più di 150 abitanti, venne eretto a parrocchia dal vescovo Lazaro Carafino: il primo parroco fu Carlo Perti di Rovenna. A lui si deve l’iniziativa dei lavori di ampliamento del coro della chiesa, iniziati il 5 maggio 1677. Dai documenti parrocchiali: "1677, addì 4 maggio si diede inizio alla fabbrica della Cappella Maggiore della Chiesa Parrocchiale di S. Andrea di Brunate per farla con forma più elegante essendo la vecchia sproporzionata e troppo bassa; così si accordarono gli uomini della terra di Brunate di dare la loro opera a manovali, dando la loro chiesa un pane di una lira e un boccale di vino al giorno".

Realizzate le parti architettoniche fu chiamato il celebre pittore Giampaolo Recchi di Borgo Vico, che lavorò, assistito dai nipoti Carlo e Raffaello, dall’8 settembre all’8 novembre 1679 per decorare la volta sopra l’altare, ricevendo un compenso di £ 315. Nel grande riquadro centrale è raffigurata la gloria di Sant'Andrea e San Maurizio, patroni di Brunate; nei medaglioni d’angolo sono rappresentati rispettivamente S.Ignazio di Loyola, S.Michele Arcangelo, S.Bartolomeo, la Beata Maddalena Albricci.

Due anni dopo, sul finire del 1681, vengono dipinte le tre lunette sottostanti alla volta del presbiterio: esse pure furono realizzate da Giovanbattista Recchi e dal nipote Raffaello, con la collaborazione del garzone Paolo Ruspino di Torino. Complessivamente il pittore ricevette £ 399.

La lunetta di fondo, sopra l’altare, rappresenta l’annunciazione: tra la figura dell’Angelo a sinistra e la Madonna a destra, al tempo degli affreschi vi era una finestra reale, da cui scendeva luce nel presbiterio. Quando fu costruita la casa dietro alla chiesa, la finestra fu chiusa con un muro esterno ed un tavolato interno. Nelle indagini in corso il tavolato è stato rimosso e sono apparse le decorazioni pittoriche del Recchi negli sguinci della finestra. Le due lunette laterali, scrive il Giussani nel 1909, "sono da tempo scomparse, distrutte dall’umidità che vi lasciò penetrare". Dalle indagini ora effettuate risulta che gli affreschi seicenteschi sono stati ricoperti già da molto tempo, forse alla fine del ‘700 o ai primi dell’800 , con uno strato di intonaco decorato con forme neoclassiche, e successivamente con un’altra ridipintura. Dai primi assaggi è sembrato tuttavia che valesse la pena di recuperare i frammenti antichi: alcune parti mancano ma quanto resta lascia comprendere la scena e vi sono dettagli bellissimi di alcuni personaggi.

Non era noto che cosa fosse raffigurato nelle due lunette laterali, quindi il desiderio della scoperta era molto forte: come volevano i Brunatesi (il parroco ed i fabbricieri che li rappresentavano) della fine del ‘600 che fosse completato il racconto per immagini del presbiterio? Dopo aver affermato che i santi patroni Andrea e Maurizio sono davvero nella gloria del paradiso e là ci attendono, dopo aver ricordato l’inizio della storia della Salvezza con l’"Angelus Domini nunciavit Mariae" che tutti recitavano al tocco meridiano delle campane, quale poteva essere il tema che era più importante avere sotto gli occhi?

Mentre lo scrostamento degli intonaci procedeva e le figure, apparendo a poco a poco, rendevano comprensibili le scene, a destra, del martirio di San Maurizio, a sinistra, del martirio di Sant’Andrea, la risposta fu chiara: si raggiunge la gloria eterna solo con le sofferenze di questa vita.

Al tempo degli affreschi dei Recchi la navata della chiesa non era coperta da volte, ma solo da un tetto a capriata in legno: le volte furono realizzate verso la metà del ‘700 e decorate nel 1890 da Licinio Bianchi. La volta e le lunette della campata vicino alla porta furono demolite per i lavori di ampliamento della Chiesa nel 1927; nella volta che precede l’altare è raffigurato San Maurizio che riceve dagli Angeli la palma del martirio e nelle lunette sono rappresentate due scene della vita della Beata Maddalena Albricci.

 

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Immagini sulla Beata Maddalena Albrici.