RELAZIONE


I principali elementi architettonici e artistici
di riferimento dello spazio liturgico
della nuova chiesa dei Santi Monica e Agostino a Bologna


L’AULA PER LA LITURGIA

Lo spazio cultuale è costituito per “l’azione liturgica (S.C.26)......... no per una passività religiosa......... no per una sacra rappresentazione a spettatori, ma per la celebrazione propria della comunità (S.C.21).
Nel corpo di Cristo che è la chiesa non possono né debbono esserci voci prevaricanti. Non possiamo perpetuare una scansione dello spazio che ha finito col trasformare impropriamente alcuni in pastori ed altri in gregge inerme e muto. Se l’aula è la sede plenaria, globale del popolo di Dio, ......... fatta eccezione per il ”bema”, che poi è lo spazio rialzato attorno all’altare a cui peraltro il celebrante accede per la preghiera eucaristica, tutti gli altri luoghi di fatto sono luoghi che esprimono la presenza del popolo di Dio.
È infatti attorno all’altare, all’ambone e al battistero che vediamo chiamata in causa, immediatamente, la ministerialità del popolo di Dio.
Crispino Valenziano conferma che “se di poli si ha da parlare, non del presbiterio ma della chiesa si ha da dire che ha tre poli”: e questi sono l’altare, l’ambone, il battistero e aggiunge che varie sono le motivazioni storiche “che hanno portato il clero a far proprio lo spazio, quello dell’altare che l’ecclesialogia post-conciliare ha riscoperto che appartiene a tutta la chiesa e che di questa è il fulcro.........”
E ancora Roberto Gabetti ripete ciò che ci ha insegnato DEBUYST: “L’altare sia là dove sono i fedeli”.
Si tratta principalmente di qualificare in architettura l’uscita dell’ALTARE e del presbiterio da uno spazio distinto dall’aula, stimolo base del concilio portatrice di una riduzione sociologica, assembleare del convergere in unum della comunità”.
Nel nostro progetto la fusione di assi posti in direzione antiprospettica giocano a favore di un determinato avvicinamento dell’altare ai fedeli, privilegiando la fruizione degli spazi e la composizione delle forme sui poli delle azioni liturgiche.
Il secondo referente spaziale dell’edificio liturgico è l’AMBONE: il luogo della PAROLA.
Il popolo di Dio si fa visivamente chiesa, quando, convocato dalla Parola di Dio, si raduna nel suo nome.
Il luogo privilegiato dove la Parola di Dio è presente e opera è la liturgia.
In essa la Parola non solo è proclamata ma anche si attua: ciò avviene sempre per mezzo di Cristo e nello Spirito Santo (S.C.6).
Il luogo liturgico dove la Parola di Dio è proclamata è l’AMBONE armonizzato spazialmente e artisticamente con l’ALTARE, così che “suggerisca chiaramente ai fedeli che nella Messa viene preparata la mensa sia della Parola di Dio che del Corpo di Cristo”.
In strettissimo rapporto con la luce è il BATTISTERO, il luogo del sacramento che genera gli illuminati, coloro che riflettono la luce di Cristo risorto. Crispino Valenziano lo dice: “luogo monumentale della luce”.
Il fonte ha un’evidente rapporto ideale con l’Ambone e con l’Altare per la comprensione iconologica dei percorsi rituali richiesti dall’ “Ordo Baptismi”.
Nel nostro progetto il fonte battesimale è posto al limite tra esonartece ed endonartece. È segno di una iniziazione e in senso mistagogico, è un riferimento centrale all’unzione battesimale che costituisce l’assemblea, popolo regale sacerdotale e profetico, in forza dell’acqua e dello Spirito.
Vicino al battistero si affacciano le strutture della penitenza-riconciliazione come luoghi atti a recuperare, per la Misericordia di Dio, le grazie battesimali.
La vasca dell’acqua viva è visibile sia dall’esonartece che dall’endonartece, circondata da una corona di piante verdi e direttamente illuminata da un’ampia vetrata e da un lucernario superiore.
La CAPPELLA della CUSTODIA EUCARISTICA è un luogo privilegiato per l’Adorazione e la preghiera individuale, distinto dall’aula per la liturgia. È un luogo che accoglie centralmente il Libro (lezionario) intronizzato e disponibile per una meditazione-preghiera personale. Lo spazio può essere utilizzato nei giorni feriali anche per la celebrazione dell’EUCARESTIA.
La nostra chiesa può essere quel luogo in cui qualsiasi persona, credente o non credente, può entrare per sedersi in silenzio, per meditare, per concentrarsi su qualcosa e, poiché questa disposizione può anche aprirsi alla preghiera, quel luogo diventa santuario del SIGNORE.
Abbiamo tentato di mettere in atto tutte le dinamiche che possano far dire ai cristiani che convengano nella loro casa: “O quanto è bello e quanto è soave l’abitare dei fratelli insieme!” (Salmo 133,1)
COMUNE DI BOLOGNA
DIOCESI Di BOLOGNA
CENTRO COMUNITARIO PARROCCHIALE "SANTI MONICA E AGOSTINO"
CANONICI REGOLARI LATERANENSI - VIA DI CORTICELLA

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