Parrocchia NATIVITA' DI MARIA SANTISSIMA di Redù
(Unità pastorale di Bagazzano - Nonantola - Redù - Rubbiara)
(Diocesi di Modena - Nonantola)
ELENCO DEI PARROCI ED ECONOMI dal 1570-1979
1570 D. DOMENICO LIVIZZANI Rettore
1589 D. PIETRO SANDRI Economo
1590 D. GIUSEPPE PELLEGRINI Economo
1591 D. MARIO PIEROTTI Rettore
1594 D. LEONARDO PADOVANI Economo
1596 D. STEFANO MANFREDINI Rettore
1596 D. ALBERTO MONTANARI Rettore
1630 D. GIANFRANCO SANTI Rettore
1632 D. ÈRCOLE LARDI Rettore
1635 D. ANDREA BORTOLOTTI Rettore
1649 D. NICOLO’ BARBIERI Rettore
1693 D. BARTOLOMEO FINTI Rettore
1694 D. DOMENICO MARIA ANSALONI Rettore
1712 D. DOMENICO ZANNI Rettore
1739 D. SILVESTRO MAGNONI Economo
1740 D. ANNIBALE PIGNATTI Rettore
1780 D. GIACOMO ROSIGNOLI Economo
1781 D. FORTUNATO GOZZI Prevosto
1818 D. FORTUNATO FATTORI Economo
1819 D. PIETRO MIGNANI Canonico Prevosto
1824 D. GIUSEPPE LUSTRINI Canonico Prevosto
1824 D. LUIGI LODI Prevosto
1828 D. GIUSEPPE OLIVIERI Economo
1828 D. DOMENICO RICCI Canonico Prevosto
1838 D. ANGELO CHIAROTTI Canonico Prevosto
1888 D. FRANCESCO PICCINELLI Prevosto
1903 D. PAOLO VECCHI Economo
1904 D. LEONARDO SALVALAI Canonico Arciprete
1936 D. GIOVANNI BOCCALEONI Economo
1937 D. VITTORIO MAGNANI Prevosto
1947 D. ANGELO CAZZUOLI Prevosto
1956 D. NINO MAGNONI Economo
1958 D. FRANCESCO MANFREDI Prevosto
1976 D. PARIDE CANDELI Canonico Economo
L'elenco sopra riportato era stato fatto e posto nell’ archivio da Don Angelo Chiaretti: noi lo abbiamo soltanto aggiornato, aggiungendo i parroci e gli economi dal 1888 ad oggi. Nella compilazione di queste memorie alcuni di questi parroci sono stati citati per le opere da essi compiute. Ogni parroco merita il ricordo e la riconoscenza dei propri parrocchiani: tutti hanno vissuto in mezzo al loro popolo, condividendo apprensioni, dolori, ed anche gioie. Tutti hanno indicato la strada buona, e insegnato a credere, a pregare e ad agire bene. C'è chi è stato parroco a Redù un solo mese e chi vi è stato 50 anni. Altri da 30 a oltre 40 anni; qualcuno e passato ad altra parrocchia o ad altro ufficio. Citiamo Don Bortolotti che passò parroco a Bologna in città nella parrocchia dei SS. Filippo e Giacomo. Morendo lascio alla chiesa di Redù la somma di lire400. Don Domenico Ricci, originario di Pievepelago finì insegnante di storia ecclesiastica all'Università di Modena, Don Magnani passò alla parrocchia di Spezzano. Purtroppo dobbiamo notare che uno di questi parroci, Don Domenico Zanni, dopo 26 anni e otto mesi fu rimosso da parroco dalle competenti Autorità. Si ritirò in una sua casa in Bomporto, ove, dopo dieci anni, nella notte del 5 novembre 1749, per ordine del Duca Èrcole III fu arrestato e rinchiuso nel forte di Rubiera, ove morì dopo San Martino nel 1750. Con testamento lasciò i suoi averi al Seminario non di Modena, ma di Bologna.
Parroco agricoltore
Essendovenuta vacante la parrocchia di Redù per la morte del parroco Don Annibale Pignatti, avvenuta il 20 dicembre 1780, in seguito a concorso tenuto il 4 gennaio 1781 fu nominato parroco di Redù Don Fortunato Gozzi (1781-1818). Scrive Don Gozzi: “Fui ritenuto il "plus habens" fra gli altri tre animatissimi miei competitori ed emuli”. Aveva 26 anni e da sei era insegnante di lettere nel Seminario di Nonantola. Era perciò un giovane. Tenne un diario parrocchiale quanto mai vivace e gustoso. Sentiamo quanto scrive sulle sue prime impres-sioni sulla chiesa, sulla canonica, sulle case coloniche e sulla terra beneficiale. “Data un'occhiata agli affari tutti di questa mia parrocchia, invece di ritrovarmi in mezzo alla felicità, mi ritrovo in mezzo alla miseria, per il deplorevole stato della chiesa, della canonica, dell'abitazione del colono e della terra. Se osservo le mura che circondano o chiudono la chiesa, ritrovo opere buone, ma l'interno è senza ordine e simmetria: vi è un angustissimo coro e un'angustissima sagrestia, mal sicura. Gli arredi sacri pochi, logorati dalle tignole e pezzenti; biancheria pochissima e nera; se vado in canonica a pianterreno tutto fa orrore e tutto è cadente; se metto piede fuori dalla canonica, in quel terreno attorno alla chiesa, per quanto giro con l'occhio non trovo ne orto ne frutti; soltanto otto piccoli persici (peschi); le viti di cattiva qualità che fanno un pessimo vino. Mi porto alla casa del contadino e mi sento per lo spavento gelare il sangue entro le vene. Trovò un'angustissima abitazione, fatta di pietre crude e tutta trasparente per essere di una sola testa. Si vede il cielo per la soffitta e la pioggia ha libero il passaggio. Non trovo porcile, nè ricovero per le pecore. La stalla in uno stato cattivo e il fienile, piccolo, è sostenuto da logore colonne di legno ». Don Gozzi non soltanto constata tanta rovina e miseria, ma fa anche progetti: ingrandire l'abitazione del contadino e la stalla per tenere più bestiame. Siccome alla sua venuta tutte le terre del beneficio erano spoglie di ogni pianta, perché atterrate dai suoi predecessori Don Zanni e Don Pignatti “erano tam quam tabula rasa” dice; “occorrerà perciò piantare alberi nona centinaia, ma a migliaia. Le terre non si devono lasciare in affitto, come fino ad ora sono state, con tanto danno. Occorre ricavarne un buon frutto per riparare questa mia povera chiesa e perché io possa pagare le tre pensioni di 4 zecchini ciascuna impostami dall'Abate di Nonantola alli tre colleghi che avevano con me concorso per la parrocchia di Redù; e questo perché erano in stato di bisogno”. Don Gozzi si diede perciò subito da fare: in primavera piantò n. 100 piante di pioppi e formò attorno alla canonica un orto che lavorava lui stesso. In autunno ritirò dagli affittuari tutte le terre, tranne quelle dei Tre Ponti di Nonantola, perché lontane. Con le rendite del beneficio Don Gozzi potè negli anni seguenti compiere tanti lavori in chiesa, nella canonica, nelle case coloniche e tante bonifiche nelle terre. Tutti gli anni faceva piantare viti e alberi. Un particolare: questo parroco tentò perfino la coltivazione del cotone; scrive: “In quest'anno 1811 ho pian-tato sei specie diverse di cotone, ottenute dal governo (francese) e ne ho potuto raccogliere 129 libbre, e con questo ricavo ho potuto fare vari lavori. Lo piantammo a settentrione della chiesa nel pezzo di terra annesso al cimitero, chiuso da siepi. L'annata è stata calda, a quei gradi appunto necessari per la maturità del cotone. Sulla coltivazione del cotone preparai un rapporto scritto, che consegnai 'al governo. Nel 1812 scrive: “Anche quest'anno ho atteso alla coltivazione del cotone, ma con minor esito dell'anno scorso, sia per il necessario calore, sia per le frequenti piogge d'autunno, sia per gl'insetti che danneggiavano le piante. Nel 1813 ho continuato la coltivazione del cotone e l'annata è riuscita scarsa e di cattiva qualità, perché questo clima inco-stante non da i necessari gradi di calore alla maturazione di questo raccolto”. Da notare l'insistenza con la quale, per più anni, tenta questa nuova coltivazione. Don Gozzi nella descrizione delle cose fatte in campo agricolo mostra sempre grande competenza e amore per la terra e comprensione per chi la lavora. Quante cose ci dice sulle calamità che colpiscono la campagna! Non solo descrive i disastri, ma ne fa ri-levare le conseguenze. Nel 1800, dice che in seguito alla carestia i prezzi andarono alle stelle. Il frumento costava 10 zecchini al sacco, il frumentone 7, l'uva di collina 2 o 3 zecchini al soglio (1). Con quanto dispiacere fa rilevare che durante l'oc-cupazione francese gli furono requisiti 4 belli manzi, e durante il periodo dell'afta epizotica gli morirono 5 bovi. Danotare un altro particolare; nel 1785 scrive: “Ho fatto turare la buca della vecchia massa grande e pro-fonda, buca che era dinanzi alla canonica, in sito poco decente per il continuo passaggio. La nuova buca la portai dietro il portico, in luogo meno esposto. Nella vecchia buca (concimaia) feci un tavoliere di olmi e mori”. Non poteva trovare un luogo migliore per impiantare un vivaio di mori e olmi, le piante che a lui interessavano tanto. Parroco poeta
Fra i parroci di Redù vi è stato anche un poeta: Don Leonardo Salvalai (1904-1936). Don Salvalai resse la parrocchia di Redù per 32 anni, continuando per anni 20 a insegnare lettere nel Seminario di Nonantola. Morì improvvisamente a 61 anni nel 1936. Di tutta la sua opera poetica, che fu copiosa, non siamo riusciti a trovare che un opuscolo solo, intitolato “Nozze d'argento”, le sue di parrocato, 8 settembre 1929. Sappiamo che all'inizio del 1929 aveva dato alle stampe un altro opuscolo di poesie sui Patti Lateranensi, e ne aveva fatto omaggio di una copia al Rè Vittorio Emanuele III, che lo fece ringraziare dal suo segretario. Nel 1932 altro opuscolo intitolato “Nozze d'oro di Sua Santità Pio XI” e all'omaggio al Papa rispose il sostituto alla Segreteria di Stato Mons. Eugenio Pacelli, il futuro papa Pio XII; la risposta con relativa firma autografa si conserva nel nostro archivio parrocchiale. L'Arcivescovo Bussolari alle tante poesie-omaggio rispose nominandolo nel 1929 arciprete “ad personam”. Sarà l'unico arciprete di Redù, e nel 1932, nella solennità di San Silvestre, verrà pure nominato canonico onorario di Non antola. Tra le varie poesie dell'opuscolo “Nozze d'argento” ne abbiamo scelta una rivolta alla Madonna Bambina. Anche noi vogliamo unirci a questa invocazione alla Titolare della nostra parrocchia.
(1) II sacco era una misura di capacità per aridi corrispondente a Kg. 126,50.- Il soglio, o mastello, misura di capacità per liquidi, equivale invece a litri 50,90.
Redù e i sui religiosi e religiose
Redù si vanta di aver dato i natali a figli che l'hanno onorata e continuano ad onorarla al di là della cerchia paesana.
Religiosi:
DON ANTONIO BATTILANI, nacque a Redù in via Padelle il 17/01/1926, fu ordinato sacerdote nel 1950. Iniziò il suo ministero a Spezzano sotto il suo ex parroco Don Magnani. Nel 1951 fu nominato parroco a Castello e nel 1956 parroco a Riolunato. Chi non conosce Don Battilani? sono ben pochi quelli che non l'hanno visto passare su vecchi scassati automezzi: dalla Lambretta al trattore. Sempre sorridente e pronto a servire gli altri in patria e fuori. Ha visitato ben due volte i parrocchiani immigrati negli Stati Uniti e sempre per questo scopo è stato in Olanda, Belgio, Francia e Germania portando a tutti un pegno di amicizia e di fede. Tutti sanno del suo spirito missionario. Ha visitato portando aiuti, il Brasile, l'Africa centrale, il Vietnam e per ben quattro volte l'India. L'India è la sua seconda patria; anche esternamente ne porta visibili i caratteri.
DON OSCAR PICCININI, nacque a Redù il 10/04/1934 in via Chiesa. Studiò nei seminari di Nonantola e Modena. Fu ordinato sacerdote nel 1957. E' stato cappellano a Saliceta S. Giuliano e a Spilamberto. Nel 1961 ritornò a Nonantola come insegnante nel seminario; nel medesimo tempo prestò servizio religioso e musicale a Vignola e alla Madonna Pellegrina. Nel 1969 venne nominato parroco a Collegara. Dal 1966 è insegnante di musica nel seminario di Modena e dal 1967 è pure direttore della Scuola Diocesana di Musica. E' compositore ed eccellente maestro di canto. Si è infatti diplomato in canto sacro a Roma ed ha frequentato un corso di organo a Bologna. Ha carattere aperto, un viso sorridente e sa accattivarsi subito la simpatia e l'amicizia.
PADRE ERMANNO SERAFINI, è nato a Redù in Via Maestra il 30/07/1948. Ha frequentato le medie, il ginnasio e il liceo nei seminari di Nonantola e Modena. Nel 1967 entrò nell'ordine dei Frati Minori Conventuali. Ha fatto il noviziato al Sacro Convento di San Francesco di Assisi; ove ha potuto seguire il corso di filosofia e teologia presso l'Istituto Teologico Francescano negli anni 1968/73, conseguendo il baccalaureato in teologia. E' stato ordinato sacerdote il 29/06/1973 nell'Abbazia di Nonantola ed ha celebrato la prima messa a Redù il 1° luglio. negl'anni 1973-75 ha frequentato un biennio di specializzazione a Roma, presso il Pontificio Ateneo Antoniano, conseguendo la licenza in teologia spirituale. Ora esercita il proprio ministero presso il convento di San Francesco di Bologna.
Religiose:
Dal 1948 al 1957 cinque ragazze di Redù scelsero di consacrare la loro vita al Signore nella Congregazione delle Suore Serve di Maria di Geleazza (Bologna). Sono poche le parrocchie che hanno dato ad una congregazione religiosa in uno spazio così breve di tempo un numero così elevato di suore. Redù ne va orgogliosa.
- Valeria Luppi (Suor Maria Feliciana)
- Ada Luppi (Suor Maria Evarista)
- Ebe Vaccari (Suor Maria Caterina)
- Marta Fontanesi (Suor Maria Monica)
- Cesarina Baravelli (Suor Maria Patrizia)
Suor MARIA FELICIANA LUPPI, nata a Redù il 10/01/1931, entra in convento l'8/12/1948. Da allora la sua vita è completamente dedicata ai bambini; per questo viene avviata agli studi e consegue brillantemente il diploma di maestra elementare. Ha svolto la sua attività in diverse Case della Congregazione: dall' Emilia al Veneto e alle colonie pontificie estive. Per ultimo ricoprendo l'ufficio di superiora della comunità religiosa in Fiumalbo.
Suor MARIA EVARISTA LUPPI, nata a Redù il 12/08/1927, entra in convento l'8/12/1949. Consegue il diploma di infermiera e dedica la sua opera maggiormente agli ammalati, svolgendo la sua attività in Modena nelle case di cura di Villa Laura e Selva dei Pini. Per un certo periodo ha servito a Galeazza nella Casa Madre della congregazione le suore anziane, successivamente a Roma nelle case di cura Villa Mafalda e Villa Flaminia.
Suor MARIA CATERINA VACCARI, nata a Redù il 26/03/1929, entra in convento il 18/03/1950. Consegue il diploma di infermiera. Suo campo apostolico è stato dapprima la colonia di Sestola, poi l'attività infermieristica in case di cura a Modena e a Roma. Subito si è distinta per le sue capacità, per il suo spirito di iniziativa e per l'apertura alle direttive del Concilio. Nella Congregazione ha ricoperto poti di responsabilità come superiora, maestra delle novizie e superiore generale della Congregazione, sotto la sua guida la Congregazione ha avuto uno sviluppo rilevante sia in Italia che all'estero.
Suor MARIA MONICA FONTANESI, nata a Redù il 18/10/1939, entra in convento il 3/101957. Subito dopo la professione è stata destinata ai bambini della scuola materna e alle attività parrocchiali. In seguito è stata avviata agli studi ed ha conseguito il diploma di maestra elementare. Ha svolto il suo apostolato nelle scuole materne di Caldogno (VI), Renazzo (FE), Iesolo (VE) dove è stata anche superiora della comunità.
Suor MARIA PATRIZIA BARAVELLI, nata a Redù il 2/01/1936 ed è entrata a far parte delle Serve di Maria di Galeazza il 03/10/1957. Appena fatte la professione religiosa è stata avviata agli studi e si è diplomata maestra di scuola materna. Dai superiori è stata destinata dapprima alla scuola materna di Iesolo (VE), in seguito a quelle di Cristo Re in Bologna e Caldogno (VI).Quando la Congregazione decise di aprire una Casa in Brasile, è stata fra le prime a fare domanda per andare missionaria. La domanda fu accettata e il 29/01/1972, assieme ad altre quattro consorelle, partiva da Genova per la terra brasiliana, dove lavora per la catechesi, nella Prelazia dell'Acrepurus e ricopre la carica di superiora delle comunità delle suore.
Dai primi insediamenti preistorici al lascito della "partecipanza" in località di Redù.