La Chiesa del Sacro Cuore di Gesù si trova nella frazione Capparuccia del comune di Ponzano di Fermo. E' una Chiesa molto giovane in quanto la sua inaugurazione risale al 31 Dicembre 1978, quando Mons. Cleto Bellucci celebra la prima messa nella nuova Chiesa.

 

Sacro Cuore di Gesù
Dio è l'Amore. «È luce e in lui non ci sono tenebre» (1 Gv 1,5). La devozione al Sacro Cuore fa parte della natura stessa del culto cristiano. Indubbiamente questo culto, soprattutto nelle sue espressioni popolari, risente del linguaggio religioso dei secoli in cui ebbe piena fioritura, e delle rivelazioni a s. Margherita Maria Alacoque (1673), suora visitandina francese. Vi è però un nucleo essenziale di verità relative al Sacro Cuore che non ha linguaggio, è sopra ogni linguaggio. Sono verità ineffabili, mistiche, altissime, che solo la contemplazione silenziosa e il fuoco dell'amore, bruciante nel cuore, sono in grado di penetrare. La contemplazione e l'adorazione di Dio Amore è parte essenziale del culto e della devozione al Sacro Cuore. Arrivare a queste vette è giungere al monte della conoscenza del Cuore di Gesù. A queste verità tutti i fedeli hanno diritto di accedere. Il culto del Sacro Cuore è incentrato intorno a simboli ben precisi, rappresentanti il mistero dell'Amore di Dio, di Dio Bene supremo per l'uomo. Le immagini del Sacro Cuore, oltre a s. Margherita Maria, sono legate alla santa polacca suor Faustina Kowalska. In esse sono presenti la fiamma, il fuoco, il sangue, la luce, i segni dei dolori, sofferti per l'amato. Esse emanano dolcezza, pace, amore; spingono alla confidenza, alla fiducia, ad arrendersi all'amore.

 

 

 

 

Nel compromesso di vendita dell'appezzamento di terreno sito in contrada Capparuccia del Comune di Ponzano di Fermo (AP) di proprietà della prebenda parrocchiale di S. Maria e S. Marco, redatto presso la Curia Arcovescovile di Fermo in data 8 Giugno 1964, su proposta del Parroco Sac. Nicola Morici, viene riservato un lotto o piccolo appezzamento di terreno di mq. 2000 del la eventuale costruzione della chiesa o piccolo tempio.

Dal 7 al 9 Dicembre 1965 si tiene per la prima volta nella zona di Capparuccia una "missione mariana" con il quadro della "Divina Pastora" nel garage gentilmente offerto dalla famiglia Stipa Manlio, allestito e sistemato a cappellina.

Si ha alle funzioni serali dei tre giorni una partecipazione plebiscitaria. Dopo tale consolantissima esperienza, come premio e "ad esperimento", lo stesso Parroco, con il permesso dell'Arcivescovo Diocesano, Mons. Norberto Perini, il 1 Gennaio 1966 incomincia a celebrare la S. Messa domenicale e festiva alle ore 9.30.

Vedendo il sacrificio del Parroco ricambiato e ricompensato dalla gioia e dalla partecipazione numerosa dei fedeli, la celebrazione della S. Messa domenicale e festiva viene continuata con impegno fisso.

Intanto vengono i primi contatti con la popolazione per una eventuale e desiderata costruzione della nuova Chiesa.

Con la morte della Signorina Elvira Marzetti, collaboratrice domestica del Dottor Giuseppe Catalino, la quale lascia come offerta per la costruzione della nuova chiesa la somma di tre milioni di lire, dopo aver sentito il parere del nuovo Vescovo Diocesano, Mons. Cleto Bellucci, che dopo aver visitato personalmente la zona non solo dà parere favorevole ma il suo incoraggiamento, il Parroco decide di avviare i lavori.

Incominciano i preparativi. Lo stesso Parroco prepara personalmente un bozzetto in polistirolo della nuova chiesa, che poi passa nell'autunno del 1971 al geometra Alessandro Santarelli, residente in Fermo, per il progetto tecnico definitivo, che dopo essere stato approvato da Mons. Cleto Bellucci il 10 Ottobre 1972, viene presentato al comune di Ponzano di Fermo per l'approvazione. Il sindaco Sig. Francesco Sergiacomi, dopo aver sentito il parere della commissione edilizia, autorizza l'esecuzione dei lavori il giorno 16 Aprile 1973.

Nel frattempo nel pomeriggio del 9 Settembre 1972 ha luogo da parte del Vescovo, alla presenza delle autorità religiose e civili, la Benedizione e Posa della Prima Pietra, preceduta dalla lettura della pergamena e seguita dalla celebrazione della S. Messa sul posto.

Il sindaco di Grottazzolina e membro della comunità parrocchiale di Ponzano di Fermo, il dr. Dario Ferracuti, conclude la suggestiva cerimonia con brevi parole di saluto, che vengono qui di seguito riportate:

 

Eccellenza, Amici,

ci troviamo qui riuniti per festeggiare un avvenimento di estrema importanza per tutta la zona di Capparuccia, la posa della prima pietra della chiesa. E' un avvenimento importante, ripeto, perché con la chiesa si viene a dare un carattere ben definito alla zona, la quale non sarà un gruppo sparuto di case, ma verrà ad essere un centro vero e proprio, perché è storicamente provato che intorno ad una chiesa sorgono attività, oltre che religiose, culturali ed artigianali con tutti gli interessi che ne  derivano.

Sono certo che in un lasso di tempo molto breve, la zona si arricchirà di altre costruzioni e la popolazione aumenterà sensibilmente. Sento il dovere di ringraziare a nome di tutta la popolazione Lei, Eccellenza, per l'interessamento e la preziosa opera svolta, Don Nicola Morici che con il suo zelo ha saputo accattivarsi la simpatia di tutti.

Ringrazio i collaboratori vari, che hanno sempre appoggiato l'iniziativa. un ringraziamento a tutti coloro che con il loro contributo faranno sì che quest'opera possa essere realizzata nel più breve tempo possibile.

 

Il 5 Marzo 1973 viene stipulato il contratto di appalto dei lavori con la ditta locale Virgili Secondo.

 

Dopo i lavori preliminari di sistemazione dell' spazio e dell'imbocco e dopo aver effettuato la prima raccolta delle offerte della popolazione, ai primi di Maggio del 1973 hanno inizio i lavori di scavo e riempimento dei pozzi, del vespaio e pilastri, ecc. Alla fine di Giugno 1973 i lavori vengono sospesi per mancanza di fondi.

 

Maggio 1976: nel tentativo di terminare l'opera e nell'imminenza di riprendere i lavori, il Parroco sente il dovere e il bisogno di incontrarsi con tutte le famiglie. Pertanto divide la zona in 8 gruppi con un capo-famiglia responsabile.

 

Il 30 Aprile 1977 viene presentata sull'Ufficio del lavoro di Ascoli Piceno, tramite il geom. Amato Vesprini, la domanda per l'istituzione di un cantiere di lavoro per disoccupati. Dopo tante peripezie burocratiche e procedurali finalmente la domanda del cantiere arriva al ministero del lavoro che lo approva in data 31 Dicembre 1977. Intanto il 30 Agosto 1977 viene stipulato il contratto di appalto dei lavori di completamento della costruzione con l'impresa edile Bruno Spurio di Carassai. L'assistente dei lavori sarà sempre il geom. Alessandro Santarelli. Il calcolo e il controllo delle opere in cemento armato vengono affidati all'Ing. Davide Foglini di porto San Giorgio.

L'ing. Foglini eseguirà il suo incarico con tanto amore ed entusiasmo da sentirsi obbligato ed onorato di venire spesso sul cantiere per vedere e controllare personalmente i lavori soprattutto del tetto.

Con tanta esitazione e preoccupazione l'impresario Bruno Spurio, coadiuvato dall'amico Violossi Gabriele, nei primi giorni di ottobre ha dato avvio all'ardua impresa. Veramente ardua, ma portata a termine magistralmente per merito della sua costanza, tenacia, buona volontà e particolare capacità.

Lo Spurio Bruno ha dato prova di capacità e di bontà. E' stato lento nel lavoro ma preciso ed esatto grazie alla sua pazienza.

Molto merito è da attribuire alla maestranza del posto, specie ai cari Manlio Stipa e Virgili Secondo, per la loro consulenza spicciola e per la loro collaborazione disinteressata e continua.

Il lavoro è durato più di un anno accompagnato tra alti e bassi dall'attenzione e dall'ansia di tutta la popolazione.

Ci sono stati momenti di scoraggiamento e di entusiasmo, ma in tutti c'è stata sempre la più grande fiducia, che non è stata delusa.

 

Sabato 30 Settembre 1978 con S. Ecc. Mons. Arcivesovo si stabilisce la data dell'apertura e benedizione della chiesa, fissata per il 31 Dicembre 1978. Domenica 1 Ottobre viene data dal parroco Don Nicola Morici la comunicazione ufficiale alla gente.

Si lavora sino alla fine, sino all'ultimo giorno. Nelle ultime settimane il luogo si è trasformato in un vero e proprio cantiere popolare: vi lavorano uomini, donne, giovani e bambini.

Si lavora per la gloria di Dio. La partecipazione popolare diventa una vera testimonianza cristiana.

Domenica 3 Dicembre 1978 hanno luogo le riunioni di gruppo delle famiglie della zona per eleggere i consiglieri che formeranno il primo Consiglio di amministrazione e pastorale e stabilire il programma di massima dei festeggiamenti di apertura della chiesa.

Finalmente il 31 Dicembre Mons. Cleto Bellucci annuncia la dedicazione della nuova chiesa al Sacro Cuore di Gesù.

 

 

 

 

 

7-9 dicembre 1965 Missione Mariana a Capparuccia con il quadro della Divina Pastora
1 gennaio 1966 Inizio delle celebrazioni domenicali e festive a Capparuccia
autunno 1971 Il geometra Alessandro Santarelli firma il progetto tecnico definitivo
9 settembre 1972 Benedizione e posa della prima pietra
10 ottobre 1972 Presentazione al Comune di ponzano del progetto
5 marzo 1973 Contratto di appalto con la ditta Virgili Secondo di Ponzano
16 aprile 1973 Autorizzazione del Sindaco Sig. Sergiacomi per l'esecuzione dei lavori
fine giugno 1973 Sospensione dei lavori per mancanza di fondi
25 luglio 1976 Ripresa dei lavori
30 aprile 1977 Domanda per l'istituzione di un cantiere di lavoro per disoccupati
30 agosto 1977 Appalto dei lavori con l'impresa Bruno Spurio
31 Dicembre 1977 Approvazione del cantiere di lavoro
25 febbraio 1978 Il decreto ministeriale di approvazione parte da Roma
30 settembre 1978 Mons. Bellucci fissa la data dell'apertura e benedizione della chiesa
1 ottobre 1978 Il parroco comunica la data della dedicazione della chiesa
3-8-10-17 dicembre 1978 Incontri nelle famiglie per preparare i festeggiamenti di apertura della chiesa
31 dicembre 1978 Dedicazione e benedizione della Chiesa Sacro Cuore di Gesù

 

 

 

I GIOVANI DI ALLORA RACCONTANO...

«C'eravamo anche noi a tirare il canapo» dice Riccarda. «Quando si doveva scaricare un camion di mattoni era una festa. Tutti erano coinvolti per il passamano» afferma Secondo. «Spesso ho bussato ad ogni casa per raccogliere le offerte destinate a terminare la chiesa e mai mi hanno mandato via a mani vuote» aggiunge Angelo. «Questa chiesa è nata grazie all'elemosina della gente» sentenzia Adorno. Sono alcuni protagonisti di allora che raccontano la festa di 25 anni fa, ma anche la fatica per arrivare a quel famoso 31 Dicembre 1978.

Una domenica di ottobre alcune persone si sono riunite nei locali della parrocchia per richiamare alla mente quelle fatiche. C'erano Lilli, Adorno, Riccarda, Secondo, Angerlo, Armando, Gianna, Catia, Mary...Sono i sopravvissuti di quel 31 dicembre di 25 anni fa. Le voci si sovrappongono. Gli occhi sono luminosi. Le parole si accavallano nel ricordare il sudore per innalzare a Dio il segno della preghiera di una popolazione. Riccarda racconta che spesso le mani si riempivano di vescicole perché sollecitate dalla fatica di tirare il canapo per spingere in alto mattoni o impasto di cemento. Insieme a Riccarda come manovali nella fabbrica della chiesa lavoravano anche Luciana e Maria. Il pavimento fu fatto rastrellando i pianchettoni del tetto dismessi da altre abitazioni.

Quando poi si parla del giorno della festa è Armando a raccontare che fu la sua abitazione ancora senza finestre ad essere scelta per il pranzo. Alle finestre fu messo del nylon per riparare dal freddo. Fu chiamata una cuoca da Ponzano: la signora Nella. Tutti si sedettero. Ed erano 400 persone. Don Nicola Morici, il parroco di allora, invitò tutte le autorità civili e religiose. Anche il Vescovo, Mons. Bellucci, fu presente a quella festa.

Adorno prende la parola: «L'unità pastorale intorno alla chiesa è stata preceduta da un'unità di fatto. Infatti alcune famiglie della Girola e di Grottazzolina frequentavano la nostra chiesa, che in effetti era un garage messo a disposizione dal signor Stipa». La chiesa fu un'esigenza partita dalla base. E nessuno si tirava indietro per costruirla. Angelo racconta che una volta avevano bisogno di 8 milioni di lire. Lui e Gino partono e bussano ad ogni casa arrivando perfino nel quartiere della Conceria a Fermo. A sera consegnano a Don Nicola più di un milione e mezzo. «Tutti si sono messi le mani in tasca e hanno dato quello che potevano. siamo partiti con la miseria». Poi ad Angelo si illuminano gli occhi ed aggiunge con un aria soddisfatta: «Sono felice di aver così contribuito alla costruzione della nostra chiesa».

Cosa ricordare del giorno della festa?

Catia e Gianna intervengono dicendo che loro ricordano le prove di canto per la liturgia. «Lilli - raccontano - ci caricò in 5/6 nella sua utilitaria e ci accompagnò a Cerreto per imparare qualche canto nuovo. Dovevamo essere pronti per quell'occasione. Per nostra fortuna vennero ad accompagnare i nostri canti tre ragazzi con batteria e chitarre».

Qualcuno racconta che il 30 dicembre 1978 fu una giornata in cui il cielo si era aperto e buttava giù acqua a catinelle. anche Don Nicola Morici in un momento di disperazione si mise a piangere. Il giorno dopo invece fu un giorno primaverile. Il giorno dopo ancora una nevicata fece mezzo metro di neve. E' proprio vero che la nostra chiesa è stata benedetta da un raggio di sole. Lo Spirito Santo si è reso presente e continua a lavorare anche oggi.

 

Don Nicola del Gobbo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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