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NOTIZIE STORICHE DELLA CHIESA PARROCCHIALE DEI SANTI FABIANO E SEBASTIANO IN VILLAMONTAGNA VILLAMONTAGNA è una località
molto antica: di lei si hanno notizie dal 1200 quando
gli abitanti erano “servi” dei canonici della cattedrale di Trento. Tali vi
rimasero fino al 1512 quando, con la “Regola”, diedero
inizio ad una autonomia civile che, qualche decennio dopo, permise loro la
costruzione di una propria chiesa. Questa venne
consacrata dal vescovo suffraganeo di Trento, Alessandro Gabrieli titolare di
Gallese (VT) il 6 novembre 1583 che la
dedicò ai santi martiri Fabiano e Sebastiano, quasi a sentinella contro il
flagello della peste che periodicamente colpiva città e principato.
Occorreranno due secoli perché la chiesa di modeste dimensioni venisse eretta a
“curazia” sganciandosi in tal modo da Cognola da cui dipendeva: ciò che avvenne
il 26 novembre 1775. La chiesa parrocchiale è
dedicata a Dio ed ai santi Fabiano e Sebastiano
martiri romani, rispettivamente del III e IV secolo, che la venerazione
cristiana ha riunito nell’unica memoria del 20 gennaio. Fabiano è stato il papa della organizzazione della carità in Roma e Sebastiano capo dei pretoriani a servizio
dell’imperatore Diocleziano.
Tradizionalmente è stato invocato come difensore contro la peste che, in particolare
dal 1300 al 1800, era l’epidemia più grave e frequente. Il popolo si difendeva
con le cure del tempo e con l’invocazione al patrono san Sebastiano. E’ significativo che nella terra trentina esistano cento luoghi
di culto, più o meno importanti, dedicati al santo. Primo
curato fu don Sebastiano Brugnara da Mosana che, dato l’incremento demografico del
comune, decise la costruzione di una nuova chiesa che fu edificata, un po’ più
grande, sul luogo della precedente. Il progetto fu disegnato da Franceso
Cometti o da Carlo Caminada capimastri provenienti da Como che nel tardo
settecento erano molto attivi nella nostra diocesi. La
chiesa venne
consacrata dal vescovo Emanuele dei conti Thun il 25 agosto 1816. Nel
1919 fu elevata a parrocchia
dal vescovo monsignor Celestino Endrici. |