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TERESA E LA SINDONE |
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Tutto il programma di Teresa sta nel suo nome: "Teresa di Gesù Bambino del Volto Santo". Siamo sempre stati folgorati dalla prima parte del suo nome, quella che riguarda l'infanzia di Gesù. In occasione dell'ostensione della Sindone, è opportuno riflettere anche sull'altra parte, quella del Volto Santo, per non rischiare di conoscere Teresa solo in superficie. Teresa è difficile da spiegare, perchè è semplice, e una cosa semplice non si spiega. E' di Gesù Bambino del Volto Santo, cioè proprietà di Gesù, contemplato soprattutto nell'estrema debolezza (mistero dell'Incarnazione) dell'essere piccolo e dell'essere servo sofferente.
Betlemme e Gerusalemme. Il
Deutero-Isaia è sempre stato un pascolo amato dalla nostra Santa,
soprattutto per i Carmi del Servo, come lei stessa afferma,
ritenendo quelle pagine lo sfondo della sua devozione al Volto
Santo, o, per meglio dire, lo sfondo di tutta la sua pietà. E
nel 1896, anno del suo ingresso nella tremenda notte dello Spirito,
sboccia una delle sue composizioni meno conosciute: l'atto di
consacrazione al Volto Santo.
Del resto la sete di condividere la Passione dell'Amato del suo
cuore era già viva quando nella cattedrale di Lisieux vide, in
un'immagine caduta da un libro, il sangue che grondava dal Volto di
Gesù ed espresse il desiderio di raccoglierlo tutto. La
condivisione, l'essere sposa, cioè con-sorte, è stato sempre il
suo sogno. Sogno confermato quando in una festa dell'Ascensione le
arriva in sorte un biglietto con una frase di Gesù a S.Margherita
Alacoque: "Il letto delle mie spose è la croce; è là che io
ti farò consumare le delizie del mio amore".
Curiosamente, il termine mirra, in ebraico (mor), ha le
stesse radici del termine Moria, il colle del sacrificio di Isacco.
Teresa parla di "bui sotterranei delle notti terribili dello
Spirito", parla dello sguardo di Gesù velato: "Il vostro
sguardo velato: ecco il nostro Cielo, o Gesù!".
Darsi all'Amore nell'istante presente è tutta la sintesi della sua
spiritualità.
Teresa accetta, accoglie tutte le storture del monastero senza
evitarle, anzi... Ha l'occhio clinico per vedere gli inviti dello
Sposo.
C'è chi rimpiange che S.Teresina non abbia commentato il Cantico
dei Cantici. Ma è la sua vita il più bel commento!
Alla prima emottisi sente il richiamo dell'Amato. Il volto umiliato
di Gesù l'attrae all'inverosimile: "Che grande fortuna essere
umiliati! E' la sola strada che conduce alla santità".
(Lettera 59). E questa è la sorgente della sua gioia, una "gioia non sentita", ma irrefrenabile: "Il mio piccolo sistema è di essere sempre lieta, sia quando cado che quando riporto una vittoria!" Fraternità di Nazareth ultimo aggiornamento 26/8/2000
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