Visita al nostro Santuario e storia dello stesso

INTERNO

 

La pianta della Chiesa e del Convento fu tracciata dall'ing. Codognola. Gli successe presto il Commendatore ing. Rebonato, il quale si rese più tardi molto benemerito del Santuario prestando l'opera sua in molteplici lavori con singolare passione e generosità.

Le prime origini della Chiesa risalgono al gennaio del 1905, quando venne benedetta e inaugurata dall'allora Vescovo di Verona S. Em. il Cardinal Bartolomeo Bacilieri. Da quella data la Chiesa rimase squallida, con le sole pareti perimetrali, senza intonaco, un rozzo soffitto e il pavimento di cemento greggio, sino agli anni 1922-23 quando cominciò a diffondersi la devozione a S. Teresa di Gesù Bambino.

Animatore del movimento teresiano, iniziatosi modestamente e portato poi ad uno sviluppo eccezionale é stato il P. Angelo dello Spirito Santo, geniale ideatore e audace realizzatore del monumentale Santuario, del Seminario Carmelitano e fondatore della rivista mensile: "S. Teresa di Gesù Bambino e la sua pioggia di rose".

Il bel Tempio di stile gotico si presenta in un raro splendore per la policromia dei marmi, per le sculture, per i mosaici, per le vetrate, pitture e decorazioni.

Le lesene in marmo bronzetto e rosso con inquadrature di sagome diverse in marmo verde, rosa e nero, poggiano su un basamento di belle sagome in marmo rosso veronese.

La volta del Tempio, le figure dei Santi e Sante Carmelitani e di Angeli sulle pareti, i medaglioni lungo le fasce delle arcate e tutta la parte decorativa sono opera del pittore veronese Ferruccio Martinelli.

Di un altro pittore veronese, Francesco Perotti, sono i Santi Elia ed Eliseo sulla facciata dei piloni dell'Altar Maggiore (sopra i due pulpiti) e alcune altre figurazioni di Santi nel Presbiterio, sul retro dei piloni che reggono l'arcata principale.

Le vetrate della Chiesa e quelle dell'abside, lavorate a fuoco, sono della Ditta Ballardini di Verona: mentre la vetrata di centro in Coro, pure a fuoco, é del Giuliani di Roma. Venne eseguita nel 1930 ed é la sola superstite ai bombardamenti della seconda guerra mondiale, che recarono, purtroppo, danni considerevoli al Santuario e al Convento.

Sopra le porte laterali del Tempio si notano le due colossali statue rappresentanti San Pio X e Papa Pio XI.

 

Buone sculture in legno dipinto a bronzo dorato, sono opera di Vincenzo Moroder di Valgardena.

Sulla grande parete a ridosso della facciata, in un affresco del Bargellini di Firenze, é raffigurata l'apoteosi del Carmelo con la nota caratteristica di S. Teresa di G. B. che attira alla sua sequela fitte schiere di giovani.

Sono ben 220 figure disposte e studiate con gusto in uno spazio di 144 metri quadrati di parete.

 

 

Particolare interesse desta la Bussola all'ingresso principale della Chiesa per singolarità e ricchezza. Tutta in marmo, ornata di statue, in marmo d'Apuania, finemente lavorate e di vetri istoriati con Angeli e simboli delle virtù caratteristiche della "Piccola Via".

A fianco della Bussola, parte per parte, stanno due Confessionali, pure in marmo, rivestiti in legno all'interno, molto intonati allo stile della Chiesa. Sopra di essi sei statue simboliche per parte, in marmo di Carrara, squisita fattura dell'Arrighini.

 

Non si lasci di osservare l'artistica "Via Crucis". É addossata ai piloni che sostengono le pareti delle Cappelle. Lo sfondo e la cornice dei singoli quadri sono di marmi locali, mentre le figure delle 14 Stazioni sono bassorilievi in marmo di Carrara eseguiti con rara finezza dal Prof. U. Pighi di Verona. Del medesimo scultore sono i Bassorilievi dei riquadri sul parapetto dei due pulpiti. In quello di sinistra é rappresentato, nel riquadro centrale, Gesù che dà agli Apostoli il mandato di predicare il Vangelo: negli altri riquadri appaiono scelti episodi della vita della Santa e momenti dottrinali della sua "Piccola Via".

I pulpiti marmorei sono intonatissimi e di magnifico effetto. Vennero eseguiti su disegno del già ricordato Ing. Rebonato.

Il pavimento della Chiesa, pure in marmo, fu disegnato dall’Architetto Banterle di Verona. Al centro porta un grandioso stemma dell’Ordine Carmelitano con il fatidico motto del Profeta Elia: - Zelo zelatus sum pro Domino Deo exercituum. - (Ardo di zelo per il Signore Dio degli eserciti).


                         

 

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ultimo aggiornamento

19/09/2004