“Il coraggio di Camminare insieme”

Il Parroco ai fedeli che sono in Torrevecchia Teatina

 

    Carissimi amici,

faccio mie le parole dell’Apostolo Paolo per rivolgere a tutti un saluto di pace e di letizia nel Signore: “Grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo” (Rm 1,7b).

 

    A questo punto permettete che mi presenti

    Mi chiamo don Rocco D’Orazio e sono il vostro nuovo parroco. È lo Spirito Santo nella persona del nostro Vescovo Edoardo che mi ha chiamato a servire questa comunità di Torrevecchia Teatina. E per tale ministero rendo grazie a Dio.

Ciò che vorrei proporvi è di fare un cammino insieme, un cammino che ci porti tutti a Cristo; certamente, ciascuno è consapevole dei propri limiti e delle proprie difficoltà, ma, allo steso tempo, sia aperto alla grazia e all’amore di Dio.

 

    Vorrei indicarvi tre priorità: l’obbedienza, la pace, il silenzio.

    L’obbedienza. La ritengo una delle virtù fondamentali del cristiano, senz’altro la più difficoltosa da realizzare. Tutti siamo bravi a dare suggerimenti, a fare proposte, a indicare possibili alternative. Pochi, anche a me costa in verità, siamo in grado di obbedire senza discussioni sterili. Del resto il fondamento di tutto ciò sta proprio nell’obbedienza del Figlio che accetta la volontà del Padre fino alla morte in Croce. E se per Cristo l’obbedienza ha significato croce e morte, quanto più per noi cristiani diventa via privilegiata per conformare la nostra vita a Lui. Ci fregiamo, citando Paolo, di vivere in Cristo, anzi di far vivere Lui in noi, ma poi, di fronte ad un simile invito... chiediamo al Signore la virtù dell’obbedienza.

    La pace. Essa nasce da un cuore che sa amare come il cuore di Cristo: “amate i vostri nemici, pregate per i vostri persecutori” (Mt 5,44b). E questo è un comando non una facoltà concessa, una proposta di vita non un semplice gioco di parole, un impegno serio non una bella frase buttata lì. Siamo chiamati per vocazione a costruire la comunione in Cristo con Dio per mezzo dello Spirito. Ma come la realizziamo se non nella pace? Allora la nostra deve essere una Comunità in pace con tutti - specie con chi non ci ama o pensiamo non lo faccia - per diventare una Comunità di pace.

    Il silenzio. Questo grande esempio ce lo offre Maria Santissima. Lei è la Vergine del Silenzio e della preghiera, la donna dell’ascolto che ha riposto tutta la sua fiducia in Dio e non nelle realtà umane. E noi dobbiamo imparare da lei. Meno parole che distruggono, più preghiera che costruisce. I problemi si risolvono non con le parole, ma con la preghiera, la carità e il perdono.

 

    Il senso della mia presenza.

    Quello che più conta, ed è quindi mio primario interesse, è annunciare la Parola di Dio; le altre cose sono perdita di tempo e il più delle volte risultano assolutamente dannose. Così, non importa cosa è stato o cosa non è stato, importa che il nostro sforzo sia tutto teso ad accogliere il dono della Parola e della Grazia di Dio.

Infatti, “guai a me se non predicassi il Vangelo” (1 Cor 9,16); per questo sono stato mandato da Cristo stesso. Io devo confessare il suo nome: Gesù è il Cristo! Io devo testimoniare il suo amore: Gesù è l’unica possibilità di salvezza! Io devo gridare a tutti: Gesù è morto e risorto per noi ed ora, vivo, è in mezzo a noi!

Più che maestro, mi sforzerò dunque di essere testimone affinché “tutto quello che farò in parole ed opere, tutto si compia nel nome del Signore” (cf Col 3,17).

 

    Cosa faremo insieme

    Mi sforzerò di aiutarvi a vivere un rapporto sincero con il Signore. Un cristiano è tale proprio se vive quotidianamente la sua amicizia con il Cristo. Nasce qui l’esigenza della preghiera. Essa è la porta attraverso la quale si accede al mistero di Dio; essa è ascolto, dialogo vivo con il Signore. Pertanto l’invito è di metterci alla scuola del Maestro come fecero i discepoli: “Signore insegnaci a pregare come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli” (Lc 11,1b).

    Infatti, guardando il Cristo, il suo comportamento, il suo stile di vita, impariamo gli atteggiamenti fondamentali della preghiera. Pregare è scoprire il vero volto di sé, guardarsi dentro, dare senso alla vita, realizzare con responsabilità la comunione con Dio e con gli altri. “Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede” (1 Gv 4,20b). Ed è intorno alla mensa eucaristica che riusciamo a costruire e nutrire tale comunione.

    La celebrazione dell’eucarestia domenicale e feriale rappresentano il punto di riferimento della nostra vita; in relazione ad essa tutte le nostre esperienze, tutte le situazioni in cui veniamo a trovarci ricevono luce, sostegno e compimento.

    Ma tutti i sacramenti, azioni efficaci di Cristo che salva attraverso questi gesti, sono momenti significativi da vivere con fede autentica. Non si può sciupare la grazia di Dio, non ne abbiamo il diritto! Particolare attenzione proveremo a rivolgere al sacramento della penitenza e riconciliazione, ormai in disuso presso i cattolici, ma quanto mai essenziale per la propria crescita spirituale. Per imparare a ricuperarne l’importanza, proveremo a viverlo come Comunità in preparazione ai tempi forti (Avvento, Natale, Quaresima, Pasqua e Pentecoste), ma ci si potrà accostare a tale sacramento in ogni occasione propizia.

    Altro elemento significativo del nostro cammino è il momento formativo: la catechesi. La Chiesa in verità, voi lo sapete, propone un cammino che interessa tutti i fedeli di tutte le età. È una “scuola” di vita e di preghiera, un’esperienza forte di Gesù Cristo. Non basta “fare la dottrina”; è necessario alimentare di giorno in giorno la nostra amicizia con il Signore attraverso la piena conoscenza del suo amore.

    Il Signore è presente nella nostra storia, cammina insieme con noi e ci guida nelle fasi della nostra crescita della fede. Il punto di partenza sarà proprio la nostra stessa esperienza di fede. Gesù ci invita a rimettere in discussione la nostra vita di credenti, a rivedere i nostri atteggiamenti, il nostro stile e confrontarlo con la Parola di verità per essere davvero uomini nuovi; ad aprirci all’incontro con Lui, il Vivente; a costruire la comunione nella Chiesa; ad accettare un confronto onesto e secondo carità con tutti i fratelli nella fede.

Vogliamo perciò ricominciare anche in quest’ambito un cammino insieme con impegno, con generosità, con disponibilità nuove. Noi vogliamo conoscere il Signore perché conoscere il Signore è amarlo!

    Sappiate inoltre che la Comunità che segue e annuncia Cristo Vivo è un dono prezioso da accogliere e da arricchire di nuove presenze, di nuove energie, delle intuizioni e delle capacità di dono e di testimonianza che ciascun cristiano possiede. Tutti dobbiamo sentirci responsabili dello Suo sviluppo e della Sua crescita.

    Perciò vi chiedo sin da ora un aiuto generoso, una collaborazione eccezionale come eccezionale è l’attività da realizzare; ma anche un aiuto che sia libero, spontaneo, consapevoli che il destino della nostra Comunità è nelle mani di tutti e che, unendo le forze, possiamo realizzare quanto il Signore ci chiede.

Non si tratta solo di generosità materiale, per quella c’è sempre tempo, ma di disponibilità a partecipare, ad impegnarsi in prima persona, a collaborare attivamente dentro la Comunità e non limitarci ad essere spettatori.

    Concretamente questo vuol dire che struttureremo degli organismi di partecipazione: il consiglio pastorale che organizzi le varie attività della parrocchia ed il consiglio per gli affari economici che vigili sulla corretta ed opportuna amministrazione dei fondi della stessa.

Il Signore risorto sorgente viva da cui nasce questa Comunità è all’opera in mezzo a noi in maniera forse silenziosa, invisibile, ma è con noi! E se Lui è con noi, tutti possiamo camminare con Lui per costruirci secondo il suo progetto.

 

    E allora, in camino, tutti, insieme, per crescere nell’amore!

    Auguri nel Signore!

                                                                                                                                            Don Rocco D’Orazio