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Diocesi di Tortona

Unità Pastorale di Torrazza Coste: S. Antonino Martire - S. Carlo Borromeo - S. Maria Immacolata e S. Giuseppe

Parrocchia S. Antonino Martire - Torrazza Coste - Ente Morale Religioso senza fini di lucro

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   IMMAGINI E STORIA DELL'ORATORIO DI MONTU'

Cap. F01 - Immagini / Solennità / Memorie - Pag. F01.03

Gli argomenti trattati sono stati inseriti da Ing. Arch. Michele Cuzzoni nel 2003 - © Copyright 2000 - 2024 - e sono desunti dalla documentazione indicata in Bibliografia a fondo pagina



Oratorio campestre di Montù - "Madonna delle Grazie"

Il più antico documento che attesta con certezza l'esistenza di una cappella votiva in questo luogo è un atto del 1299 redatto dall'Inquisitore di Pavia, giunto in terra di S. Antonino per sradicare una superstizione secondo cui le ragazze in procinto di matrimonio non si dovevano sposare nel mese di maggio.
Durante questa visita si realizza una specie di Stato della Parrocchia ed in esso si elencano le chiese esistenti: la parrocchiale di S. Antonino, l'Oratorio campestre di San Fedele, l'Oratorio campestre isolato della Madonna delle Grazie di Montue al confine con il territorio della parrocchia di Mondondone [1].
L'Oratorio è descritto come un piccolo edificio largo 10 piedi romani [2], profondo piedi 8 e alto 12 piedi, con tetto a capanna, pavimento in pietra e immagine dipinta su lastra di ardesia applicata al muro.
L'aspetto della Madonna è definito orante.

Nei secoli seguenti si ricavano brevissimi accenni da alcuni documenti civili, riguardanti il passaggio di proprietà  del castello di S. Antonino; in particolare, nel 1362 il castello è attaccato dai Guelfi e successivamente riconquistato da Luchino Dal Verme. In questa circostanza l'Oratorio è danneggiato da un'incursione nemica.
Nel 1418 [3] il Marchese Beccaria della Pieve fa restaurare l'edificio: il nucleo originario si allunga a 20 piedi, si allarga a piedi 12 e si alza a piedi 14. Il pavimento è fatto in cotto e si realizzano due piccole balaustre tondeggianti che delimitano lo spazio del presbiterio (oratorio originale).
Si apre un portale grande e una porticina che da' direttamente sul presbiterio. Una specie di arco di trionfo collega lo spazio della navata al presbiterio. Il soffitto è tetto a vista in navata e volta a botte nel presbiterio. Si ridipinge e si restaura la Madonna.

Fino al 1523 [4] non si sa più nulla dell'edificio, che - a questa data - secondo il catalogo di Mons. De Zazii risulta Cappellania di Mondondone.


Nel 1576 [5] il Visitatore Apostolico Mons. Ragazzoni, vescovo di Famagosta, parla di questa chiesa come appartenente alla circoscrizione della Pieve di Luta (Codevilla) e sotto la Parrocchia di Mondondone. Risulta ampia e abbastanza decorosa anche se bisognosa di alcuni lavori di restauro, là  "ove la chiesa è ruinata", e di sistemare l'altare secondo le norme del Concilio.
La chiesa è officiata per devozione di tutte le popolazioni circostanti, soprattutto in caso di siccità  o di calamità . Vi si dice la Messa il giorno dell'Annunciazione, della Visitazione e dell'Assunzione, e tutte le altre volte che qualche fedele lo richiedesse a condizione di pagare egli medesimo il celebrante.
Nelle visite successive, si ordinano i medesimi interventi prescritti dal Concilio, fino al 1603 [6], quando il presbiterio viene completamente rinnovato, rifatto l'altare nelle nuove linee di gusto spagnolo allora imperanti. Contemporaneamente la chiesa viene ad assumere un cappellano stabile che vi si reca da Mondondone tutte le domeniche e le altre feste mariane, eccetto che nei periodi invernali più rigidi.

L'Oratorio possiede un completo da Messa rosa di antica fattura, che però risulta danneggiato in più punti.
Possiede un calice normale ed uno bello per le solennità  e le altre biancherie da altare in numero sufficiente.
Vi è un campanello e una campana di rubbi [7] 6 per chiamare i fedeli, appesa fuori verso oriente.
Nelle visite successive si parla di questo edificio, solo come oratorio per devozione dei fedeli, con cappellania diretta da Mondondone e sacerdote fisso proveniente da qui.


Si giunge al 1709 [8] per constatare un particolare elogio del Vescovo alle popolazioni di Mondondone, Murisasco, S. Antonino e Torrazza delle Costi per aver restaurato con particolare affetto questo sacro edificio che si presenta "[...] polito, degno di onore per la devozione alla Beata Vergine Maria, Madre di Dio e Regina delle Grazie [...] con ampio corredo di suppellettili e biancherie [...] con i paramenti dei suoi colori e con il [pregevole] completo [pianeta e due dalmatiche] in rosa per la Madonna delle Grazie" che si usa l'Annunciazione, la Visitazione e l'Assunzione, massima festa dell'oratorio, con notevolissimo afflusso di fedeli, tanto che l'oratorio non è sufficiente e lo si è allungato di altri piedi 8.

La nuova facciata si presenta ad arco con lesene aggettanti.
Vi si è apposta una croce di legno e il tetto è coperto di coppi.
Il soffitto è a volta dipinto di blu con stelle d'oro, sopra l'altare vi è il sole dell'Eucaristia.
La Madonna è finemente decorata e impreziosita di numerosissimi ex-voto.
Risale a questo periodo l'Incoronazione del dipinto.


Nelle visite seguenti (fino a tutto l'Ottocento) si ordinano cambi di biancheria e si ribadisce la natura votiva di questo edificio.
Nel 1867 si realizza all'interno una minuscola grotta di Lourdes (è evidente l'influsso francese di questa cappellina).


Da questo periodo in avanti rimangono fisse le tre celebrazioni annuali e quelle realizzate dalle singole parrocchie in caso di necessità, soprattutto durante le Rogazioni e per impetrare la pioggia nei periodi di siccità.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, le popolazioni circostanti vi si recano per l'Assunzione e per le Rogazioni. L'edificio, pur essendo isolato, è mantenuto decorosamente dagli abitanti di Mondondone, della Piana e delle altre frazioni circostanti.


Dopo un breve periodo di abbandono, è stato recentemente restaurato e abbellito di altre suppellettili anche se l'intervento di restauro della Madonna è risultato piuttosto scadente per le pesanti ridipinture dell'affresco.
E' auspicabile un intervento di risanamento generale per l'immagine della Madonna, riportando alla vista il dipinto originario.

Oggi l'edificio si presenta largo metri 6, lungo metri 14, alto metri 4, ad aula unica, con volta a botte dipinta di celeste scuro, arco di trionfo celeste e bianco, altare barocco pesantemente ridipinto, affresco della Madonna protetto da teca di legno con vetro.


Sussiste il paramentale rosa nella Parrocchia di Mondondone, biancheria e suppellettili sacre, un campanello barocco a due campane. Non vi è più la campana esterna.

 

   
   



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Bibliografia

Testo di Ing. Arch. Michele Cuzzoni.


 

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