Incontro con Padre Salvatore Morittu
Gesù Cristo
Ultimo tra gli ultimi, controcorrente per amore

Chi è Gesù per me? Che cosa ho sperimentato di Lui? - si è chiesto padre Salvatore Morittu cominciando una meditazione su di sé davanti a un pubblico di parrocchiani numerosissimo e raccolto. Si può nascere cristiani, ha soggiunto, vivere imperturbabili il proprio cristianesimo, lasciarsi affascinare dalle tante figure di santi, assumerli a modelli di vita, e non incontrare mai Gesù. 

E' la primavera dello Spirito a fare emergere in una nuova dimensione della fede la figura di Gesù che dà una nuova identità al nostro credere. Folgorante, per padre Salvatore, a parte la Bibbia e i frequenti soggiorni a Gerusalemme, la lettura di Gibran, con quel suo Cristo che molti trovavano troppo umano. Eppure, che fede è mai, se manca l'incontro personale con Gesù, un rapporto diretto, immediato con Lui? Assumendo il mio corpo e la mia psiche, dice padre Salvatore, il Dio della maestà ha mostrato predilezione per ciò che è piccolo e debole. Ma questo nostro corpo, carcere dell'anima, è pure tempio dello Spirito, strumento di comunicazione, e Gesù lo trasformerà per uniformarlo al suo corpo glorioso. A questo uomo Gesù parla di Dio, rivelando che Lui e il Padre sono la stessa cosa. Il suo è il volto di Dio, è il volto della Sindone, del deportato di Auschwitz, del servo di Jahvè. 

Il Dio della giustizia incarna la dimensione della misericordia. Il Padre è vicino a me, e il tempio ovunque sia un uomo che pratica la giustizia. Tutto questo è implicito nella stessa bolla di indizione del Giubileo, in cui si avverte che l'indulgenza plenaria potrà essere acquistata in ogni luogo, rendendo visita per un congruo tempo a infermi, carcerati, anziani in solitudine, handicappati, ecc., quasi compiendo un pellegrinaggio verso Cristo in loro. La relazione con i fratelli in difficoltà, ha osservato padre Salvatore, può dunque sostituire la visita alle basiliche romane e agli altri luoghi del Giubileo, perché è di per sé luogo sacro, tempio di Dio. 

Per una conversione autentica è necessario capire che, al di là di ogni altra cosa, Gesù ci chiede quel di più che solo si ottiene entrando nella dimensione dell'amore. La nostra vita è un tempo per la salvezza nostra e degli altri. Se il nostro modello è Gesù, Egli non ha orizzonti: ci chiede perciò di abbattere qualsiasi barriera e di incontrare ogni uomo, ogni donna. Egli, il "prediletto" che non spegnerà il lucignolo fumigante, ci ricorda che anche in un relitto umano residua una scintilla di Dio. E di fronte a situazioni che appaiono disperate, impossibili - ha concluso padre Salvatore, Gesù ci rassicura: Non temere, io sono con te! Lo Spirito che Lui dona ci rende capaci di compiere cose straordinarie.

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