| Lettera ai parrocchiani |
XXXI domenica del Tempo Ordinario - III settimana del salterio
Scrive il Papa:
"«Rimani con noi, Signore, perché si fa sera» (cfr Luca 24, 29). Fu
questo l'invito accorato che i due discepoli, incamminati verso Emmaus la sera
stessa del giorno della risurrezione, rivolsero al Viandante che si era ad essi
unito lungo il cammino. Carichi di tristi pensieri, non immaginavano che quello
sconosciuto fosse proprio il loro Maestro, ormai risorto. Sperimentavano
tuttavia un intimo «ardore», mentre Egli parlava con loro «spiegando»
le Scritture. La luce della Parola scioglieva la durezza del loro cuore e «apriva
loro gli occhi». Tra le ombre del giorno in declino e l'oscurità che
incombeva nell'animo, quel Viandante era un raggio di luce che risvegliava la
speranza e apriva i loro animi al desiderio della luce piena. «Rimani con noi»,
supplicarono. Ed Egli accettò. Di lì a poco, il volto di Gesù sarebbe scomparso,
ma il Maestro sarebbe «rimasto» sotto i veli del «pane spezzato»,
davanti al quale i loro occhi si erano aperti.
Proprio a partire da questo testo si muove la certezza della nostra fede, la quale ci rende testimonianza che Gesù è sempre con noi, singole persone che lo cerchiamo ininterrottamente e lo desideriamo con tutte le forze. Ma Lui è soprattutto in mezzo a noi quando due o tre si riuniscono nel suo nome e vivono la dimensione dell'amore, della preghiera comune, della fraternità.
In modo eccellente e sommo Lui, il Maestro Risorto, è in mezzo a noi quando ci raduniamo, convocati da Dio, nell'assemblea liturgica della Domenica del Signore. Durante la Messa Cristo Signore ci assicura la sua presenza più alta. E' presente nel Popolo di Dio radunato, nella sua Parola, nel ministro che agisce in suo nome, nel pane spezzato e nel sangue versato. E con Lui vuol fare di noi una cosa sola, la sua famiglia, il suo corpo santo e misterioso. Non esiste, quindi, Comunità che non sia costituita dallo Spirito di Cristo Risorto. Non esiste fede privata, da consumare nel segreto del proprio cuore, come un tesoro riservato a privilegiati. Esiste la fede personale che si esprime all'interno di una comunità radunata nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito santo.
E non è la stessa cosa entrare in chiesa, in qualsiasi momento e pregare nel segreto del proprio cuore, o ritrovarsi tutti insieme per cantare le lodi del Signore e raccontare le meraviglie che Lui ha compiuto per la nostra salvezza. La Domenica è il giorno di questo inno corale e stupendo!
don Mario