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Lettera ai parrocchiani |
III domenica del Tempo Ordinario - III settimana del salterio
L'Arcivescovo, nella sua prima lettera, ci ha scritto:
"Il giorno del Signore, ossia la domenica (a partire dai vespri del sabato), negli ultimi due decenni, è stato oggetto della sollecitudine pastorale della Chiesa, tramite il magistero pontificio e dell'episcopato italiano.
Si rileva, oggi più che mai, la tendenza a fare della domenica e del fine settimana un tempo da riempire di molteplici interessi: sportivi, culturali, distensivi, commerciali. Ormai il giorno del Signore è sempre più impoverito del suo originario significato, fondamentale anche per il suo valore civile: storico, sociale, culturale, etico.
Senza l'essenziale riferimento a Cristo, senza l'Eucaristia, non si potrebbe capire né dire la domenica. Siamo ben lontani dalla testimonianza dei martiri di Abitene (Tunisia, anno 304,sotto Diocleziano) che preferivano morire piuttosto che rinunciare a celebrare il Giorno del Signore.
Nei primi secoli dell'era cristiana dire domenica e vedere riuniti i discepoli del Signore in assemblea per celebrare l'Eucaristia era un tutt'uno. Possiamo ripetere oggi, come discepoli del Signore, le parole proclamate da questi e altri Martiri davanti ai loro giudici e su cui si fonda la ragione stessa dell'esistenza cristiana: "Senza la domenica non possiamo vivere?".
Sostanzialmente non diversa, per l'affermazione della libertà di culto, appare la testimonianza resa a Cristo nello stesso periodo dai Martiri turritani, Gavino, Proto e Gianuario.
Così il Vescovo al n. 5 della sua lettera programmatica per quest'anno.
A me piace interpretare questo testo per i genitori dei fanciulli che frequentano il catechismo parrocchiale.
I vostri figli stanno cercando di compiere un cammino che li conduca gradualmente a far diventare la Domenica, con la celebrazione della Eucaristia, il CULMINE della settimana, proprio perché è celebrazione DEL FONDAMENTO DELLA NOSTRA FEDE: LA MORTE E LA RISURREZIONE DEL SIGNORE GESÙ'.
Se i fanciulli, con IL VOSTRO AIUTO E CON L'ESEMPIO DELLA VOSTRA TESTIMONIANZA DIRETTA, non raggiungono questa consapevolezza, perdono ogni significato i sacramenti che ricevono in dono. Che senso ha la comunione senza la Messa?
Che senso ha la Cresima senza il riferimento a Gesù Cristo che, per opera dello Spirito Santo, rimane sempre con noi?
Vi chiedo di rifletterci seriamente e di trarre responsabilmente le conseguenze.
don Mario