Lettera ai parrocchiani

22 Maggio 2005

VIII domenica del T.O. - IV settimana del salterio

La famiglia di Dio è amore fedele

 

Dio è Amore, scrive Giovanni nella sua prima lettera. Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono questa esperienza di Amore, inimmaginabile, fuori di ogni nostra comune storia quotidiana. Un Amore così rimane sempre un nostro grande desiderio. Lo desidera ogni persona quando incontra un amico oppure quando offre amicizia.

Lo desidera soprattutto la famiglia: quella delle nostre case e che rassomiglia molto alla Trinità Santissima di Dio.

Non sarebbe davvero meraviglioso se gli sposi imparassero a riconoscere con stima e rispetto la loro dignità reciproca e riuscissero a condividerla nell'accoglienza quotidiana?

Non sarebbe fonte di una grande pace se gli sposi diventassero comprensivi l'uno con l'altro e capaci di perdono sincero e dal profondo del cuore, senza rivalse, senza ricatti e senza ricordi ostinati e duri?

Non sarebbe ragione di felicità per i figli l'esperienza di genitori che dialogano, che si ascoltano, che credono l'uno all'altro, che si sanno aspettare, che sanno aiutarsi, che sanno correggersi senza ferirsi?

Non sarebbe sorgente di forza per la coppia la decisione incrollabile di affrontare le difficoltà ogni volta che si presentano, condividendo capacità, risorse, perseveranza, pazienza?

Non sarebbe motivo per un amore rinnovato e sempre originale l'impegno a non creare comunque e mai rotture, separazioni per motivi futili anche se insistenti nel tempo?

Certo, è più facile tagliare in corto, far valere sempre le proprie ragioni, ricorrere subito alle minacce legali, stabilire freddezze e distanze, tirare su muri e ostacoli per arrivare a dire che, in fondo, non c'è più nulla da fare.
Ma l'Amore non passa per queste strade.

L'Amore vero, quello che la Trinità ci insegna, quello che Gesù ci ha fatto conoscere, nasce e si consolida ogni giorno, spesso nel dolore e nella fatica. Ma è fonte di una gioia segreta e semplice, ulteriore e umile. E anche quando si esprime con i gesti, non dice mai menzogne, non cerca mai l'uso dell'altro. Condivide. E' delicato. Non prevarica. Sa fare silenzio. Accoglie i tempi dell'aridità.

Tuttavia è sempre carico di speranza. Conosce i giorni di luce e sa guardare sempre avanti, in profondità, verso orizzonti lunghi. Non annega nella piccola pozzanghera dell'ultima discussione. Non si smarrisce nello stordimento degli argomenti straripetuti.

E' un amore che si mette faccia a faccia davanti alla persona amata e legge nei suoi occhi ogni ansia, ogni paura e ogni turbamento. E non diventa mai severo. Perché nella tenerezza rassomiglia in modo impressionante all'Amore che è Dio!

don Mario


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