Lettera ai parrocchiani

15 dicembre 2002

LA MASCHERA

Più o meno consapevolmente ciascuno di noi tende ad "apparire". L'immagine è più importante di quello che in realtà siamo. L'apparenza ci attrae più dell'essere. Abbiamo indossato tante maschere, a seconda delle circostanze, degli incontri, degli interessi in gioco. Ma Dio chiede a noi di essere sua immagine, sua somiglianza, come Lui ci ha pensati e creati: splendidi capolavori di intelligenza e di bene. Ma limitati. Creature, appunto.

Giovanni Battista ci offre una testimonianza impareggiabile a questo proposito. Potrebbe mischiare le carte e farsi passare come il Messia promesso, davanti alla gente e ai suoi discepoli che lo stimano e lo amano. Ma non cade nella trappola: "NON SONO IO IL CRISTO". Se pensiamo a tutti quei "messia" che si spacciano come i "salvatori" del momento, comprendiamo l'attualità della franchezza e della veracità di Giovanni Battista. E la apprezziamo come un grandissimo valore, come una virtù oggi rara, ma sempre impareggiabile e bella.

IL MESSIA E' CRISTO, L'UNICO CHE POSSA SALVARCI, ANZI CHE SEMPRE E OGNI GIORNO CI SALVA, restituendoci la gioia di essere salvati per amore. Di Lui abbiamo bisogno: nessun altro può prenderne il posto, anche se dice: "Io sono il messia".

don Mario


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