Lettera ai parrocchiani

14 Novembre 2004

XXXIII domenica del Tempo Ordinario - I settimana del salterio

La frazione del pane centro della Chiesa

 

Scrive il Papa:
"La «frazione del pane» - come agli inizi veniva chiamata l'Eucaristia - è da sempre al centro della vita della Chiesa. Per mezzo di essa, Cristo rende presente, nello scorrere del tempo, il suo mistero di morte e di risurrezione. In essa Egli in persona è ricevuto quale «pane vivo disceso dal cielo» (Gv 6,51), e con Lui ci è dato il pegno della vita eterna, grazie al quale si pregusta l'eterno convito della Gerusalemme celeste...

L'Eucaristia è il centro vitale intorno a cui desidero che i giovani si raccolgano per alimentare la loro fede e il loro entusiasmo." (Giovanni Paolo II, Mane nobiscum Domine).

Il Papa ci ricorda che ogni volta che celebriamo l'Eucaristia Cristo rende presente il suo mistero di morte e di risurrezione, nello scorrere del tempo. Questo significa che ogni volta che ci raduniamo, soprattutto per la Messa della Domenica, riviviamo il mistero della morte e della risurrezione di Gesù. Entriamo a far parte della sua morte, con Lui siamo chiamati a dare la vita, a diventare pane spezzato per gli altri attraverso il dono dell'amore.

Con Lui dobbiamo morire ad ogni forma di male e di peccato, per intraprendere una via del bene fatta di verità, di coerenza, di coraggio, di donazione, di forza, di disponibilità, di perdono, di amore generoso e superiore ad ogni secondo fine e ad ogni interesse. Con Lui siamo chiamati a vivere il battesimo che ci ha reso figli di Dio.

Ma ricevendo il Signore entriamo nel mistero della sua risurrezione: veniamo trasformati nel nostro cuore. La nostra vita si orienta verso la luce che supera ogni malizia. Cristo, col suo pane di vita, semina in noi il germe dell'immortalità. In modo che noi non siamo più destinati a concludere la vita con la morte, ma a protrarla oltre la morte in quella eternità dove esiste soltanto l'amore incandescente della Trinità e il fuoco della fraternità, senza sofferenza, senza pianto, senza alcuna sofferenza.

Pensiamo qualche volta alla meraviglia di questo dono: Dio si fa nostro cibo, diventa una cosa sola con noi, con la nostra fragilità, con le nostre lentezze, con la sofferenza del nostro corpo e del nostro cuore e ci guarisce: Lui pane di salvezza e nutrimento dolcissimo. Lui che può unirsi con noi come desidererebbe ogni amato con l'amata, ogni madre con il proprio figlio.

Grazie, Gesù, per la tua eucaristia!

don Mario


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