| Lettera ai parrocchiani |
V domenica di Quaresima - I settimana del salterio
Il Vescovo, nel suo messaggio per la Quaresima, conclude:
"Vogliamo trascorrere questo periodo di penitenza con grande fede, in umiltà ed ulteriore gioia, affrancandoci dal male, contemplando il mistero dell'infinito amore del Padre che ha dato il suo Figlio per la salvezza del mondo, facendo verità su noi stessi, aprendoci al bisogno dei fratelli. Su ogni fedele e sua famiglia, sulle comunità cristiane e sulla diocesi, scenda la benedizione del Signore, perché Egli ci confermi nel santo proposito di celebrare fedelmente il cammino quaresimale, che ci prepara all'incontro con il Risorto nella prossima Pasqua liturgica, in attesa di quella definitiva".
Prendo alcune parole dette dal Vescovo per dare concretezza al nostro cammino verso la Pasqua, ormai imminente.
Grande fede. Il nostro cammino verso Gesù che muore e risorge è frutto della fede. Non vado verso qualcuno anonimo. Vado verso il Signore della Vita che per amore mi ha dato la Sua Vita. Aderire fortemente a questo fondamento della nostra scelta cristiana, chiede una fede certa, stabile, fiduciosa, riconoscente. E' Dio che ha fatto un dono. Non mi ha caricato un peso; ma con la fede ha dato senso alla mia vita, ha prospettato soluzioni ai miei interrogativi, ha soprattutto restituito all'uomo la sua dignità. Credere è una meravigliosa prospettiva. Non una catena.
Interiore gioia. Da dove viene la gioia? Da un'esperienza discreta e semplice del bene. Non può essere frutto della frenesia, del divertimento incontrollato, della piccola soddisfazione dei bisogni irrazionali e immediati. La sperimenta chi ha preso confidenza col silenzio, sa entrare nella profondità del suo cuore e ricava dalle sorgenti cristalline della propria coscienza l'amore per gli altri, il perdono, il servizio, la disponibilità, la pazienza, la mitezza, il dominio di sé. La gioia è dono del cuore umile, senza ambizioni e presunzioni. E' dono della persona che crede fortemente in se stessa, senza schiacciare gli altri, anzi, trasformando questo concetto buono di sé, in atteggiamenti di amabilità, di incoraggiamento, di ottimismo e di speranza. La gioia viene dal pentimento del cuore, se qualche volta il nostro amore non è fedele e la nostra vita incoerente e il nostro rapporto con Dio interessato e il nostro incontro con gli altri egoista. In questi momenti prendi coscienza della tua piccolezza e chiedi al Signore della gioia di restituirti la freschezza dell'amore e del perdono.
don Mario