| Lettera ai parrocchiani |
XXXII domenica del T.O. - IV settimana del salterio
In questi tre foglietti settimanali che precedono l'avvento, voglio fissare l'attenzione su alcune tentazioni molto diffuse, in ogni contesto familiare e scolastico, di lavoro e di tempo libero. Tentazioni che contagiano tutti: grandi e piccoli.
La prima riguarda la tendenza, abbastanza naturale, e fortemente facilitata dalla mentalità corrente di scegliere sempre ciò che è facile a scapito di ciò che è importante e vale veramente. Alcuni esempi rendono semplice e comprensibile quanto sto dicendo:
Al lavoro è più facile far aspettare una persona che essere solleciti e attenti, offrendole il meglio della nostra disponibilità e del nostro aiuto; è anche più facile scorrere prima il giornale, piuttosto che mettersi immediatamente ali 'opera per evitare ritardi, disfunzioni e disservizi;
A casa è più facile lasciare che una sola persona pensi a tutto e mettersi tranquilli davanti alla televisione e aspettare di essere serviti;
Come è più semplice che una coppia risolva tutti i problemi dando le colpe all'altro/a o urlando o con l'indifferenza piuttosto che seguire la strada difficile del dialogo e dell'incontro; E' più facile per un ragazzo rimandare il lavoro scolastico sempre all'ora successiva, per dare la precedenza al cellulare, al gioco, alla televisione, ai messaggi;
Non costa nulla ad un adolescente o a un giovane giustificare la pigrizia a riflettere e a mettersi iproblemi giusti dell'età in maniera responsabile, dicendo che ì valori non sono più di moda, che ormai nessuno la pensa più in un certo modo o che conta soprattutto guadagnare e divertirsi;
E' facile e comodo ad un ragazzo/a delegare tutto alla madre e non dare nessun aiuto a casa per riordinare, per collaborare, per mettere apposto almeno la propria camera;
E' più semplice per un coniuge in crisi dire: "non provo più amore per te... ho bisogno di libertà..." e altre frasi simili, piuttosto che mettersi davanti alla propria coscienza ed avere il coraggio di riconoscere l'apatia inferiore a volersi interrogare, la pigrizia a voler riflettere, il disagio a volersi confrontare per trovare in questo modo la forza di ricominciare ogni giorno la faticosa e bella avventura della vita familiare;
E' più facile per un giovane mettere in discussione, senza alcun argomento valido, tutto ciò in cui ha sempre creduto, solo perché richiede dì essere coerente, di fare scelte coraggiose e scomode, magari contrarie al modo di fare e di pensare corrente; E' più sbrigativo rispondere: "Perché devo fare questo, perché non devo fare quest'altro, perché devo controllarmi, perché devo fare diverso se questo mi diverte... " e cose simili, solo perché non vogliamo fare l'esercizio quotidiano del sacrificio, dell'educazione al dovere, dell 'accettazione di una regola dì vita, seria e umanamente ricca.
Potrei continuare all'infinito. Ma gli esempi fatti sono sufficienti perché ciascuno di noi continui la riflessione adattandola alla propria vita con verità e serietà. Sempre meno sarà il tempo di lamentarsi contro tutto e contro tutti e sempre più sarà il tempo di scegliere seriamente la qualità più alta di vita per dare, anche noi, alla società un volto diverso.
don Mario