La chiesa
parrocchiale di Santo Stefano è stata costruita verso la fine del
secolo scorso sul luogo della precedente: ha la facciata rivolta verso
ovest dove, a breve distanza, si trova l'argine del Livenza.
Esternamente caratterizzata da una semplice facciata a salienti in
mattoni faccia a vista, si compone di un interno ad aula voltato a botte
- la cui continuità appare scandita dal leggero profilarsi di alcune
vele - che copre lo spazio omogeneo dell'unica navata, appena articolata
dall'estensione di due corpi di fabbrica che accolgono gli ingressi
laterali, dal vano presbiterale e dalle cappelle laterali.
L'aula è impreziosita da alcuni altari addossati alla muratura
perimetrale: procedendo verso il presbiterio la parete sinistra ospita,
infatti, un altare arricchito dalla tela della Vergine
dell'Apocalisse, dipinta da Giuseppe Calore nel 1804, e delimitato
ai due lati da due statue raffiguranti S. Maria Maddalena a
destra e S. Eurosa a sinistra cui segue - dopo l'ingresso
laterale sopra il quale campeggia la tela con Cristo e la Samaritana,
opera del pittore sanstinese Antonio Boatto - l'altare reggente una pala
di S. Biagio, realizzata nel 1902 dal Cherubini.
Scendendo dal presbiterio, la parete destra accoglie un altare dedicato
a un santo vescovo, forse S. Valentino, la cui effige domina la
pala donata nel 1939, mentre, dopo l'ingresso laterale sovrastato dalla
tela raffigurante La moltiplicazione dei pani e dei pesci, opera
del Boatto, è collocato l'altare del Sacro Cuore.
Il presbiterio, rialzato rispetto al pavimento lapideo dell'aula, è
coperto da una volta a crociera affrescata con medaglioni riproducenti
gli Evangelisti e fasciato nel registro inferiore dagli stalli lignei.
Esso consente il passaggio all'abside, nel cui spazio semicircolare si
staglia l'altare maggiore, attorniato dai simulacri marmorei di due
angeli e caratterizzato da un paliotto decorato con i simboli
eucaristici dell'agnello e del libro. Nel catino absidale, infine,
campeggia l'ovale dedicato alla Sacra Famiglia, opera datata al
1920 del pittore Giovanni Fantoni da Gemona, cui si deve anche la
decorazione del lunettone di controfacciata e l'esecuzione del dipinto
raffigurante Il martirio di S. Stefano, che impreziosisce il
soffitto dell'aula.
L'organo, costruito dalla ditta "F.lli Ruffati" di Padova nel
1951, è stato restaurato dalla ditta "Salvato" nel 1986. Il
corpo sonoro è collocato dietro l'altar maggiore, mentre la consolle è
posizionata nella navata. L'acustica è buona e lo strumento è in
discreto stato di conservazione.
(testo
rielaborato da "Le Chiese del Veneto Orientale")