IL PANE DI VITA  ( CAPITOLO 6 )

Il contenuto del sesto capitolo è vario: il miracolo dei pani (1-15 ), il cammino sul mare ( 6, 25 ), il discorso a Cafarnao ( 26-59 ), la crisi( 60-61 ). Tema generale  è la presentazione di Gesù come “pane di vita”.  Questo capitolo rappresenta una sintesi dell’attività di Gesù in Galilea e contiene una delle più alte rivelazioni su Gesù. È un esempio tipico della scelta di fede che  si impone all’uomo.

1 Dopo questi fatti, Gesù andò all'altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, 2 e una grande folla lo seguiva, vedendo i segni che faceva sugli infermi. 3 Gesù salì sulla montagna e là si pose a sedere con i suoi discepoli. 4 Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. 5 Alzati quindi gli occhi, Gesù vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove possiamo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». 6 Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva bene quello che stava per fare. 7 Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo». 8 Gli disse allora uno dei discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: 9 «C'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci; ma che cos'è questo per tanta gente?». 10 Rispose Gesù: «Fateli sedere». C'era molta erba in quel luogo. Si sedettero dunque ed erano circa cinquemila uomini. 11 Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì a quelli che si erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, finché ne vollero. 12 E quando furono saziati, disse ai discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». 13 Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d'orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato. 14 Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, cominciò a dire: «Questi è davvero il profeta che deve venire nel mondo!». 15 Ma Gesù, sapendo che stavano per venire a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sulla montagna, tutto solo.

 

 

E’ il quarto segno compiuto da Gesù in Giovanni. Il racconto si legge nei quattro Vangeli. Anzi Marco e Matteo raccontano due  episodi analoghi ( Mc 6, 34-44: 8, 1-10 ): Mt 14, 13-21: 15, 32-39, Lc 9, 10-17 ). In tutti i Vangeli occupa un posto particolarmente importante e costituisce un momento culminate della manifestazione di Gesù, in Giovanni è segno della sua potenza e della sua generosità

 

ANDO’ ALL’ALTRA RIVA ( 1 )

 La scena della prodigiosa moltiplicazione dei pani si pensa che si sia svolta in una regione solitaria sulla riva nord-orientale del mare di Galilea. Luca fa anche il nome della città, Betsaida, che si trova ad oriente dello sbocco del Giordano sul lago. In Giovanni di parla  di “altra riva” del lago, senza altra specificazione.

Il lago di Tiberiade, detto anche lago o mare di Galilea o di Genesaret e  raramente nel Vecchio Testamento mare di Kinneret è  racchiuso tra le colline circostanti per quasi tutta la  sua circonferenza, che ha una lunghezza di circa 20  chilometri e una larghezza massima di 13. La profondità oscilla tra i 30 e gli 80 metri; è alimentato dal Giordano e si trova a circa 250 metri sotto il livello del mare. I Vangeli ricordano vari episodi della vita di Gesù nelle vicinanze del lago.

VEDENDO I SEGNI ( 2 )

Il motivo per cui seguono Gesù non è nobilissimo, è perché fa miracoli. In altra circostanza   Giovanni asserisce :” molti credettero nel suo nome, vedendo i segni che Egli faceva,Gesù però diffidava di loro, perché conosceva tutti” (Gv 2,23-25 )

SALI’ SULLA MONTAGNA ( 3 )

Nella Bibbia la montagna ha un significato religioso. Gesù vi compie molte azioni che manifestano la sua missione. ( Es. proclamazione delle beatitudini in Matteo 5 ). Anche nel V. Testamento è nel Sinai che viene promulgata la Legge e  in Isaia 25, 6  si dice che il banchetto degli ultimi tempi sarà imbandito “sulla montagna”.  Si tratta quindi di un luogo  in cui  Gesù si rivela.

 SI POSE A SEDERE ( 3 )

Come in Matteo 5, 1 e 5, 29. E’ l’atteggiamento del maestro che insegna.

ERA VICINA LA PASQUA ( 4 )

Quanto ora Gesù fa e dice avviene nel  clima della Pasqua ebraica. E con la Pasqua antica emerge il ricordo del passaggio del Mar Rosso e il dono della manna. Ma   si  è proiettati  verso la Pasqua cristiana e verso il dono dell’Eucaristia.

DISSE A FILIPPO ( 5 )

L’apostolo Filippo abitava nella zona. Gesù si rivolge a lui e ,  sottopone alla prova della fede ( Che cosa Filippo si aspetta da Gesù?) e chiede la sua collaborazione.

SAPEVA ( 6 )

Gesù intende prendere l’iniziativa, non solo per sfamare la folla, ma per annunciare il suo Vangelo mediante il segno del pane.

DUECENTO DENARI (7 )

Un  denaro era la paga giornaliera di un operaio.

C’E’ UN RAGAZZO ( 9 )

Solo Giovanni parla di questo ragazzo, e dice che aveva il pane di orzo, che era il pane dei poveri, come nel miracolo di Eliseo ( 2 Re 4-42 )  La sua collaborazione, come quella degli apostoli, è richiesta da Gesù  come sempre è richiesta la collaborazione dei discepoli che Egli associa al suo insegnamento e  alla sua opera salvifica.

C’ERA MOLTA ERBA (10 )

Era il periodo pasquale, che cadeva in primavera.

E DOPO AVER RESO GRAZIE ( 11 )

Gesù pronunzia la preghiera che era usuale per i Giudei . C’è chi vede nelle espressioni “ prese...reso grazie.…distribuì….raccogliete i pezzi avanzati”  cenni  anticipatori dell’Eucaristia. .

QUANTO NE VOLLERO...PEZZI AVANZATI ( 12 )

E’ sottolineata l’abbondanza del pane messianico. La narrazione propone  il confronto con i miracoli alimentari del passato, in particolare col miracolo della manna ( Es 16, 16 ) cui si farà cenno in seguito, per mettere in luce la sovrabbondanza del miracolo di Gesù rispetto a quelli del Vecchio Testamento.

DODICI CANESTRI ( 13 )

Il numero 12  (dodici canestri) forse vuole indicare il numero perfetto, completo, per dire che il pane di Gesù, il pane messianico non è solo per cinquemila, ma per tutti.

VISTO IL SEGNO ( 14 )

Visto il miracolo i Giudei  concludono che in Gesù  ha fatto la sua comparsa il profeta annunziato in Deuteronomio 18, 15.

IL PROFETA CHE DEVE VENIRE ( 14 )

Essi credono che  quel profeta atteso da alcuni come  il re messianico  che instaurerà l’era della salvezza  sia Gesù e vogliono perciò ora proclamarlo re ( 15 ) e subito dopo gli chiedono che ripeta il miracolo della manna fatto da Mosè ( 6, 30 ) .

PER FARLO RE ( 15 )

Procurando un beneficio materiale, Gesù si è esposto a questa reazione della folla. Ma Egli  rifiuta il potere e ha un atteggiamento critico verso  questo  entusiasmo politico della gente.

DI NUOVO SULLA MONTAGNA TUTTO SOLO (15 )

Torna sul monte in attesa che la folla si disperda. Il suo è un distacco tra ciò che Egli 

è e vuole essere  e quello che la folla e gli stessi discepoli pensano di Lui.

 

 

 

16 Venuta intanto la sera, i suoi discepoli scesero al mare 17 e, saliti in una barca, si avviarono verso l'altra riva in direzione di Cafarnao. Era ormai buio, e Gesù non era ancora venuto da loro. 18 Il mare era agitato, perché soffiava un forte vento. 19 Dopo aver remato circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura. 20 Ma egli disse loro: «Sono io, non temete». 21 Allora vollero prenderlo sulla barca e rapidamente la barca toccò la riva alla quale erano diretti.

 

      

GESU’ CAMMINA SUL MARE  ( 6, 16-21 )

Anche questo miracolo che in Giovanni è il quinto è documentato dai sinottici. . Gesù appare come il dominatore maestoso, esente dai limiti imposti all’uomo dalla natura, Signore dell’essere e del nulla ( le acque sono il simbolo del caos vinto da Dio nella creazione ). In lui si manifesta la presenza di  Dio potente, libera, salvifica. Egli si presenta  con la solenne dichiarazione’ ”Io sono”, che rimanda alla divina rivelazione del nome divino a Mosè  ( Es 3, 14 )

 

VENUTA LA SERA...SCESERO IN MARE (16 )

Dato che era sopraggiunta la notte e Gesù non era ancora venuto, i discepoli decidono di partire da soli. In questo episodio risaltano però anche  alcune constatazioni. Senza Gesù gli apostoli sono al buio, perché manca il Maestro,  in balia delle onde del mare, che nasconde le potenze della morte e che solo Dio può dominare e sballottati dal vento, segno delle tempeste che si abbatteranno sui discepoli.

QUATTRO MIGLIA (19 )

Avevano percorso circa cinque chilometri ed erano verso la metà del tragitto.

GESU’ CHE CAMMINAVA SULLE ACQUE  ( 19 )

Gesù è il Signore maestoso, esente dai limiti imposti all’uomo dalla natura. In  lui si manifesta la presenza  potente di Dio, libera, salvifica, dominatrice di ogni male, simboleggiato dal mare.

SONO  IO   ( 19 )

Letteralmente “Io sono”. E’ il nome  con cui Dio si presenta a Mosè: Hejeh= Io sono, ( Es 3, 14 ) da cui Jahve, che è lo stesso nome in terza persona. Dominando il mare e la tempesta, Gesù si manifesta rivestito della potenza di Dio, che si definisce “Io sono” (Es 3, 14 )

TOCCO’ RIVA ( 21 )

Ora che Gesù è con loro i discepoli scoprono che sono arrivati, liberati dalla notte e dai pericoli del mare: “ Il Signore li condusse al porto desiderato” (Salmo 107, 30)

 

 

 

22 Il giorno dopo, la folla, rimasta dall'altra parte del mare, notò che c'era una barca sola e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma soltanto i suoi discepoli erano partiti. 23 Altre barche erano giunte nel frattempo da Tiberìade, presso il luogo dove avevano mangiato il pane dopo che il Signore aveva reso grazie. 24 Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafarnao alla ricerca di Gesù. 25 Trovatolo di là dal mare, gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?». 26 Gesù rispose: «In verità, in verità vi dico, voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. 27 Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna, e che il Figlio dell'uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». 28 Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?». 29 Gesù rispose: «Questa è l'opera di Dio: credere in colui che egli ha mandato». 30 Allora gli dissero: «Quale segno dunque tu fai perché vediamo e possiamo crederti? Quale opera compi? 31 I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: Diede loro da mangiare un pane dal cielo». 32 Rispose loro Gesù: «In verità, in verità vi dico: non Mosè vi ha dato il pane dal cielo, ma il Padre mio vi dà il pane dal cielo, quello vero; 33 il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». 34 Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». 35 Gesù rispose: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete. 36 Vi ho detto però che voi mi avete visto e non credete. 37 Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me; colui che viene a me, non lo respingerò, 38 perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. 39 E questa è la volontà di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma lo risusciti nell'ultimo giorno. 40 Questa infatti è la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; io lo risusciterò nell'ultimo giorno». 41 Intanto i Giudei mormoravano di lui perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». 42 E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui conosciamo il padre e la madre. Come può dunque dire: Sono disceso dal cielo?». 43 Gesù rispose: «Non mormorate tra di voi. 44 Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. 45 Sta scritto nei profeti: E tutti saranno ammaestrati da Dio. Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da lui, viene a me. 46 Non che alcuno abbia visto il Padre, ma solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. 47 In verità, in verità vi dico: chi crede ha la vita eterna.

48 Io sono il pane della vita. 49 I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; 50 questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. 51 Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

52 Allora i Giudei si misero a discutere tra di loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». 53 Gesù disse: «In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. 54Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. 55 Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. 56 Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. 57 Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me. 58 Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

59 Queste cose disse Gesù, insegnando nella sinagoga a Cafarnao

 

     

DISCORSO  A CAFARNAO ( 6, 22-59 )

Il discorso sul pane della vita espone in modo ricco il tema di Gesù pane di vita. Gesù è prima di tutto il datore del pane, il nuovo Mosè. Egli è anche il pane di sapienza e di rivelazione, che nutre tutti coloro che vanno a lui nella fede. Egli è infine, la fonte eucaristica  di vita eterna per tutti coloro che mangiano e bevano la carne e il sangue del Figlio dell’Uomo. Troviamo in questo capitolo gli elementi essenziali dell’Eucaristia cristiana, la parola e il pane, parola rivelatrice ( 35-47 ) e pane sacramentale ( 48-59 )

 

IL GIORNO DOPO (22 )

Il giorno dopo la folla, che era stata presente al miracolo e che aveva  pernottato all’aperto, si accorge che Gesù e gli Apostoli non sono più nei paraggi, capisce che hanno attraversato il lago e, salita su alcune barche di pescatori, parte alla volta di Cafarnao. Naturalmente deve essersi trattato non di tutti i cinquemila  uomini del giorno precedente, ma di una parte  esigua  di essi.

Quanto segue si può suddividere in  cinque brani:

1° 6,  25 - 35 Rivelazione di Gesù

VOI MI CERCATE NON PERCHE’ (26 )

Rimprovero di Gesù  ai Giudei che lo cercano: la loro comprensione è sola naturale, materiale

NON IL CIBO CHE PERISCE, MA (27 )

Al desiderio di assicurarsi e di conservare la vita terrena si provvede  col pane  materiale. Gesù invita ad impegnarsi non  tanto per questo cibo  che perisce quanto per  il pane  che dura  e  che  permane nella   vita eterna

CHE IL FIGLIO DELL’UOMO VI DARA’ ( 27 )

Questo pane lo dona solo Gesù.  Ma  all’uomo non è risparmiata la fatica per averlo.

FIGLIO DELL’UOMO ( 27 )

Gesù è quel “Figlio dell’uomo” di cui parla Daniele, cioè il Messia che ha ogni potere e che è stato consacrato e mandato in missione dal Padre, di cui è il rivelatore.

CHE DOBBIAMO FARE ( 28 )

Il popolo che è disposto a compiere le opere di Dio necessarie, domanda cosa deve fare per avere questo pane per la vita eterna.

CREDERE IN COLUI ( 29 )

C’è una sola opera degna di Dio, dice Gesù: la fede. Questa opera si distingue radicalmente dalle opere che l’uomo può indicare come sua prestazione propria: è opera di Dio nell’uomo e verso l’uomo. L’azione dell’uomo è il “ fiducioso abbandono a quanto Dio fa”.

QUALE SEGNO (30 )

La folla chiede un segno che legittimi le parole di Gesù, chiede di vedere per credere, in contrasto con la beatitudine enunciata da Gesù in occasione di un simile desiderio di Tommaso: “Beati  coloro che non lo hanno visto e hanno creduto” ( Gv 20, 29 ). L’uomo chiede un miracolo per credere, vuole avere sicurezza. Ma una simile esigenza non può essere posta a Dio, sovranamente libero. Inoltre è anche strano che presenti questa richiesta proprio chi ha visto da poco il miracolo del pane. Ma essi vogliono ora che Gesù, come prova decisiva ,  faccia un miracolo simile a quello della manna. A chi non si fida di Dio nessun miracolo è sufficiente.

I NOSTRI PADRI ( 31 )

Citando liberamente Esodo 16, 15  gli interlocutori rivelano l’aspettativa dei Giudei del tempo . Essi pensavano che  il Messia avrebbe fatto scendere la manna dal cielo, come aveva fatto Mosè ai tempi dell’esodo.

NON MOSE’ (32 )

Gesù corregge la loro interpretazione della Scrittura e fa due precisazioni Questa è la prima  precisazione:  non è stato Mosè ma il Padre a dare la manna  Ed ecco la seconda: il Padre proprio ora  vi dà  non  la manna, ma il vero pane del cielo, di cui la manna non era che un segno.

E’ COLUI CHE DISCESE DAL CIELO (33 )

Il pane della vita non è un pane di cui si possa disporre, ma è una persona, Gesù Cristo stesso. Egli  è “disceso dal cielo”, cioè è preesistente ed eterno , “dà la vita al mondo”  ed  è il solo Salvatore de mondo.

DACCI SEMPRE QUESTO PANE (34 )

Gli ascoltatori  reagiscono come la samaritana. Capiscono che si tratta di un pane importante, ma non ne colgono in pieno la verità.

 

2° 6, 35 - 48 La fede

IO SONO IL PANE DELLA VITA (35 )

Gesù conclude  con l’autorivelazione: “ Io sono il pane della vita”

CHI VIENE A ME (35 )

Venire a Gesù significa credere in Lui. E Gesù estingue la fame e la sete di chi crede.  La fede poi  è grazia e dono (6, 39 ) e insieme impegno morale ( 7, 17 ).

AVETE VISTO E NON CREDETE ( 35 )

Purtroppo gli ascoltatori che hanno visto il segno dei pani moltiplicati,  l’hanno frainteso per mancanza di fede

NON LO RESPINGERO’ ( 37 )

“Tutto ciò” che il Padre mi dà “  significa : “ il popolo” che il Padre ha affidato a Gesù. Nessun membro di questo popolo verrà cacciato, cioè nessuno  andrà incontro alla perdizione. Se qualcuno andrà in rovina non sarà colpa del Figlio

SONO DISCESO DAL CIELO ( 38 )

Gesù ha preso un corpo come il nostro  per portare a compimento la volontà  del Padre che vuole tutti salvi.

VITA ETERNA; E IO LO RISUSCITI (40 )

Il  Padre vuole che chi  riconosce il Figlio (v. 36 ) e  crede in Lui  abbia la vita eterna e la risurrezione finale.

I GIUDEI MORMORAVANO (41 )

I Giudei, cui qui si fa cenno, sono in verità Galilei e sono chiamati “Giudei”, perché avversano Gesù. Essi  non comprendono ciò che Gesù ha detto e mormorano come già avevano fatto  i loro progenitori  ai tempi dell’esodo.

NON E’ FORSE IL FIGLIO DI GIUSEPPE (42 )

Credono di conoscere bene Gesù, ma di fatto non lo conoscono.

NESSUNO...SE NON LO ATTIRA IL PADRE (43 )

Gesù corregge il modo di pensare degli ascoltatori. La fede corrisponde ad un’attrazione interiore del Padre

STA SCRITTO NEI PROFETI (45 )

Questa verità  è proclamata anche dal Profeta Isaia ( 54, 13 ) il quale asserisce che tutti saranno ammaestrati da Dio e la  predizione del  Profeta vale per tutti.

CHIUNQUE HA UDITO E IMPARATO (45 )

Chi accetta questo insegnamento e accoglie l’attrazione di fede che avviene per la grazia di Dio, in particolare  attraverso  la rivelazione di Gesù, può credere e andare al Cristo.

NON CHE ALCUNO ABBIA VISTO IL PADRE (46 )

Questa attrazione non avviene attraverso una visione diretta di Dio, perché Dio  lo vede solo il Figlio  ( 1, 18 ). Chi quindi ascolta Gesù, viene sicuramente, come mai prima d’ora, ammaestrato da Dio.

3° 6,  47 - 51 Vita e morte

CHI CREDE HA LA VITA ETERNA ( 47 )

La vita eterna è  un bene della salvezza che viene ora donato a chi crede

IO SONO IL PANE DELLA VITA ( 48 )

Il motivo è che  per il credente il cibo dell’immoralità è ora Gesù. E’ Lui il pane della vita.

CHI NE MANGIA NON MUOIA ( 50 )

Anche chi mangiò la manna morì, come tutti gli altri mortali.  Invece chi mangia il pane che discende dal cielo , cioè chi  va a Gesù, chi  crede in Lui, ha  la vita  “vera”, che è sempre vita eterna  e  non conosce la  morte.

IO SONO IL PANE VIVO DISCESO DAL CIELO ( 51 )

Gesù è il pane vivo che dà la vita. Con la fede si entra in possesso di questo pane che dà la vita

 

4° 6,  51- 58 L’Eucaristia

E’ LA MIA CARNE ( 51 )

Fino ad ora Gesù aveva parlato del pane della vita, di Gesù pane di vita, che il Padre dona. Ora inizia a parlare del pane che Lui stesso darà, cioè della sua carne  e del suo sangue, quale condizione per ricevere la vita eterna. Per mezzo della carne, componente dell’uomo, segno della sua fragilità, assunta da Cristo nell’incarnazione, Gesù è pane di vita.

VITA DEL MONDO ( 51 )

Questa vita è offerta in dono a tutti, al mondo intero.

COME PUO’ COSTUI ( 52 )

I Giudei capiscono perfettamente che Gesù parla di mangiare la carne e ritengono impossibile e dissennata una simile eventualità

E NON BEVETE IL SUO SANGUE ( 53 )

Gesù non esclude lo scandalo per le sue parole e non lo diminuisce. Anzi rincara la dose, aggiungendo anche l’esigenza di bere il sangue, cosa  particolarmente scandalosa per gli Ebrei, che avevano la proibizione di bere  il sangue.

CHI MANGIA E BEVE ( 54 )

Solo il mangiare la carne e il bere il sangue di Gesù ha in sé la vita eterna, e non l’ha chi non mangia e beve. Ciò che si richiede è un mangiare e un bere effettivo, non una semplice unione spirituale

CARNE VERO CIBO, SANGUE VERA BEVANDA ( 55 )

Gesù non dà una risposta completa, perché la  verità, che enuncia, può esser  compresa solo dalle comunità  cristiane alle quali è rivolto il Vangelo di Giovanni, mentre è inconcepibile ai Giudei, prima della morte di Gesù. Le due formulazioni “mangiare carne” e “bere sangue” suonano ambedue paradossali, se intese in senso naturale. Solo l’interpretazione sacramentale, che possono fare i credenti, offre un senso plausibile. Nell’Eucaristia è davvero  presente Gesù in corpo, sangue, anima e divinità, nel segno del sacramento.

Nell’Eucaristia   è presente Gesù, persona viva e vera, che dona se stesso, e come fa il cibo per il corpo, alimenta la vita “vera” quella più autentica, che non si spegne mai.

DIMORA IN ME E IO IN LUI ( 56 )

Mangiare, ricevere Gesù nell’Eucaristia è un fatto che opera in maniera duratura l’intima unione dei fedeli con Cristo, su cui si fonda per essi il possesso della vita eterna.

COME IL PADRE ( 57 )

Il Figlio vive in grazia al Padre ,  infatti “ Come il Padre  ha la vita in se stesso, così ha  concesso al Figlio di aver la vita in se stesso ( 5, 26 ) E  chi si ciba di Gesù nell’Eucaristia riceve dal Figlio la vita, che parte dal Padre, fonte originante della vita

QUESTO E’ IL PANE ( 58 )

L’insegnamento si conclude col la ripetizione di quanto prima asserito : la manna non diede immortalità, ma il pane promesso da Cristo dona la vita eterna

A CAFARNAO ( 59 )

Il versetto 59 pone fine al discorso che Gesù ha tenuto a Cafarnao, durante una funzione sinagogale. Ciò che segue si è verificato fuori della sinagoga.

 

 

 

60 Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: «Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo?». 61 Gesù, conoscendo dentro di sé che i suoi discepoli proprio di questo mormoravano, disse loro: «Questo vi scandalizza? 62 E se vedeste il Figlio dell'uomo salire là dov'era prima? 63 E' lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che vi ho dette sono spirito e vita. 64 Ma vi sono alcuni tra voi che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. 65 E continuò: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre mio».

66 Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui.

 

La confessione di Pietro

67 Disse allora Gesù ai Dodici: «Forse anche voi volete andarvene?». 68 Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; 69 noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio». 70 Rispose Gesù: «Non ho forse scelto io voi, i Dodici? Eppure uno di voi è un diavolo!». Egli parlava di Giuda, figlio di Simone Iscariota: questi infatti stava per tradirlo, uno dei Dodici.

 

 

     

CRISI E FEDE ( 60-71 )

Il discorso di Cafarnao è una prova della verità. Molti si allontanano anche tra i discepoli. Gesù chiede ai suoi più intimi di fare la loro scelta  e gli Apostoli restano, perché Gesù ha parola di vita eterna e per bocca di Pietro dichiarano che Gesù è il “santo di Dio, colui che possiede in proprio la santità stessa di Dio.

 

QUESTO DISCORSO E’ DURO ( 60 )

Il discorso di Gesù non ha scandalizzato solo i Giudei, ma anche  un gran numero dei suoi discepoli, che hanno sentito quanto Gesù ha detto, ma trovano difficoltà ad “intenderlo”, dal momento che per la sola ragione umana il discorso di Gesù è paradossale, scandaloso e solo con la fede lo si può accettare.

GESU’ CONOSCENDO DENTRO DI SE’ ( 60 )

Gesù, grazie alla scienza soprannaturale di cui è dotato, conosce la ragione del  segreto mormorio dei discepoli e si rivolge ad essi.

QUESTO VI SCANDALIZZA? ( 61 )

La fede dei discepoli è messa  in grave pericolo. Difatti alcuni lasceranno

IL FIGLIO DELL’UOMO SALIRE IN CIELO ( 62 )

Gesù dice che un giorno la sua salita al cielo porrà fine allo scandalo. Allora comprenderanno  che  egli si era dato in cibo non nella condizione terrena, ma in uno stato glorioso. Acquistando tale consapevolezza, entreranno in intima unione con Cristo, e da lui riceveranno la vita eterna.

E’ LO SPIRITO CHE DA’ LA VITA ( 63 )

Questa asserzione può avere  varie  interpretazioni.

Se  si parte dalla considerazione che la “carne”  è la realtà umana comune, e  “spirituale ” è l’uomo aperto a Dio, da cui riceve  la partecipazione alla forza dello Spirito, allora si conclude che le parole di Gesù se incontrano un  uomo aperto allo Spirito producono in lui la vita, se incontrano un uomo “carnale” non producono nulla.

Se si prende in considerazione il fatto che i discepoli erano stati a lungo con Gesù,  si può asserire che veramente   avrebbero   dovuto dare una interpretazione esatta delle parole del Maestro, avrebbero dovuto capire che  è lo Spirito di Dio che dà la vita, la carne è solo un veicolo dello Spirito vivificatore.

Ma più esattamente si può dare la seguente interpretazione: non si deve intendere il discorso di Gesù  come se abbia voluto parlare solo del suo corpo fisico, biologico. Gesù sta parlando della carne glorificata dallo Spirito nella risurrezione. Solo attraverso la risurrezione e l’opera dello Spirito l’esistenza sacramentale  eucaristica di Gesù è possibile. Chi non pensa così può solo immaginare una scena di antropofagia. E’ appunto quanto accade ai discepoli.

SONO SPIRITO E VITA ( 63 )

Questa asserzione non  significa che  le parole di  Gesù vanno prese in senso  spirituale o metaforico, ma  che tutto il discorso che  ha tenuto è una rivelazione dello Spirito di Dio e dà la vita.

NON CREDONO...TRADITO ( 64 )

Gesù non si meraviglia dell’incomprensione dei discepoli. Lui sapeva  già tutto, prima che essi si mettessero alla sua sequela, come sapeva chi lo avrebbe tradito.

SI TIRARONO INDIETRO ( 66 )

Tra i seguaci di Gesù si verifica una crisi.  Le esigenze della fede  portano alcuni ad abbandonare.

DISSE GESU’ AI DODICI ( 68 )

Gesù pone ai dodici la domanda decisiva, non perché abbia dubbi su di loro, ma  per dar loro, in una situazione tanto critica, l’occasione di confermarsi nella fede.

RISPOSE SIMON PIETRO ( 68 )

Pietro fa una solenne professione di fede nel Maestro. Anche negli altri evangelisti abbiamo una solenne professione di fede di Pietro : “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente” (Mt 16, 16 )

TU HAI PAROLE  ( 68 )

Tu hai parole che danno la vita eterna

ABBIAMO CREDUTO ( 69 )

Pietro riconosce che Gesù è “il Santo”, cioè il Messia promesso.

PARLAVA DI GIUDA ( 71 )

L’ombra del tradimento si leva sulla confessione di Pietro.

 

 

 

 

 

indice

indietro

avanti