A guardarlo adesso sembra sia stato costruito insieme alle mura della Chiesa e sembra difficile pensare che qualche mano - per quanto esperta - sia riuscita a incastonarlo dove è adesso. Sembra che il suono delle sue canne accompagni da chissà quanto tempo le nostre liturgie. Invece è lì da pochi anni e il suo arrivo, come ogni evento, è preceduto da una storia che, come tante altre, ha fatto vivere momenti esaltanti, nonostante difficoltà e imprevisti.

L'idea di un organo

Quando la Parrocchia venne affidata a don Andrea, nell'agosto del 1993, una delle prime iniziative del neo parroco fu quella di andare a visitare il Card. Hans Hermann Gröer, Arcivescovo di Vienna (tutti i Cardinali hanno in titolo una Parrocchia romana e per questo sono anch'essi Romani).

Ad accompagnarlo era il nostro Vescovo ausiliare di allora, l'attuale Ordinario Militare Mons. Giuseppe Mani, il quale - dall'alto della sua prestigiosa esperienza - offrì un consiglio: "Perchè non chiedi di farti regalare un'organo". Il Cardinale ammise la bontà dell'idea e chiese di valutare un progetto.

Il progetto

Il più importante costruttore di organo in Italia viene subito contattato e la ditta Mascioni viene incaricata di fornire il progetto che arriva arriva puntualissimo nel Novembre del 1993. Data la struttura della Chiesa è previsto un organo a "trasmissione elettrica" (da lontano), collocato nel transetto meridionale, alla destra del celebrante. Contemporaneamente viene costituito il "Comitato Organo", un piccolo e deciso gruppo che comincia a coinvolgere i parrocchiani nel progetto. Ma il Comitato fa i conti senza il Cardinale Gröer, amante non solo delle cose belle, ma anche rispettoso di certi canoni: "Se un organo non e a trasmissione meccanica, non può chiamarsi propriamente tale".

Nel caso della trasmissione meccanica le canne entrano in funzione contemporaneamente, anzi 'meccanicamente', alla pressione del tasto da parte dell'organista; perchè questo sia possibile però c'è bisogno di più spazio in quanto l'esecutore suona su una consolle unita all'organo. Si chiede quindi un secondo progetto alla ditta MASCIONI che propone l'unica soluzione possibile, ossia collocarlo esattamente dove è adesso, ma con la costruzione di una cantoria, il luogo cioè dove accogliere suonatore e cantori. Non è impresa da poco rendere compatibile questa esigenza con l'architettura della Chiesa, tuttavia nessuno si scoraggia e lo stesso Cardinale Gröer, durante una visita alla Parrocchia, nell'Aprile 1994, stimola l'iniziativa suggerendo anche l'apertura di un Conto Corrente utile a raccogliere i fondi destinati all'impresa.

La raccolta dei fondi

Non c'è tempo da perdere e perciò in occasione della festa parrocchiale nel mese di Giugno, inizia la raccolta dei fondi da integrare con la donazione del Cardinale: il Comitato propone alle famiglie di sostenere l'impresa con un contributo pari a £. 360.000 per "canna". Le cinquanta adesioni consentono di raccogliere in poco tempo la considerevole cifra di diciotto milioni, attestando l'interesse e la voglia di partecipare della comunità parrocchiale all'impresa.

Nel mese di Settembre giunge una notizia poco rassicurante per i destini dell'Organo: Hans Hermann Gröer, pur mantenendo il Titolo della nostra Parrocchia, non è più Arcivescovo di Vienna e perciò non dispone più direttamente delle risorse finanziarie che avrebbe destinato al progetto.  Il comitato dell'Organo non si lascia travolgere dagli eventi: si decide di proseguire seppure con un ridimensionamento dell'opera; per cui si chiede un nuovo progetto, il terzo, alla ditta MASCIONI. Si torna alla soluzione con "trasmissione elettrica" e il nuovo progetto viene presentato nel Giugno del 1995; alla sua presentazione viene corrisposto alla ditta costruttrice la prima rata del pagamento pari al 25% del costo totale: è chiaro che a questo punto non si può più tornare indietro, se mai ce ne fosse stata prima l'intenzione. La partecipazione dei parrocchiani continua a crescere e ciò induce Parroco e Comitato a organizzare meglio la raccolta delle adesioni e contributi rivolgendosi a tutti i fedeli con varie iniziative. Tutto procede senza particolari scossoni sino ai primi mesi del 1996, quando inizia la vera e propria costruzione dell'Organo.

La costruzione e l'organizzazione

Una delegazione di parrocchiani si reca insieme a don Andrea, a Cuvio (Varese) nel laboratorio dei F.lli Mascioni; qui ha la soddisfazione di vedere i disegni esecutivi e la consolle già realizzata. A questo punto però nuove urgenze cominciano ad imporsi: come accogliere questo evento? L'Organo ci sarà e sara bello. ma chi lo suonerà? Quali canti accompagnerà se mai prima si è provato a cantare insieme durante le liturgie? Per questo nel Giugno del 1996 rende saldi i rapporti con l'organista e animatore del Coro Polifonico della Chiesa di San Filippo Neri Giancarlo Clavorà Braulin che già aveva offerto la sua consulenza di esperto durante le prime fasi del progetto. A Settembre dello stesso anno, mentre l'Organo è in avanzato stato di costruzione, il Maestro Giancarlo, come tutti confidenzialmente ormai lo chiamano, inizia a far cantare un gruppo di trenta persone che diventano il doppio appena un mese dopo, a ulteriore testimonianza della partecipazione ed entusiasmo che l'opera suscita nei parrocchiani. Il coro esordisce il giorno 8 Dicembre 1996 durante la celebrazione della S. Messa, alle ore 11:15 e la festività dell'Immacolata Concezione è l'occasione ideale per annunciare che l'Organo suonerà durante le celebrazioni di Pasqua.

A fine Febbraio 1997 giunge l'Organo; o meglio arriva un automezzo pieno di singoli pezzi che compongono un organo e con a bordo anche uno dei due fratelli Mascioni e due giovani, ma esperti artigiani della ditta. L'operazione di montaggio dello strumento è durata dieci giorni durante i quali i tre sono stati ospiti della Parrocchia che li ha alloggiati e di una decina di famiglie che ha contribuito all'acquisto dell'Organo ... cucinando, con servizio a domicilio, nel miglior modo possibile. La stessa disponibilità è stata manifestata nei quindici giorni successivi, quando sono stati ospitati Franco, l'Accordatore, ed il suo aiutante.

E la domenica delle Palme dell'anno 1997, il 23 Marzo, il Coro Polifonico accompagna il suono maestoso dell'Organo; dovrebbe essere il contrario, ma questo Coro sa che deve crescere ancora un poco. Sabato 5 Aprile, nella S. Messa del pomeriggio, Mons. Giuseppe Mani, nell'apposita cerimonia, benedice l'Organo.

La breve storia sembra concludersi qui, ma in verità la conclusione vera è un'altra: quest'Organo ha insegnato molto alla nostra Parrocchia, ha insegnato la Carità; che la Carità è un dono che ci viene fatto e che - come ogni dono - non si può pretendere, ma sperare, desiderare. E se il desiderio è vero è anche operativo, fa promuovere delle azioni, fa scattare la molla dell'iniziativa. Se questo è vero, ne consegue che la nostra Carità, nostra in quanto donataci, non si esaurisce con l'impresa dell'Organo, ma continua, per promuovere altre imprese magari nei confronti di altri uomini e donne che anelano al dono della Carità.