la pastorale

i criteri ed il fine

livelli operativi

programmazione

LA PASTORALE

Possiamo definire la Pastorale come:
• il servizio proprio della Chiesa
• alle persone e alla comunità-popolo
• di un tempo (epoca) e di un luogo (cultura)
• perché rispondano progressivamente alla propria vocazione, alla comunione con Dio, alla santità, in quanto persone e in quanto comunità-popolo
• raggiungendo la salvezza-liberazione in Cristo
• e così avvenga e si dilati il regno di Dio
La pastorale è, prima di tutto, un atto di fede nella presenza di Dio operante nella storia, intesa come «luogo teologico» essa parte dalla lettura dei segni della presenza di Dio nella storia (GS 4,14,44).
Per fare pastorale è necessario
conoscere la situazione di un tempo (epoca) e di un luogo (cultura) e scoprire gli avvenimenti, i significati della coscienza collettiva e la carica di futuro contenuti nella situazione in esame.
Questi avvenimenti vanno letti alla luce della Parola di Dio per riconoscere in essi quali sono i segni della presenza di Dio e i segni della presenza del mistero dell'iniquità
La pastorale è un
servizio a Dio nell'uomo e all'uomo nella sua relazione con Dio. Si tratta non di fare cose buone per gli altri, ma di compiere ciò di cui gli altri hanno bisogno perché diano la propria risposta a Dio e così realizzino la propria vocazione. È un atto di carità teologale. Si tratta di convertirsi permanentemente dal potere al servizio; dall'avere alla povertà; dall'attivismo all'apostolato; dalla visione di una Chiesa costituita dei soli sacerdoti alla comprensione che la Chiesa è formata da tutto il popolo di Dio; dal ritualismo, dal sacramentalismo e dal moralismo all'evangelizzazione e al catecumenato permanente; dall'individualismo alla comunità-popolo.
La
finalità della pastorale è che l'uomo, tutto l'uomo come persona, gruppo, popolo dia la sua risposta libera alla Buona Notizia e raggiunga la sua pienezza personale e comunitaria, cioè con la comunione con Dio. La dimensione missionaria della Chiesa esige che l'annuncio giunga a tutti gli uomini. La pastorale tende a porre ogni uomo di fronte alla propria responsabilità, davanti a Dio e per il Vangelo. Il servizio della pastorale è proprio di tutto il popolo di Dio, secondo i diversi ministeri, doni e carismi, e non solo nella gerarchia. Il popolo di Dio e in esso ogni cristiano è responsabile di tutto il Vangelo per tutti gli uomini.
Il servizio della pastorale che si realizza mediante: la Parola, la liturgia e l'orazione, la fraternità, per essere autentica esige, come condizione indispensabile,
strutture di partecipazione e di comunione, metodi di analisi, di riflessione, di discernimento, di pianificazione e di revisione. La pastorale deve essere organica e pianificata.
La pastorale, in conclusione, è un profondo atto di fede in ogni momento storico come un momento di salvezza e si traduce in una azione che ne rende possibile la rivelazione, l'attualizzazione e la celebrazione festosa.
Il metodo con cui il progetto è stato elaborato è il metodo prospettico. La prospettiva consiste anzitutto in un atto di anticipazione, attraverso il quale ci si pone mentalmente nel futuro, un futuro «desiderabile». Essendosi poi situati mentalmente su tale futuro, come su di un osservatorio, si riflette sulla realtà attuale allo scopo di ordinare e di accelerare il processo progressivo di trasformazione del presente nel futuro cui aspiriamo. Non si tratta cioè di indovinare il futuro probabile, ma piuttosto di preparare il futuro desiderabile.