Note storiche
di Zeloforamagno


L'abitato di Zeloforamagno (o come nel secolo scorso Zeloforomagno) posto all'altitudine di m. 103 sul livello del mare, è una frazione del comune di Peschiera Borromeo. Quest'ultimo nei suoi confini attuali, è nato dalla fusione di due comuni più piccoli, quello di Peschiera e quello di Linate al Lambro, avvenuta in un passato relativamente prossimo. Il comune di Peschiera Borromeo, posto con confini diretti nella fascia suburbana di Milano (hinterland) ha ottenuto il riconoscimento ufficiale del Presidente della Repubblica Francesco Cossiga che con decreto emesso il 6 agosto 1988 elevava Peschiera Borromeo al rango di "città".

Nei tempi antichi il territorio si presentava come tutto il Basso Milanese come un paese fortemente boscoso, sicchè la bonifica operata deve essere stata dura, lenta e graduale; nell'anno 1526 Francesco Guicciardini, Luogotenente Generale del Papa, una volta che giunse sul nostro territorio, così scriveva a Roma:
"Siamo venuti a Peschiera ... El paese è forte et paludoso, che è difficoltà uscirne, et in fatto non comparisce el caminare ... Se fusse di verno non usciremmo così presto".

Il fiume Lambro aveva certamente una portata d'acqua più elevata di quella odierna ed attraversava una zona di boschi ed acquitrini. Una attenta osservazione del territorio fa rilevare tuttora i segni della bonifica e della organizzazione fondiaria mediovale.
La toponomastica ci aiuta a ricordare che gran parte dei nomi romani e gallici terminanti con i suffissi -ano ed -ate, stanno a significare possesso di terre o fondazione di ville e castelli; in questo riconosciamo le frazioni di Mezzate, Mirazzano e Linate. Mentre più suggestivo è il toponimo di Zeloforomagno che risulta essere un'evidente nome composto da Zelo e Foromagno.
A sud di Linate il fiume Lambro si avalla e serpeggia nella vasta campagna; poche centinaia di metri ad oriente è sorto in epoca antichissima un nucleo abitato, un poco più elevato, forse circondato da una terra meno paludosa, coltivabile che prese il nome da un campo, ager, o meglio un piccolo campo, Agellus; il toponimo si è poi trasformato strada facendo lungo il corso dei secoli in Azello, quindi Zello, ed infine Zelo.

Per analogia con quanto è avvenuto nella gran parte dell'Italia, gli ordinamenti romano bizantini subirono una completa rivoluzione con la venuta dei Longobardi (nella primavera dell'anno 568). Gruppi di guerrieri di un popolo leggendario che scendevano dalla Pannonia trascinando con sé il popolo tutto, bruciandosi alle loro spalle le case ed i villaggi per non più ritornarvi. Milano, già capitale di un impero. viene completamente rovinata, declassata, poichè i barbari preferiscono l'aperta campagna dove si accampano.
Un sistema difensivo basato sulle fare (piccole tribù militari) formate da arimanni (valorosi uomimi guerrieri liberi e nobili) è posto ai confini del regno; molte località rurali del Milanese ripetono la loro origine da arimannie, che lo storico Shneider ha elencate minuziosamente, riconoscendole dai loro nomi, dissimulati naturalmente nell'evolversi del linguaggio nel tempo. Fra di esse possiamo collocare una tipica faramania (Foramania o Foramagna), che è l'origine longobarda del nostro Foromagno. La Faramania è la "terra dei faramanni" ossia degli arimanni che hanno l'obbligo di fare la guardia lungo le strade militari o romee. Secondo il Bognetti, illustre studioso di storia longobarda, l'assegnazione di terre agli arimanni, era come "una comtroprestazione a base economica del servizio militare localizzato".
Per completezza di informazione, bisogna dire che la supposta interpretazione ottocentesca di un forum magnum (grande piazza), si è dimostrata per evidenti ragioni incosistente; infatti un nome così altisonante contrasta con la realtà esistente allora di un minuscolo villaggio. Sotto il regno dei Longobardi la vita delle campagne devastate si riorganizza; la diffusione del cristianesimo vi farà sorgere delle chiese e cappelle, dedicate al culto della Vergine od alla predilezione di alcuni Santi. E' opinione diffusa che la diffusione iniziale sia stata discontinua e disordinata, in conseguenza anche delle persecuzioni, e si può ritenere che soltanto verso il V secolo la evangelizzazione sia stata metodica e completa.
Le locali comunità rurali, che denunciano nei loro nomi l'origine celtica o romana, nonchè le sovrapposizioni longobarde e franche, risultano in seguito riunite in quella che si chiama pieve (antica circoscrizione amministrativa). Quella di Mezzate, che si rende nota con documenti dell'XI e XII secolo e confermati nel XIII da Goffredo da Bussero, era costituita dalle chiese di Linate, Mirazzano e Fiorano ora scomparsa. Altra pieve molto importante sulla via romana, San Donato in Strada, raggruppava fra le sue numerose località, anche una propaggine di qua dal Lambro: Azello e Foramania (Zeloforomagno). Questo lembo di terra non era unito al suo capo di pieve nemmeno da un ponte; il fiume, fin sull'età moderna, si passava a guado.

La nascita di Foromagno si ascrive con sicurezza ai Longobardi; lo prova l'esistenza, fin dal Duecento, all'interno dell'oratorio locale della Beata Vergine e di San Giovanni Battista, l'altare dedicato a San Michele Arcangelo, protettore di quelle genti. Mentre la chiesa di Zelo, divenuta più importante di quella di Foromagno, è quasi certamente posteriore alla fondazione di quest'ultima, poichè dedicata a San Martino di Tours, il patrono assai venerato dalle genti Franche.