|
|
|
| Ristrutturazione del presbiterio e Consacrazione dell'Altare Con Domenica 16 settembre 2001 si conclude il lungo cammino che abbiamo percorso per arrivare alla realizzazione del "Progetto di adeguamento liturgico dell'area presbiterale " della nostra chiesa. L'autore del Progetto è l'Arch. Paolo Rossettini. Dopo molte rielaborazioni, il Progetto è stato approvato dalla Commissione Diocesana per l'Arte Sacra il 20 gennaio 1999. E in data 19 agosto 1999 ha dato parere favorevole la Soprintendenza per i beni ambientali e architettonici del Veneto. Il 16 settembre 2001, l'Arcivescovo Mons. Antonio Mattiazzo, consacra solennemente il nuovo altare. Relazione Tecnico-descrittivaLa chiesa di S. Carlo Borromeo , progettata dall'Arch. Lorenzo Faccioli, viene inaugurata il 10 novembre. All'epoca il Presbiterio era realizzato al grezzo, senza pavimentazione e con un altare provvisorio di legno. Esisteva invece un grande pulpito, sospeso alla colonna di sinistra guardando verso l'altare. Nel 1942, su progetto dell'arch. Ing. Brunetta, viene inaugurato e benedetto il nuovo altare monumentale in marmo assieme alla pavimentazione marmorea della chiesa e la posizione sul fondo dell'abside di un grande affresco di S. Carlo in gloria, opera del prof. Licini. La chiesa è stata consacrata il 15 aprile 1949 dal Card. Carlo Agostini. Descrizione dell'area presbiteraleLa chiesa di S. Carlo era caratterizzata da un'area presbiterale profonda dodici metri e larga altrettanto, rialzata rispetto l'aula di 60 cm e delimitata dalla stessa da un passaggio rialzato largo tre metri circa. Due file di gradini lineari in marmo rosso magnaboschi delimitavano questa specie di transetto dall'aula e dal presbiterio. Questo è delimitato sul fondo dall'altare originario; dietro a questo si apre la curva absidale su cui si appoggia l'organo. La chiesa misura 55 metri di lunghezza, di cui 20 sono occupati da "transetto" , presbiterio e abside e 35 dall'aula. In passato è stata rimossa la balaustra in marmo che divideva il presbiterio dall'aula e conseguentemente al rinnovamento del rito dell'uso liturgico è stato abbandonato l'altare principale in luogo di un modesto altare provvisorio rivolto verso l'assemblea e collocato in posizione avanzata verso l'aula su una pedana di legno. Il pulpito originario in cemento è stato demolito da molto tempo,e sostituito da un ambone mobile in legno di modesta fattura. Sul retro dell'altare originario è collocato l'organo, mascherato da una struttura in legno con le canne in vista che sporgono oltre il profilo dell'altare. Fin dal 1980 era nei programmi della Parrocchia la sistemazione definitiva degli elementi principali del presbiterio. E in occasione del 50-esimo della dedicazione della chiesa, aprile 1999, si voleva finalmente portare a termine questo lavoro in concomitanza con la Visita Pastorale del Vescovo. Ma per motivi diversi siamo ti alla data attuale per poterlo inaugurare. Il progetto di sistemazione dell'area presbiterale interpreta la situazione esistente, con altare avanzato verso l'assemblea e ambone collocato alla sua sinistra visto dall'assemblea, dandovi una configurazione stabile. Innanzitutto si accentua l'avanzamento dell'altare , ridisegnando la parte del presbiterio che interseca il "transetto", con un disegno a semicurva della gradinata, a significare l'abbraccio all'assemblea del gesto del gesto sacrificale che si celebra all'altare. Sono interessati da questa operazione circa 70 metri quadrati di superficie, che è stata ripavimentata con marmo bianco di Asiago per le parti piane e rosso magnaboschi per i gradini, in continuità con la pavimentazione preesistente. L'ambone è collocato all'incirca nella posizione occupata dal provvisorio leggio in legno precedente. I criteri che hanno ispirato questa operazione traggono origine dalla rigorosa ed essenziale semplicità del disegno interno della chiesa, sviluppata in coerenza fin nel disegno del precedente altare del 1942. Questo altare rimarrà la sede dell'Eucaristia, liberato da ogni addobbo., e costituirà la quinta del presbiterio. L'altareIl nuovo altare è costituito da una lastra di marmo, delle dimensioni di cm. 300 per 100 , poggiante su quattro pareti di marmo, lavorato a riquadri alla bocciarla grossa. Il fronte verso l'aula è ripartito in tre elementi rettangolari e ornato da tre bassorilievi in argento dorato raffiguranti l'Agnello pasquale, una spiga e un grappolo d'uva, segni del mistero che sull'altare si compie. L'appoggio avviene su uno zoccolino di marmo verde come per il vecchio altare monumentale. Sia lo zoccolo che la lastra di appoggio sono distaccati dalle pareti di sostegno da un incasso laccato in oro. Il disegno dell'altare trae suggerimento dagli altari semplici di impianto romanico, spesso poggianti su scarni zoccoli di pietra o vecchi capitelli. La sedeA
circa tre metri dall'altare è posta la sede, su una pedana rialzata, con il
sedile per il celebrante distinto e separato dalla panca ricurva degli accoliti
o altri ministri. Altre
sedute per i chierichetti sono disponibili ai lati del presbiterio sulle panche
lignee esistenti. Anche la sede è completamente realizzata in marmo bianco, con disegno rigorosamente semplice. L'ambone
Il
disegno dell'ambone riprende la
stessa tipologia dell'altare, a
significare la contemporaneità dell'intervento di
sistemazione, ma anche l'unità di azione liturgica. E'
stato realizzato con la parte centrale in marmo, lavorato alla bocciarla
grossa. Lo zoccolo è in marmo verde alpi, e così pure l'alzatina, che nasconde
in parte il leggio. Continua a costituire lateralmente un poggiamani. Anche
qui gli incassi che differenziano lo zoccolo, , la parete e il leggio sono
marcati da una sottile finitura dorata. Volutamente
si assegna all'ambone una certa consistenza, a significare l'importanza
dell'annuncio della Parola. Collocato
sulla stessa linea dell'altare, non emerge rispetto a quest'ultimo dove domina
la massa bianca della parete di supporto. La parete frontale porta il bassorilievo simbolico dell'albero della vita, ad indicare che la Parola di Dio è vita e salvezza per tutta l'umanità. E'
doveroso ringraziare quegli offerenti che hanno reso possibile la realizzazione
di quest'opera, che ha trovato il consenso di tutti. |
|
|