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Storia, arte e architettura

La Chiesa Madre, di gusto barocchetto, fondata nel XVII sec. e ricostruita su disegno dell’architetto siciliano Giovanni Biagio Amico intorno alla metà del 1700.

La prima campana fu commissionata nel 1695. La Chiesa Madre di Paceco  secondo un cartiglio novecentesco, affrescato sopra la cantoria, è dedicata al Santissimo Crocifisso e sorse sicuramente come cappella di patronato feudale dedicata alla vergine Caterina d'Alessandria, "per devozione della madre del principe fondatore, che si ritiene sia stata la vera fondatrice del paese e della chiesa, in quanto guida instancabile, come si evince dai documenti, del figlio minorenne Placido, insieme a don Antonio Del Bosco e Aragona, suo secondo marito e amministratore della Casa e a Don Diego De Alarcon Cabrera, soprintendente alla costruzione del nuovo borgo feudale, per designazione vicereale".

La chiesa presenta oggi una facciata maldestramente completata negli anni 50 e attualmente in fase di restauro conservativo. E’ ad un’unica navata e all’interno conserva stucchi di scuola Serpottiana ed un gruppo in legno, tela e colla intitolato “La Crocifissione”, posto sull’altare maggiore ed uscito dalle fiorenti botteghe artigiane trapanesi, artefici dei celebri gruppi dei “Misteri”.

L’attrazione più importante, al suo interno, è costituita da quattro grandi tele collocate sui muri della navata, risalenti alla fine del 1600 o ai primi del 1700, donate dalla principessa Maria Anna Fardella Sanseverino, raffiguranti l'Immacolata Concezione, (la cui figura è circondata da alcune immagini della simbologia mariana) la Natività della Madonna, la Trinità che accoglie in cielo Santa Rosalia e San Carlo Borromeo, la Madonna e cinque santi

Secondo quando ci riferisce Ferdinando Bologna in "Andrea Malinconico in Sicilia...", da studi condotti dalla signora Letizia Piraccini, restauratrice dell'Aquila, i quadri sono da attribuire ad un artista della scuola napoletana, un certo Andrea Malinconico, che operò nella seconda metà del XVII secolo.
Nel primo quadro, "Immacolata Concezione", in basso a destra è possibile vedere lo stemma gentilizio, che mostra le insegne araldiche dei Fardella e dei Sanseverino, in riferimento al matrimonio di Maria Fardella, nipote di Placido Fardella, fondatore di Paceco, con Carlo Sanseverino.

La chiesa custodisce anche un organo della fine del XIX sec. opera di Pietro La Grassa, figlio del celebre organino palermitano Francesco.

La Chiesa Madre è dedicata a S.Caterina d’Alessandria, Patrona della città; ha segnato nel tempo le vicende storiche, sociali ed umane di Paceco.