La Cooperativa Cattolica di Consumo
di S. Albino fu fondata nel 1910 per volontà del parroco di allora,
il "curatino" don Luigi Bassani, e del coadiutore don Vincenzo
Carera, grazie all'impegno e agli sforzi di numerosi parrocchiani.
Scopo primario, di ordine morale, di questa organizzazione, secondo
l'intento dei suoi fondatori, era quello di assistere la parrocchia
diffondendo i principi cattolici e attirando il popolo "in un ambiente
sano, adatto agli uomini buoni" nel tentativo di arginare il "pericolo
rosso".
Uno degli strumenti per perseguire tale obiettivo era quello di "acquistare
merci direttamente dai produttori e venderle al prezzo più basso
possibile al consumatore [.], al fine di impedire che persone senza
scrupoli avessero a sfruttare i già insufficienti salari dei
lavoratori per soddisfare la loro insaziabile sete di guadagno".
Tutto ciò rendeva la Cooperativa, la cui sede era posta in Via
G. dalle Bande Nere, un ambiente ideale "dove tutti potessero passare
ore liete in compagnia dei loro familiari, concepito e gestito da persone
che avevano voluto accoppiare al benessere materiale quello ancora maggiore
della serenità dello spirito".
Lo statuto prevedeva che il parroco in carica fosse anche presidente
onorario del Consiglio della Cooperativa mentre le altre cariche amministrative
venivano assegnate mediante elezioni fra i soci, ovvero tra tutti coloro
che detenevano le "cartelle" di partecipazione al capitale
della società (Lire 500 cad. attorno agli Anni Cinquanta).
Dal punto di vista commerciale era fornita ai consumatori una grande
varietà di servizi, fra i quali senza dubbio il più importante
era il negozio di alimentari, nel quale si poteva trovare una vasta
gamma di articoli per soddisfare le esigenze di ogni famiglia, a partire
dal pane, prodotto nel forno di Via G. dalle Bande Nere, per arrivare
fino ai salumi genuini, al vino , alla legna da ardere e al carbone.
Dal punto di vista ricreativo la Cooperativa era dotata di un Circolo
nato come luogo di incontro e di svago per uomini, che non fosse però
in concorrenza con la famiglia e l'oratorio. Questo Circolo era dotato
di macchina da caffè, ping-pong, biliardo, campo di bocce, radio,
telefono pubblico e, successivamente, di televisione.
Ma proprio la televisione, all'arrivo in parrocchia di don Attilio Bassi,
divenne uno dei motivi di scontro, in quanto inadatta, secondo lo stesso,
all'educazione dei giovani oratoriani. Il ritrovo Edelweiss, privo di
televisore per scelta morale, contava infatti sempre meno presenze a
favore del prospiciente Circolo, in cui i giovani si riversavano soprattutto
nelle ore serali nonostante il regolamento lo vietasse.
I rapporti divennero così tesi e le incomprensioni, su questo
e su altri fronti, si fecero così frequenti da spingere il parroco
a minacciare di togliere l'appoggio, oltre che l'appellativo di "Cattolica",
alla Cooperativa. Purtroppo i documenti a nostra disposizione non ci
permettono di ricostruire il modo e i tempi in cui questo scontro si
risolse. Ma dal momento che a tutt'oggi la Cooperativa esiste ancora,
pur avendo limitato la propria attività al solo affitto di immobili,
probabilmente tutto sfociò in un nulla di fatto grazie al buon
senso e ad un ritrovato spirito di collaborazione per il conseguimento
dei comuni obiettivi.
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