Continuamente in conversione

 

In che senso abbiamo ancora oggi bisogno di conversione? Non l’abbiamo ricevuta una volta per tutte nel battesimo? Il cammino di conversione dovrebbe essere diviso in tre teppe:

incredulità e peccato;

conversione;

ricerca di perfezione.

E ciascuno di noi si colloca spontaneamente in un punto imprecisato della terza tappa. In realtà il peccato, la conversione e la grazia non sono semplicemente tre tappe in successione; nella vita quotidiana a volte crescono insieme: il peccato, la conversione e la grazia sono il pane quotidiano dell’uomo. Anche nel regno dei cieli, come ci ricorda Gesù, "i pubblicani e le prostitute vi entrano per primi e precedono tutti gli altri" (Mt 21,28-32).

Queste tre tappe non rappresentano tre gradini di una scala di valori. Restiamo sempre peccatori, siamo continuamente in conversione e in questo siamo costantemente santificati dallo Spirito di Dio. Non possiamo mai appartenere a quella categoria di persone di cui Gesù ha detto: "che non hanno bisogno di conversione" (Lc 15,7), perché si credono giusti: in tal caso non avremmo più bisogno di Gesù.

E’ sempre un’illusione credersi convertiti una volta per tutte. No, non siamo mai dei semplici peccatori, ma dei peccatori perdonati, dei peccatori-in-perdono, dei peccatori-in-conversione. Convertirsi significa ricominciare sempre questo rivolgimento interiore. La conversione infatti è sempre una questione di tempo: l’uomo ha bisogno di tempo e anche Dio vuole avere bisogno di tempo con noi. L’uomo è fatto in modo tale che ha bisogno di tempo per crescere, per maturare e sviluppare tutte le sue capacità. Dio ci aspetta come un pescatore paziente. Non la collera, ma il suo affetto, la sua bontà, la sua pazienza.

Torna alla precedente Vai alla prima pagina