Pentecoste - At 2,1-11

Tonino Bello


    La Pentecoste è una festa difficile, perché provoca l’uomo a liberarsi dai suoi complessi. 
    Il complesso dell’ostrica. Siamo troppo attaccati allo scoglio. Alle nostre sicurezze. Alle lusinghe gratificanti del passato. Ci piace la tana. Ci attira l’intimità del nido. Ci terrorizza l’idea di rompere gli ormeggi, di spiegare le vele, di avventurarci nel mare aperto. Se non la palude, ci piace lo stagno. Di qui, la predilezione per la ripetitività, l’atrofia per l’avventura, il calo della fantasia. Lo Spirito Santo invece ci chiama alla novità, ci invita al cambio, ci stimola a ricrearci.
    C’è poi il complesso dell’una volta soltanto. È difficile per noi rimanere sulla corda, camminare sui cornicioni, sottoporci alla conversione permanente. Amiamo pagare una volta per tutte. Preferiamo correre soltanto per un tratto di strada. Ma poi, appena trovata una piazzola libera, ci stabilizziamo nel ristagno delle nostre abitudini, dei nostri comodi. E diventiamo borghesi. Il cammino come costume di vita ci terrorizza. Il sottoporci alla costanza di una revisione critica ci sgomenta. Affrontare il rischio di una itineranza faticosa e imprevedibile ci rattrista. Lo Spirito Santo invece ci chiama a lasciare il sedentarismo comodo dei nostri parcheggi, per metterci sulla strada, subendone i pericoli. Ci obbliga a pagare, senza comodità forfetarie, il prezzo delle piccole numerossime rate di un impegno duro, scomodo, ma rinnovatore.
    C’è infine il complesso della serialità. Benché su dica il contrario, oggi amiamo le cose costruite in serie. Gli uomini fatti in serie. I gesti promossi in serie. Viviamo la tragedia dello standard, l’esasperazione dello schema, l’asfissia dell’etichetta. C’è un livellamento che fa paura. L’originalità insospettisce. L’estro provoca scetticismo. I colpi di genio intimoriscono. Chi non è inquadrato viene  visto con diffidenza. Chi non si omogeneizza col sistema non merita credibilità. Di qui la crisi nella protesta dei giovani e l’estinguersi della ribellione. Lo Spirito Santo ci chiama all’accettazione del pluralismo, al rispetto della molteplicità, al rifiuto degli integralismi, alla gioia di intravedere che lui unifica e compone le ricchezze nelle diversità.

(da: Alla finestra la speranza, ed. San Paolo, pp. 113-114)


WB01539_.gif (682 byte) prega questa parola

WB01539_.gif (682 byte) questa settimana WB01539_.gif (682 byte) dizionario della fede nell'oggi

WB01539_.gif (682 byte) pregare la parola