Santa
Maria, donna del piano superiore, splendida icona della chiesa, tu la tua
personale pentecoste l'avevi già vissuta all'annuncio dell'angelo, quando lo
Spirito Santo scese su di te e su di te stese la sua ombra la potenza
dell'Altissimo. Se perciò ti fermasti nel cenacolo, fu solo per implorare su
coloro che ti stavano attorno lo stesso dono che un giorno, a Nazaret, aveva
arricchito la tua anima. Come deve fare la chiesa, appunto. La quale, già
posseduta dallo Spirito, ha il compito di implorare, fino alla fine dei secoli,
l'irruzione di Dio su tutte le fibre del mondo.
Donale pertanto l'ebbrezza delle alture, la misura dei tempi
lunghi, la logica dei giudizi complessivi. Prestale la tua lungimiranza. Non le
permettere di soffocare nei cortili della cronaca. Preservala dalla tristezza di
impantanarsi, senza vie d'uscita negli angusti perimetri del quotidiano. Falle
guardare la storia dalle posizioni prospettiche del Regno. Perché solo se sarà
mettere l'occhio nelle feritoie
don
Tonino Bello
(da:
Maria donna dei nostri giorni, ed. San Paolo, pp. 102-103)