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Fra storia e incoscienza
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del M.to Adriano Galasso |
Correva l'anno 1989 allorquando sul trono dell'oratorio di San Pio V
regnava incontrastato un prete molto intraprendente: don Dario.
In un momento di ignara follia prese in disparte un manipolo di genitori scout (il gruppo
scout in parrocchia muoveva i primi passi proprio su iniziativa di don Dario) e con quella
faccia di chi ha avuto una brillante idea (leggi scherzo da prete) se ne uscì con questa
domandina facile facile: "Perché non pensate qualcosa per il presepio di
quest'anno?". Mancava solo il fragore del botto, per il resto la fucilata c'era
tutta. Le vittime si contorcevano su se stesse. Il panico si materializzò nelle forme
più disparate. Edoardo, che già è bianco di suo, divenne color marmo statuario, rigido
e gelido. Lucio, l'unico che desse ancora qualche segno di vita biologica, riuscì,
mentendo spudoratamente e vigliaccamente, a dire: "Però, a pensarci bene non è mica
una cattiva idea! Potremmo fare un po' di pubblicità al gruppo scout". Don Dario era
il segnale che attendeva. "Allora il presepio quest'anno lo farete voi, datevi da
fare". Era novembre e la nebbia avvolse ogni cosa. Le idee, superato il primo timido
entusiasmo, anch'esse parevano non uscire dal vago e dal fumoso: poche e difficili da
realizzare. Dopo qualche riunione fra noi genitori l'idea venne trovata. Bella sulla
carta, un po' meno in fase di realizzazione. L'anno dopo (1990) la cosa si ripresentò
puntualmente. Ma stavolta il presepio fu decisamente molto più spettacolare. Vincemmo il
primo premio decanato. Non ci bastava. Sapevamo che potevamo aspirare a qualcosa di ben
più importante. Il 1991 fu l'anno che ci imponemmo all'attenzione dei media con un
presepio di grattacieli. Fummo i vincitori del premio Città di Milano. L'euforia non ci
bastava: volevamo la gloria! E questa arrivò l'anno successivo (1992). Ci presentammo con
un presepio ambientato nella vecchia Milano dei navigli. Fu un successo strepitoso.
Vincemmo nientemeno che il primo premio di tutta la Diocesi di Milano. Come dire la
Champions League! Ma come tutte le medaglie anche questa aveva il suo rovescio: chi vince
una volta non può più partecipare al concorso a norma di regolamento. Che fare? Si
decise di proseguire il nostro cammino senza mete ambiziose, ma continuando ad allestire
presepi solo per la gioia di dare alla nostra comunità parrocchiale il messaggio
tangibile che presepio vuol dire pace, vuol dire famiglia, vuol dire che Gesù è sempre
al nostro fianco nel cammino verso la Speranza. Quest'anno il nostro presepio sarà
allestito nella Basilica di Sant'Ambrogio su invito di mons. Descalzi. Nella nostra
parrocchia sarà comunque allestito il presepio anche se di dimensioni ridotte. Quello che
mi preme qui sottolineare è che noi non siamo dei presepisti, ma siamo un gruppo di
persone che si servono del presepio per porgere il loro messaggio natalizio con un tema
che ogni anno è diverso, in genere prendendo spunto da fatti contingenti o da ricorrenze
di particolare valenza nel mondo cattolico. Il nostro non è un gruppo a numero chiuso,
anzi è mooolto aperto a tutti coloro che anche episodicamente avranno il desiderio di
condividere questa splendida avventura che dopo dodici anni il prevosto considera ormai
una tradizione di San Pio V. |
Per contattarci rivolgersi al parroco oppure
telefonare al n. 02-5464474. Grazie e buon presepio a tutti. |
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